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Beach volley. Cicolari vince il ricorso al Tar con la Fipav: 208 mila euro di risarcimento

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Sedicimila euro al mese per i tredici mesi di squalifica per un totale di poco più di 208 mila euro. A tanto ammonta il risarcimento che la Fipav dovrà, in base alla sentenza emessa dal Tar del Lazio, alla ex azzurra del beach Greta Cicolari per la sproporzione tra il comportamento della giocatrice bergamasca e la squalifica comminatale dagli organi federali (tredici mesi appunto) che è stata dichiara illegittima.

Una vittoria legale per Greta Cicolari che, dopo la prima squalifica di sei mesi per aver definito “caprone nero” il tecnico Lissandro, aveva subito altri sette mesi di stop per aver accusato la Federazione di essere “qualcosa di molto simile alla mafia” in una intervista. Greta Cicolari, scontata la squalifica, era tornata in campo a dicembre del 2014 e lo scorso anno si è laureata campionessa d’Italia in coppia con Giulia Momoli. Ancora incerto il futuro da giocatrice della bergamasca che sta proseguendo la sua attività di istruttrice di beach volley.

Niente polemiche, almeno per ora, nei commenti alla sentenza da parte di Greta Cicolari che ha rilasciato queste dichiarazioni agli organi di stampa nazionali. “Come ho sempre sostenuto, la squalifica mi ha procurato un grave danno alla carriera e questo è stato finalmente accertato dal giudice. In particolare, ho subito danni d’immagine e alcuni sponsor hanno sospeso il loro appoggio in attesa di chiarimenti. Inoltre questa sentenza, che mi riservo di commentare più avanti, mi regala un sospiro di sollievo anche per il fango buttato addosso ad alcuni miei familiari. La giustizia amministrativa ha ripristinato la verità dei fatti, cosa che volevo e vorrei tuttora portare all’attenzione e di persona al presidente federale Carlo Magri”.

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