Biathlon

Biathlon, Mondiali 2016: Wierer agguanta la medaglia, Windisch sempre più una certezza

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Si sono conclusi con le mass start, nella giornata di ieri, i Campionati del mondo di biathlon di Oslo-Holmenkollen, in Norvegia. Proviamo a tracciare un bilancio per quanto riguarda la spedizione azzurra in terra scandinava.

Dorothea Wierer, stella della nazionale, ha conquistato la prima medaglia individuale della carriera salendo sul secondo gradino del podio nell’inseguimento, la sua gara. Una Wierer non al top, che ha faticato prima a trovare le sensazioni giuste sugli sci stretti e poi a trovare le percentuali per essere competitiva. Nonostante questo, a dimostrazione della crescita dell’azzurra, è arrivata la medaglia, riconoscimento meritato per un stagione di altissimo livello, ed è riuscita a a difendere la prima posizione nella classifica di specialità della 15 chilometri. Una lezione che potrà esserle molto utile in futuro.

Oltre a lei, nella squadra femminile hanno brillato Alexia Runggaldier e Lisa Vittozzi. La prima si è messa in luce nell’individuale centrando una decima posizione prestigiosa e che rende giustizia alle sue straordinarie doti di tiratrice. Tre volte tra le migliori 20, invece, Lisa Vittozzi. In crescita rispetto alla prima parte di stagione sugli sci stretti, ha sempre mancato un bersaglio di troppo per poter ambire a qualcosa di più, in particolare nell’inseguimento. Anche la prima mass start della carriera nonostante abbia faticato a seguire il ritmo delle migliori ha confermato l’ottimo momento.

In ombra Karin Oberhofer (dalla quale però era onestamente difficile pretendere qualcosa dopo il recente, gravissimo lutto) e Federica Sanfilippo, che dopo un inizio di stagione scoppiettante ha faticato a ritrovare le percentuali al poligono che l’avevano addirittura portata sul podio in Coppa del mondo.

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In campo maschile, l’Italia si è poggiata su Dominik Windisch. Già dopo la sprint, chiusa al quinto posto nonostante un errore al primo poligono, la sua rassegna iridata poteva essere etichettata come positiva ma ieri si è superato ancora. Nella mass è arrivato a giocarsi le medaglie fino all’ultimo bersaglio dell’ultimo poligono: lì l’errore di troppo (al termine di una gara perfetta dopo l’errore nella prima serie di tiro) che l’ha relegato ai piedi del podio con un ultimo giro super a distruggere la concorrenza dei diretti avversari. Dopo la vittoria di Canmore un altro passo, o due, verso la consapevolezza di poter competere alla pari con i big del circuito.

Più in difficoltà Lukas Hofer, che incontrato difficoltà nella sprint ed è stato troppo falloso al poligono nella 20 chilometri. La prova migliore è arrivata nella staffetta ma è troppo poco per un atleta come lui che nel 2011 era stato capace di vincere una medaglia di bronzo iridata nella prova con partenza in linea.

Thomas Bormolini, nonostante alcune buone prove, ha bisogno di crescere per trovare competitività e continuità a questi livelli. Ne è un esempio la staffetta: dopo una prima parte di frazione perfetta sono sovvenute le difficoltà al secondo poligono, dove è incorso in un giro di penalità che ha affossato la squadra che potenzialmente poteva ancora ambire alla zona medaglie (e con ciò non vogliamo fare una colpa al livignasco). Per Christian De Lorenzi, invece, la chiusura di una carriera che ha dato tantissimo al biathlon italiano anche in anni difficili rispetto alla fiducia e i risultato che sono arrivati nell’ultimo periodo grazie ai giovani che ha cresciuto passo passo con l’esempio. Purtroppo sono mancati i risultati, ma può e deve ritenersi soddisfatto di quanto fatto in carriera e in questo Mondiale.

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Foto: Romeo Deganello

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