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Boxe, quali professionisti a Rio 2016? Pacquiao e Klitschko ci pensano. Mayweather e Fury…

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La (molto probabile) decisione da parte dell’Aiba di aprire le Olimpiadi anche ai professionisti nella boxe lascia intravedere scenari impensabili.

In attesa della ratifica ufficiale prevista ad inizio giugno, si sono già esposte tre tra le più grandi star in assoluto della Nobile Arte nell’ultimo decennio.

Il più interessato sembra Manny Pacquiao: “Se mi invitassero per le Olimpiadi, ci andrei…“. Il filippino, che combatterebbe tra i pesi welter, ha forse dimenticato un piccolo dettaglio: per Rio bisognerà qualificarsi tramite un torneo in programma tra fine giugno ed inizio luglio (data ancora da definire), inizialmente riservato ai pugili WSB ed APB. Tale competizione assegnerà 3 pass olimpici per Rio in otto categorie di peso, mentre per massimi e supermassimi vi sarà un solo posto a disposizione. Pacquiao, inoltre, affronterà Timothy Bradley a Las Vegas il prossimo 9 aprile, mentre a maggio sarà impegnato in politica per entrare a far parte del Senato della Repubblica del suo Paese. I tempi per preparare una eventuale Olimpiade, dunque, appaiono strettissimi.

La novità fa sorridere anche Wladimir Klitschko, il quale qualche settimana fa aveva dichiarato: “Mi piacerebbe molto una seconda esperienza alle Olimpiadi“. Ricordiamo che l’ucraino partecipò ai Giochi esattamente 20 anni fa, quando conquistò l’oro ad Atlanta.

Klitschko, di recente, è stato spodestato dal trono dei pesi massimi Wba e Wbo dal britannico Tyson Fury. Difficile vedere quest’ultimo a Rio: la Federazione britannica, infatti, ha già fatto sapere di voler continuare a puntare sui pugili che hanno lavorato per le Olimpiadi nel corso del quadriennio.

Anche Floyd Mayweather vinse una medaglia ad Atlanta, un bronzo nei pesi piuma. In semifinale perse con il bulgaro Serafim Todorov: quella rimase l’ultima sconfitta della sua carriera, con un palmares poi immacolato da professionista (49 vittorie, record condiviso con Rocky Marciano). L’americano, tuttavia, è stato categorico: “Io a Rio? Assolutamente no. Sono stato fortunato ad aver vinto così tanto, ora il mio fisico ha bisogno di riposo“.

Chissà che gli Stati Uniti, da tempo in crisi nel pugilato dilettantistico, non decidano allora di calare l’asso Deontay Wilder, campione del mondo Wbc dei pesi massimi. Un altro fuoriclasse che potrebbe tentare la strada a cinque cerchi è il kazako Gennady Golovkin, iridato ad interim dei medi, con un palmares stratosferico di 34 vittorie (di cui 31 per KO) e nessuna sconfitta.

L’elenco sarebbe potenzialmente infinito. Alcune nazioni tradizionalmente deboli tra i dilettanti, inoltre, potrebbero sfruttare l’occasione per giocarsi alcuni jolly dominanti tra i professionisti. Pensiamo a Messico (Leo Santa Cruz, Hugo Ruiz e Francisco Vargas), Giappone (Naoya Inoue e Shinsuke Yamanaka) o Thailandia (Wanheng Menayothin e Stamp Kiatniwat).

Resta da capire quale potrebbe rivelarsi l’impatto di questi campioni in un contesto completamente differente. Combattere su 3 o 12 round significa in sostanza praticare due sport diversi. Ma forse è su questa curiosità che fa affidamento l’Aiba per rilanciare un prodotto che fatica a ritrovare appeal.

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federico.militello@oasport.it

Foto: Pagina FB Pacquiao

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