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Diario di bordo – Paolo Pizzo: “Carichi per Budapest. Non mi andrà mai giù la rotazione delle armi”

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Caro Diario,

La prossima settimana c’è la gara di Budapest, che è un Grand Prix, cioè a punteggio maggiorato e si tira solo nella gara individuale. Si tratta dell’ultima prova di qualifica olimpica per coloro che non hanno ancora ottenuto il pass con la prova a squadre. Per chi, come noi, ha già raggiunto la qualificazione, sarà importante confermarsi a livello individuale e prendere punti che poi torneranno utili a livello di tabellone olimpico, perché più in alto si partirà come ranking e più, in teoria, saranno semplici i primi match, anche se poi la gara olimpica, ed io lo so perché ci sono già passato, è un terno al lotto e le componenti sono infinite. 

Abbiamo lavorato in ritiro questa settimana a Formia sia con la nazionale maschile che femminile. Un lavoro di qualità, abbastanza mirato a Budapest ed al successivo Grand Prix individuale di Rio de Janeiro, dove ad aprile testeremo l’impianto olimpico. 

Le mie sensazioni sono positive, spero di proseguire il percorso che ho incominciato a Pisa con buoni risultati con il maestro Di Ciolo, dato che ho dovuto riorganizzare i miei allenamenti dopo la scomparsa del mio maestro Pouzanov nel mese di dicembre. 

Vorrei farti una confessione, mio caro diario. C’è amarezza nel constatare come la scherma sia penalizzata in una vetrina come quella delle Olimpiadi e trovo ancora assurdo che due armi debbano ruotare e privarsi della prova a squadre. Si sente che siamo penalizzati, quando si parla di Olimpiade c’è qualcosa che manca, perché il nostro sport viene messo in una luce che non è piena. Lo trovo scandaloso, non mi andrà mai giù questa cosa, finché sarò in questo ambiente. 

Paolo Pizzo

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