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MotoGP
MotoGP, Casey Stoner regista nella crescita Ducati. Ma fin dove può arrivare la GP16?
L’esordio stagionale della Ducati è stato a dir poco sensazionale. Nel GP del Qatar le Desmosedici hanno incantato, cogliendo il secondo posto con Andrea Dovizioso e dettando il ritmo nella prima metà di gara. Debordanti, al solito, nelle sezioni di pista in cui c’è soltanto da dare gas. Solide, meno ballerine, nelle parti guidate. Unico rammarico la scivolata di Andrea Iannone. Il 2016 per le Rosse di Borgo Panigale è iniziato sotto una buona stella. Ma fin dove possono arrivare le due Ducati ufficiali?
Riposta per sempre, o momentaneamente, la suggestione di rivedere l’australiano Casey Stoner alla guida in gara, il prezioso lavoro dell’oceanico ha visto la sua prosecuzione proprio sul circuito di Losail. Il tester d’eccezione ha potuto paragonare la nuova Desmosedici GP a quella versione 2015, evidenziandone le migliorie per quel che riguarda il telaio. Senza dubbio l’apporto dell’ex iridato del Motomondiale ha portato sviluppi e vantaggi sia in motore che in guida, migliorie già molto evidenti nel primo GP stagionale. Stoner ha però declinato la possibilità di partecipare al GP d’Argentina, lasciando la sella della Ducati Team Pramac a Michele Pirro, chiamato a sostituire lo sfortunato Danilo Petrucci.
Ad impreziosire l’armonia, e l’aria di fiducia che si respira nel box Ducati, le parole del Direttore Generale Gigi Dall’Igna. “In Qatar abbiamo corso alla pari con Honda e Yamaha. Dovizioso ha subito portato la nuova moto, che esordiva in gara, sul podio. Peccato per Iannone. I ragazzi di Ducati Corse hanno fatto un lavoro perfetto e straordinario negli ultimi mesi, a loro va un doveroso ringraziamento”.
Con questi presupposti i bolidi di Borgo Panigale partiranno per la via delle Americhe. Prima Argentina, poi USA, per due Gran Premi che potranno significare tanto per la Rossa, e che potranno evidenziare, qualora ce ne fosse ulteriore bisogno, l’evoluzione e la competitività del nuovo mezzo. A Iannone e Dovizioso spetta il difficile compito di finalizzare il lavoro da regista di Stoner e dello staff, e riportare al successo la Scuderia di Borgo Panigale dopo ben 9 anni.
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