MotoGP
MotoGP: chi (o cosa) potrà detronizzare Lorenzo il Magnifico? Il Mondiale è già a rischio-monologo…
Ha iniziato la nuova stagione agonistica così come aveva chiuso la precedente: vincendo. Con tanto di hat trick, vale a dire pole position, vittoria GP e giro più veloce in gara, nello stesso weekend. Uno schiaffo in faccia a tutta la concorrenza, di casa e non. Un dito ritto davanti al naso, a zittire chiunque voglia mettere in dubbio la sua egemonia o il suo potere contrattuale… Soggetto: Jorge Lorenzo Guerrero. E chi sennò.
Lo si era capito dai test preseason che il maiorchino non era ancora sazio, anzi…
Il movimentato finale di 2015 non lo ha turbato, l’alba (pardon, tramonto di Losail) del 2016 ce lo ha restituito più che mai cattivo, polemico, veloce, forte, per sua stessa dichiarazione; gli imparziali scombussolamenti regolamentari del nuovo Motomondiale, poi, pare abbiano avuto l’effetto di ampliare la forbice tra sé e il resto del gruppo.
Jorge Lorenzo, seppure non debba dimostrare più nulla a nessuno, dall’alto dei suoi 5 titoli in bacheca, continua a “stupire” per la costanza prestazionale e la naturalezza con cui studia e impallina gli avversari: una sentenza il sabato, un computer la domenica. Nonostante colleghi supermotivati o in rampa di lancio e mezzi – vedi Ducati – che in quanto a potenza hanno ben poco da invidiare alla sua Yamaha YZR-M1. La nuova elettronica comune non ha minimamente scalfito le certezze dello Squalo, la new entry Michelin sta esaltando all’ennesima potenza la sua guida morbida, pulita, lineare, accademica.
Insomma, chi (o cosa) potrà evitare il monologo lorenziano nella MotoGP 2016? Le premesse sono quelle dell’assolo dittatoriale, eppure un paio di variabili, tanto “impazzite” quanto “razionali”, sono lì pronte a tenere vivo fino all’ultimo il Campionato: le condizioni meteo e, di conseguenza, dell’asfalto delle future, tante tappe mondiali (sì sì, vi sembra un déjà-vu, o déjà-lu, se preferite), la crescita potenziale di Ducati e Honda e l’eventuale ritorno prepotente del Dottor Rossi, il quale guida pur sempre una moto identica a quella del tiranno iberico. Identica non sarà sempre, però, la scelta delle gomme…
Se la prima, suddetta variabile si colloca tra il patetico e il proverbiale specchio che stride causa arrampicata improbabile, i fattori tecnico-umani riconducibili ai ducatisti visti (o intravisto, nel caso di Iannone) in Qatar, al solito crazy horse Marquez ed allo scomodissimo compagno di squadra di Lorenzo costituiscono, ad oggi, le uniche possibilità concrete di arrestare la pericolosa emorragia di concorrenza.
Infine, ci sarebbe l’ipotesi “auto-spodestamento” legata al nodo-rinnovo, ma rischia di diventare, questa, materia per il Motomondiale 2017, dal momento che la stretta attualità storica vede ben saldo sul trono iridato Lorenzo il Magnifico da Palma di Maiorca e il pensare che le incertezze sul suo futuro contrattuale (tra l’altro destinate a durare ancora per poco) possano condizionarne le prestazioni in pista somiglia tanto ad una reale resa anticipata…
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giuseppe.urbano@oasport.it
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