Hockey Pista
Roller sports: l’Italia delle rotelle tra eccellenze, difficoltà e un passato glorioso…
Hockey pista
L’analisi sull’attuale stato di salute dell’hockey pista italiano, data la sua complessità e molteplicità di sviluppi recenti, deve passare da un breve excursus storico di questo spettacolare sport di squadra. Il nostro movimento hockey pista ha infatti attraversato tre “ere”, la conoscenza delle quali risulta fondamentale per capire quale sia oggi la sua situazione, i perché e come si sia arrivati all’odierna condizione (precaria, ma in lenta ripresa).
L’“era ancestrale” (dal 1923 al 1976) è stata povera di soddisfazioni a livello internazionale, fatta eccezione quella legata al successo ai Campionati del Mondo del 1953, disputatisi a Ginevra. In questo mezzo secolo circa, la Nazionale Italiana ha ottenuto pochissimi risultati degni di nota, riuscendo qualche volta a raggiungere il podio europeo e rimediando pessimi piazzamenti ai Mondiali.
La seconda, il “ventennio d’oro” (dal 1977 al 1997), unita a doppio filo al nome ed al sapiente magistero di mister Gianni Massari, indiscusso totem delle rotelle azzurre. Grazie ad una cura capillare sui fondamentali tecnici individuali e collettivi e ad un’organizzazione tattica adeguata, questo felice periodo è stato caratterizzato da risultati strabilianti che hanno portato la scuola italiana di hockey a primeggiare ovunque in Europa e nel Mondo, in tutte le categorie. In questo periodo, i soli Seniores hanno conquistato: tre titoli di Campioni del Mondo (1986, 1988, 1997), i World Games 1985, un Campionato d’Europa (1990), il bronzo olimpico “dimostrativo” a Barcellona ‘92 ed una infinità di altri podi internazionali. In questo stesso arco di tempo, anche le rappresentative maschili Juniores e femminili hanno fatto incetta di medaglie internazionali, mentre a livello di squadre di club, giova ricordare come questi siano stati gli anni delle prime vittorie in campo continentale (Coppa delle Coppe nel 1980, da parte della AFP Giovinazzo, con atleti cresciuti in toto nel vivaio pugliese, e nel 1989 la Coppa Cers del Monza).
L’“era moderna” (dal 1998 al 2010), invece, ci racconta di anni decisamente avari di soddisfazioni da parte delle Nazionali Italiane. L’unico successo è rappresentato, a livello di club, dalla vittoria in Coppa Campioni dell’H.C. Follonica nel 2006, con una squadra composta, tuttavia, per la maggior parte da giocatori formati e forgiati nel “ventennio d’oro”, affiancati da stranieri di assoluto valore.
Infine, i nostri gironi, l’“era attuale” (dal 2011). In soli quattro anni, un cambio deciso di tendenza rispetto alla precedente fase ha portato ai successi delle Nazionali maschili Seniores e Under 17, che hanno vinto il Campionato Europeo 2014. Segnali di forte risveglio si erano già avuti nel 2012, quando la squadra Under 15 dell’UVP Modena vinceva in Spagna il Torneo Europeo di categoria e la società H.C. Bassano vinceva la Coppa Cers. La precedente carenza di risultati delle nostre Nazionali era stata principalmente caratterizzata dalla prevalente preparazione fisica effettuata in palestra, a discapito della tecnica, delle abilità collettive e dell’organizzazione del gioco. Quindi oggi stiamo assistendo ad un deciso cambio di obiettivi e di organizzazione della FIHP e di tutta la prestigiosa Scuola Italiana di Hockey Pista, anche grazie all’apporto tecnico-tattico di allenatori come Mariotti, Caricato, Colamaria, Marzella, Cupisti, Crudeli (giocatori allenati da Gianni Massari nel “ventennio d’oro”). Il lavoro svolto in questi quattro anni è stato essenzialmente mirato al miglioramento delle qualità tecniche individuali e di squadra, alla preparazione fisica sul mezzo meccanico, all’agonismo efficace, all’organizzazione tattica adeguata alle nuove norme. Non a caso, nel 2011 è stato chiamato a dirigere la Scuola Italiana di Hockey è un tale Gianni Massari…
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Foto: FIHP