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Storia delle Olimpiadi: Ulderico Sergo, il pugile che sconfisse anche le difficoltà del suo tempo

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Nato a Fiume nel 1913, Ulderico Sergo fece il suo esordio pugilistico nel 1929, sedicenne, in seno alla locale Accademia pugilistica e da quell’anno, fino allo scoppio della seconda guerra mondiale, raccolse una serie incredibile di vittorie tra i dilettanti: campione italiano dei pesi gallo per tre volte (Ferrara 1933, Napoli 1934, Parma 1938), due titoli europei a Milano 1937 e Dublino 1939 e, soprattutto, la vittoria olimpica a Berlino 1936. Inoltre, fra il 1935 al 1940, fece suo per ben quattro volte a Chicago il prestigioso Guanto d’Oro.

Ai Giochi Olimpici del Terzo Reich conquistò la medaglia d’oro battendo lo statunitense Jackie Wilson ai punti. Sempre per verdetto dei giudici, Sergo si era sbarazzato precedentemente, nell’ordine: del magiaro Frigyes Kubinyi, del belga Joseph Cornelis e dello svedese Stig Cederberg. Tutti gli incontri del torneo di boxe si svolsero nella Deutschlandhalle di Berlino, maestosa struttura che avrebbe dovuto contribuire (assieme ad ogni altro momento di quelle Olimpiadi…vero Jesse…?!) alla celebrazione della Germania hitleriana.

Divenuto professionista nel 1941, raccolse poche soddisfazioni anche a causa dello scoppio della guerra, ma ebbe comunque l’occasione di misurarsi dignitosamente con i migliori pesi gallo e piuma dell’epoca: Gino Bondavalli, Guido Ferracin, Gino Cattaneo e Alvaro Cerasani. Nel febbraio 1947 fu costretto ad abbandonare Fiume, ormai passata alla Jugoslavia di Tito, e insieme alla sua famiglia si trasferì a Trieste, dove divenne allenatore dell’Accademia Pugilistica Triestina, tra le cui file militava un giovane di grandi speranze chiamato Nino Benvenuti.

In seguito si spostò a Mantova, prima di emigrare definitivamente insieme alla sua famiglia (1952) a Cleveland, dove troverà una morte beffarda nel 1967, dopo aver ingerito funghi avvelenati da lui stesso raccolti. I figli Ulderico jr. e Livia vivono tuttora nell’Ohio.

Sergo combatté per la Nazionale Italiana 24 volte, dal 1932 al 1939, anni in cui era dipendente della Raffineria Petroli Fiumana e lavorava nel reparto diretto da Eugenio Menczer, padre di quell’Erico che molti anni dopo sarebbe diventato uno dei più grandi direttori della fotografia del cinema italiano. “La medaglia d’oro di pugilato nei pesi gallo – scriverà Erico nel suo libro intitolato ‘Una vita messa a fuoco’ – la vinse un dipendente dell’azienda di mio padre, Ulderico Sergo. In ufficio erano tutti euforici, la notizia apparve su tutti i giornali e ne parlò a lungo la radio”.

Storie d’altri tempi, da pellicola in bianco e nero, ma mai sbiadite dallo scorrere inesorabile degli anni. Bellissime proprio per questo: il fascino ed il magistero del passato…

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giuseppe.urbano@oasport.it

Foto: FIP

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