Tennis
Tennis: la leggera ma continua flessione del tennis spagnolo. I numeri di una crisi nascosta
Due giocatori tra i primi dieci del mondo, quattro tra i primi trenta, quattordici tra i primi settantacinque del ranking Atp. Numeri che dovrebbero rappresentare un’eccellenza e che l’Italia non ha mai raggiunto e probabilmente mai raggiungerà, ma per la Spagna il momento attuale non è certamente positivo.
Il tennis spagnolo, nonostante i numeri citati sopra, appare in flessione e sembra mancare completamente il ricambio generazionale ai big che per anni hanno mantenuto la Spagna ai vertici del tennis mondiale. In questo momento la nazionale iberica è in Serie B in Coppa Davis e a luglio affronterà la Romania per guadagnarsi un pass per i playoff di settembre dove cercherà di tornare nel World Group.
Un declino cominciato nel 2014 con la sconfitta con il Brasile, che ha sancito la clamorosa retrocessione per una squadra che dal 2000 al 2011 aveva vinto cinque volte la Davis. L’anno scorso doveva essere quello dell’immediata risalita ed invece è arrivato l’incredibile ko con la Russia (demolita dall’Italia ai playoff per 4-1), che ha costretto ad un’altra stagione in Serie B.
Sicuramente anche la sfortuna ha colpito le Furie Rosse, che si sono trovate ad affrontare i numerosi problemi fisici di Rafa Nadal e David Ferrer, che hanno dovuto saltare proprio le due sfide con Brasile e Russia. Come detto è mancato totalmente il ricambio generazionale, visto che tra i primi cento del mondo c’è un solo tennista spagnolo Under 25 (Pablo Carreno Busta 53°) e si conta la Top 200 il conteggio sale a due (Roberto Carballes Baena 114°).
Nadal non vince un torneo dal luglio scorso (Amburgo) e l’ultimo Slam vinto è il Roland Garros del 2014. Rafa continua ad avere problemi e anche questa settimana a Miami ha avuto una crisi di idratazione che lo ha costretto al ritiro. Il fisico fatica ora a seguire i ritmi stressanti del gioco del maiorchino che ha chiesto davvero il massimo al proprio corpo in questi anni. Ferrer è una macchina ed una garanzia di costanza di rendimento, ma anche lui ha avuto una flessione rispetto ad anni dove è arrivato anche tra i primi tre del mondo e la carta d’identità segna 33 anni.
Il futuro potrebbe essere rappresentato da Roberto Bautista Agut, 27 anni e numero 18 del mondo, che ha iniziato bene questo 2016 con due belle vittorie (Sofia ed Auckland), ma probabilmente gli manca quel qualcosa per fare il definitivo salto di qualità e diventare un big. Quello che è sempre mancato ai vari Feliciano Lopez, Tommy Robredo, Nicolas Almagro, Fernando Verdasco, tutti ottimi giocatori con grandi picchi (Robredo è stato Top 5), ma che non hanno mai avuto grande costanza ed ora sono in flessione anche perchè sono tutti sopra i 30 anni.
La Spagna è una delle nazioni con più giocatori tra i primi 100, ma spesso i numeri mentono ed è facile nascondere un problema, che probabilmente tra un paio di stagioni diventerà sempre più grande e il rischio flop per la nazionale spagnola è davvero dietro l’angolo.
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andrea.ziglio@oasport.it
Foto pagina FB di Rafa Nadal Fans Page