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Volley, rinascita dell’Italia? Champions League azzurra, Nazionale alle Olimpiadi, giocatori freschi e…

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Trento e Civitanova si sono qualificate alla Final Four della Champions League 2016 di volley maschile. Un risultato importantissimo, tecnicamente valido, fondamentale per l’intero movimento che torna così a risplendere dopo diversi anni di difficoltà. Il 16-17 aprile tutti a Cracovia (Polonia) per un nuovo grande sogno.

Il massimo trofeo continentale manca nel nostro Paese da ben cinque anni (dal 2012 al 2015 quattro edizioni vinte dalla Russia) quando Trento si impose a Bolzano, una semifinale tutta italiana non si vedeva dal 2009 (e fu proprio tra Trento e l’allora Macerata, i dolomitici alzarono poi al cielo la loro prima Champions League), dal 2013 una nostra formazione non raggiungeva la Final Four (Cuneo perse l’atto conclusivo contro la Lokomotiv Novosibirsk).

Trento disputerà la quinta Final Four della sua storia (ne ha vinte tre), Civitanova sarà alla sua quarta volta (ha vinto solo una Champions League).

 

Trento è guidata da Rado Stoytchev, un coach di livello elevatissimo che ha sempre trasformato in oro tutto quello che ha toccato. In molti lo volevano sulla panchina dell’Italia dopo le dimissioni di Berruto e chissà che in futuro non si siederà. Il bulgaro ha conquistato tutto alla guida del sodalizio di Mosna ed è pronto a una nuova impresa. Una formazione a forte trazione italiana: Filippo Lanza, Simone Giannelli, Massimo Colaci sono titolarissimi della nostra Nazionale che ha conquistato la qualificazione alle Olimpiadi 2016 attraverso lo strepitoso secondo posto in Coppa del Mondo (altro emblema del rinascita del movimento), senza dimenticare Gabriele Nelli che negli ultimi mesi è diventato titolare causa infortunio di Djuric e si sta ormai ergendo a opposto del futuro.

La Lube è invece guidata da Chicco Blengini, CT della nostra Nazionale trascinata alle Olimpiadi. Subentrato a Berruto con diffidenza ha poi fatto il miracolo in Giappone. Le polemiche sul doppio incarico sono più vive che mai ma Civitanova, vincitrice della regular season di SuperLega ed eliminata da Trento in Coppa Italia, ha pochi giocatori italiani nella formazione titolare. L’unico è Osmany Juantorena, bomber che ha rivoluzionato l’Italia ma che non proviene dalla nostra scuola pallavolista e che, curiosamente, ha già vinto delle Champions League proprio con Trento. Simone Parodi e Jiri Kovar hanno affrontato una stagione molto difficile causa recupero da infortuni, Enrico Cester al centro gioca titolare in campionato ed è la grande novità che potrebbe ambire a una maglia azzurra. Ivan Miljkovic di italiano ha semplicemente il passaporto con cui gioca nella nostra SuperLega, adempiendo così all’obbligo dei tre italiani in campo in campionato. Quattordici super big in squadra, un investimento importante: impossibile fallire ancora una volta.

 

La Turchia fuori da tutto, la Russia in grande difficoltà (Dinamo Mosca eliminata nei giorni, Belogorie Belgorod asfaltato da Trento, Zenit Kazan con le spalle al muro), la Polonia che organizza le Final Four con il Resovia e spera nell’impresa del Belchatow, l’Italia con due squadre.

Questa è la geografia del volley di club che però non ricalca quello delle Nazionali dove la Turchia è davvero inesistente, la Francia è Campione d’Europa, la Russia è Campionessa Olimpica ed è già qualificata a Rio 2016 (salvo improbabile squalifiche per il meldonium), l’Italia ha staccato direttamente il pass per le Olimpiadi, la Polonia è Campionessa del Mondo e insieme alla Francia ha buone probabilità di volare al Maracanazinho.

I meriti della nostra “rinascita”? Un campionato di maggior qualità, tanti Campioni che sbarcano entro i nostri confini per merito delle società, una media qualitativa più alta, coach di assoluto livello (tanti italiani allenano anche all’estero).

Non dimentichiamoci della Finale della Challenge Cup raggiunta da Verona che sfiderà i russi dell’Urengoy per la conquista del terzo trofeo continentale e che Perugia è uscita ai quarti di finale della CEV Cup per mano della fortissima Dinamo Mosca. Al femminile Casalmaggiore organizzerà la Final Four a Montichiari, sintomo quantomeno di buona efficienza economica e di riconoscibilità in seno alla CEV, sfidando i colossi d’Europa.

 

Il “declino” dell’Italia è iniziato quattro anni fa quando Trento, che aveva vinto addirittura tre Champions League consecutive, perse la semifinale contro lo Zenit Kazan, poi vincitore dell’edizione 2012 della ex Coppa Campioni. Da quel momento la Russia si è sempre imposta nella massima competizione continentale ma quest’anno potrebbe addirittura non partecipare alla Final Four (i Campioni d’Europa in carica devono rimontare il 3-2 dell’andata contro il Belchatow, stasera si gioca il match di ritorno).

Nel 2015 la debuttante Perugia si dovette arrendere ai quarti di finale contro il PGE Skra Belchatow dopo aver vinto il match d’andata al tie-break. In precedenza Piacenza e Macerata erano state eliminate agli ottavi di finale, rispettivamente dallo Zenit Kazan poi Campione d’Europa e dal Belchatow.

Nel 2014 ecatombe ai quarti di finale: Piacenza, che nel turno precedente aveva eliminato Macerata, si arrende allo Zenit Kazan; l’incerottata Trento deve lasciare il passo al Belogorie Belgorod poi vincitore della Champions League.

Nel 2013 l’ultima Finale di Champions League con un’italiana partecipante. Cuneo, ormai miseramente crollata nelle categorie inferiori, sfidò i padroni di casa della Lokomotiv Novosibirsk perdendo al tie-break.

 

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