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Calcio: il sogno del Leicester City e le differenze tra Italia e Inghilterra

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Da quando la Premier League si chiama così, ovvero a partire dalla stagione 1992-1993, solo cinque squadre diverse hanno vinto il titolo: Manchester United, Blackburn Rovers, Arsenal, Chelsea e Manchester City. Nello stesso lasso temporale anche in Italia la Serie A è andata a cinque compagini differenti: Juventus, Milan, Lazio, Roma e Inter. Nella stagione 2015-2016, però, mentre nello Stivale tutto è pronto per il quinto scudetto consecutivo dei bianconeri, in Inghilterra si sta vivendo una delle cavalcate più folli di sempre, con il Leicester City allenato da Claudio Ranieri primo in classifica a sei giornate dal termine del campionato con sette punti di vantaggio sul Tottenham secondo.

Nei giorni scorsi Claudio Ranieri ha scritto una toccante lettera ai tifosi del Leicester City sul sito The Players Tribune. Ecco un passaggio, nel link riportato l’integrale.

Paradossalmente si pensa – e in effetti è così – che la Juventus (+6 sul Napoli alle porte del 32° turno) sia ormai imprendibile, mentre i media di tutto il mondo – pur infatuati dalla favola delle Foxes che l’anno scorso, in questo periodo, chiudevano la graduatoria prima di salvarsi in extremis – sono ancora molto cauti sulle possibilità dello storico trionfo. E, anche se alcuni bookmakers stanno già pagando le incredibili scommesse del Leicester campione d’Inghilterra, pure il calendario sembra complicare il cammino verso la gloria della formazione allenata dal tecnico italiano.

Quel che succederà, comunque, lo si scoprirà in questo mese di aprile che si preannuncia decisivo per entrambi i campionati. Solido, lavoratore e ricco di storie, il Leicester vive sulle ali dell’entusiasmo ma sembra non aver perso la testa, riuscendo a blindare in più occasioni la propria porta – sono cinque gli 1-0 nelle ultime sei partite – e segnando ormai non solo con Jamie Vardy, il numero 9 che dieci anni fa faceva l’operaio e a Pasqua ha esordito in Nazionale con un gol di tacco, ma con l’intero collettivo magistralmente guidato da Ranieri. Piccoli segnali che chi ama e segue il calcio sa cogliere.

https://www.youtube.com/watch?v=P6ndvvylL_Q

Jamie Vardy ha segnato così il suo primo gol con la maglia dell’Inghilterra.

Ma che contorni epici rischia di assumere la stagione del Leicester in caso di trionfo, ovviamente inaspettato alla vigilia? Difficile quantificarlo. Tra un’immancabile dose di fortuna – Manchester City e Arsenal incostanti, Chelsea partito quasi al contrario, Manchester United e Liverpool in piena rifondazione, Tottenham (non di certo una big consolidata) che forse ha capito troppo tardi la possibilità offerta dal fato – e indubbi meriti, le Foxes potrebbero scrivere una delle pagine più romantiche della storia del calcio. Un’impresa folle per rarità e costanza (ok la squadra di terza divisione che vince la Coppa, ma la Premier League è lunga 38 giornate!), un risultato a sorpresa che ridonerebbe ai poveri di questo sport speranze e ambizioni.

A dir la verità, comunque, il Leicester City è tutt’altro che povero, soprattutto se paragonato alle squadre di medio-basso livello – quello inizialmente previsto per Vardy e compagni – della Serie A. Il magnate thailandese Vichai Srivaddhanaprabha guida il club dal 2010 e il progetto alla base del miracolo attuale è solido e lungimirante. L’obiettivo era di poter impensierire le corazzate di Manchester, Londra e Liverpool entro poche stagioni e, seppur un po’ in anticipo, il risultato si può dire quasi raggiunto, sia economicamente che a livello sportivo.

Esistono le basi per un modello Leicester anche in Italia? Questa è la domanda che molti si stanno ponendo, affascinati da una storia che si dota domenica dopo domenica di un’atmosfera sempre più magica. In Serie A l’ultima favola porta la firma della Sampdoria di Vujadin Boskov, vincitrice del campionato nel 1990-91, e risalendo negli anni, dopo il Napoli di Diego Armando Maradona campione dell’86-87 e nell’89-90, c’è il celebre Hellas Verona di Osvaldo Bagnoli (84-85). Altro calcio, certo, ma situazioni di underdog relativamente simili.

Più che quello della Sampdoria di Vialli e Mancini, è forse lo scudetto del Verona di Bagnoli l’ultima grande impresa di una “piccola” in Italia.

Da quando la televisione ha assunto sempre più potere sul calcio, però, la discrepanza tra due o tre big e tutte le altre formazioni del campionato è aumentata in maniera drastica. Ultimo degli esempi – ma non il solo – è il 2015-2016 della Juventus, prima e lanciatissima verso lo scudetto nonostante due mesi, fino allo scorso 28 ottobre, con un ruolino di marcia quasi da retrocessione. Della serie: vi diamo pure un vantaggio, tanto siamo così forti che vinciamo lo stesso.

Vero è che con il senno di poi, più che il Napoli, sembra la Roma ad aver sprecato una gigantesca occasione, perdendo troppi punti nell’inverno maledetto targato Rudi Garcia, ma le chiacchiere sono relative e, soprattutto, la storia parla chiaro: l’Italia calcistica non è un paese in cui sognare. Chi si ricorda del Chievo Verona di Luigi Del Neri primo nell’autunno 2001? O del Palermo di Francesco Guidolin in testa fino a ottobre 2006? Quasi nessuno. In Inghilterra il Leicester City sta raccogliendo (in abbondanza) i frutti di una programmazione seria e ragionata. In Serie A una squadra ha cambiato otto allenatori tra agosto e marzo. Basta così.

 

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francesco.caligaris@oasport.it

Twitter: @FCaligaris

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1 Commento

1 Commento

  1. Luca46

    8 Aprile 2016 at 22:26

    Concordo anch’io che la Roma quest’anno abbia perso un occasione enorme per vincere il campionato. Purtroppo Garcia lo scorso anno nel giro di pochi giorni si è messo a suonare il piffero e fare il fotografo. Li è morta la sua Roma. Spalletti nel giro di poco tempo ha eliminato chi aveva troppo peso nello spogliatoio, ha tolto alibi a tutti ed ha ripreso la marcia dimostrnado che la Roma approffitando della partenza falsa della Juventus avrebbe potuto fare suo il titolo. Peccato per Garcia che aveva dimostrato un ottimo calcio ma ha commesso l’errore di farsi condizionare dalla piazza.

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