Canoa

Daniele Molmenti: “Non sono quello di Londra, ma con l’esperienza posso fare la differenza”

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Daniele Molmenti ha coronato il sogno di ogni sportivo: vincere le Olimpiadi. Al termine di un quadriennio formidabile, costellato da due titoli europei ed uno mondiale, il 31enne friulano raggiunse l’apice della carriera ai Giochi di Londra 2012, dove conquistò l’oro più ambito di un palmares difficilmente eguagliabile. Da allora, pur non vincendo ulteriori allori individuali nei grandi eventi, il fuoriclasse della canoa slalom si è mantenuto sempre ai massimi livelli, confermandosi un atleta difficile da battere per chiunque, soprattutto nelle gare dal peso specifico maggiore. A differenza dell’edizione britannica, a Rio il portacolori della Forestale non partirebbe con i favori del pronostico (il condizionale è utilizzato in quanto non sono ancora state rese note le convocazioni da parte del Coni), tuttavia potrebbe rappresentare la classica mina vagante in grado di piazzare il colpo a sorpresa. L’Italia confida in un nuovo ruggito da parte del suo ‘vecchio leone’.

Nel triennio di avvicinamento a Rio non hai ripetuto gli straordinari risultati di quello precedente, quando avevi vinto tutto. E’ subentrato un certo appagamento in te dopo il trionfo alle Olimpiadi?
Nella canoa slalom, normalmente nel K1 gli uomini hanno cicli di tre o quattro anni al massimo dove riescono ad essere “padroni” delle prestazioni. Pochi riescono ad esserlo per più tempo e sono felice di aver avuto una carriera così lunga. Dopo Londra ho vinto i Mondiali a squadre e ho continuato ad essere molto vicino al podio in diverse gare. Le medaglie son mancate perché altri son stati più bravi“.

Ciò nonostante, nei grandi eventi del 2015 (Europei e Mondiali) hai dimostrato grande competitività, mancando il podio di un soffio: cosa ti è mancato in quelle circostanze?
A me non è mancato niente, sono gli altri che in più di me hanno quattro o sei anni in meno! Per come si è sviluppata la tecnica dopo Londra, l’estro giovanile e una schiena più mobile possono fare la differenza. Io ho pagato sempre un limite fisico e forse anche un po’ di sfortuna“.

Quali differenze ci sono tra il Molmenti del 2012 e quello del 2016? Pensi di poter tornare ad essere quello di 4 anni fa?
Ogni giorno siamo diversi e non sempre migliori. Certo ho più esperienza e più consapevolezza ma sicuramente ho più acciacchi e dovrò studiare bene le strategie di gara per usare l’energia disponibile dove serve e nel momento giusto. Come nel 2012 è impossibile, ma quello del 2016 può dare belle sorprese!“.

Al momento sei in lizza con i tuoi compagni di squadra per ottenere la convocazione per Rio: che tipo di rapporto avete?
Purtroppo mi vedono distante, diverso da loro. Non capisco se mi temono o se gli sto sulle scatole! Con Giovanni De Gennaro invece ho un buon rapporto, quando possiamo ci alleniamo assieme e spero possa dimostrare presto quanto vale, perché a volte mi sembra che ci creda poco“.

Una volta a Rio, quale sarà il tuo obiettivo? Ti accontenteresti di una medaglia o punti al bis?
In canoa, quando sei in finale puoi vincere come arrivare ultimo soltanto per uno scherzo dell’acqua o uno scherzo della testa. La mia esperienza potrà fare la differenza. Dopo le qualifiche, se andranno bene, penserò al canale e alle strategie da usare“.

Che impressione ti sei fatto del canale olimpico? Si adatta alle tue caratteristiche?
Il canale di Rio è stato fatto in fretta e furia, per avere un flusso d’acqua controllato l’han reso molto lento e le particolarità tecniche sono scarse. Sarà una sfida molto fisica e questo mi avvantaggia, ma anche gli altri l’hanno capito. Sarà sempre una battaglia fino all’ultima pagaiata!“.

Quella di Rio sarà la tua ultima Olimpiade?
Ci sono tanti segnali che mi suggeriscono di finire questa vita, ma sono un agonista e non appenderò la pagaia tanto in fretta“.

Pensi che, dopo Daniele Molmenti, la canoa slalom possa avere un futuro? E su quali giovani si potrebbe puntare?
Al momento vedo pochi nomi che possono avere il coraggio di fare il salto di qualità. E purtroppo manca anche l’ambiente giusto per permettergli di migliorare. Brutto dirlo, ma io sono quello che sono perché sono stato tanto all’estero e mi sono allenato con avversari di altre nazioni“.

Negli ultimi anni il livello del K1 è cresciuto moltissimo. In ogni gara almeno 7-8 atleti possono puntare alla vittoria. Quali pensi che possano essere i rivali più accreditati per Rio 2016?
I nomi sono tanti e son tutti giovani accidenti! Il podio dell’ultimo Mondiale è temuto, ma anche l’inglese Clark e il francese Biazizzo sono davvero dei talenti“.

Dopo la tua vittoria a Londra, è cambiato davvero qualcosa quanto a visibilità dei media e diffusione di praticanti della canoa slalom in Italia?
Dopo Londra c’è stato un piccolo boom di iscrizioni, ma sono stati pochi i club d’Italia che hanno saputo essere pronti e rispondere alla richiesta. Non avendo un centro comodo con un canale artificiale, è molto difficile dare una svolta alla qualità della canoa in Italia. I media hanno fatto un lavoro discreto rispondendo alle esigenze di “mercato”. Quello che mancano sono i risultati e spero di fare la mia parte ancora una volta!“.

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Foto: profilo FB Molmenti

federico.militello@oasport.it

1 Commento

  1. Luca46

    6 Aprile 2016 at 16:04

    Giù il cappello … quando uno dice: non sono io che vado piano ma sono gli altri che vanno più forte … cosa si può dire, avessero tutti l’umiltà di accettare le sconfitte senza accampare scuse

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