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Judo, Europei 2016: le pagelle degli azzurri e dei big internazionali (prima giornata)

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La prima giornata dei Campionati Europei di judo 2016 ha regalato all’Italia due importanti medaglie di bronzo, capaci di rompere un digiuno di podi continentali che durava da cinque anni. Vediamo nel dettaglio come si sono comportati i judoka azzurri impegnati ed alcuni dei più importanti interpreti internazionali, in attesa che abbiano inizio i combattimenti della seconda giornata.

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PROMOSSI

Elios Manzi (60 kg) e Fabio Basile (66 kg): i due giovani azzurri, rispettivamente venti e ventuno anni, hanno riportato l’Italia sul podio l’Italia dopo cinque anni di assegna dalla zona medaglie della rassegna continentale. Questo basta ed avanza per assegnare loro il massimo dei voti. Battendo avversari ben più esperti e quotati, i due hanno dimostrato che l’Italia può guardare con fiducia al futuro, e che anche i talenti azzurri sono capaci di vincere da senior dopo i successi nelle categorie giovanili.

La Francia: con due ori, un argento e due quinti posti, la Francia ha dominato la prima giornata dei Campionati Europei. Walide Khyar (60 kg) si è laureato campione europeo senior a meno di un anno dal suo titolo continentale junior, mentre Automne Pavia (57 kg) è tornata a vincere dopo i successi del 2013 e del 2014. Medaglie importanti nella corsa alla qualificazione olimpica, così come l’argento di Priscilla Gneto (52 kg).

Majlinda Kelmendi (52 kg): la kosovara ha fugato ogni dubbio, dimostrando di essere tornata di fatto la leader della categoria 52 kg. Dopo l’infortunio e la sconfitta del Grand Slam di Abu Dhabi, alcuni avevano messo in dubbio che Kelmendi sarebbe tornata a dominare, ma la ventiquattrenne ha saputo rispondere presente al momento più importante. A Rio 2016 sarà lei la favorita.

Timna Nelson-Levy (57 kg): la ventunenne israeliana rappresenta decisamente la più grande sorpresa della prima giornata. Al contrario degli azzurri Manzi e Basile o del francese Khyar, questa judoka non può vantare medaglie a livello giovanile, ed il suo terzo posto rappresenta dunque un risultato impronosticabile.

Charline Van Snick (48 kg) e Vazha Margvelashvili (66 kg): due medaglie d’oro molto diverse per questi due atleti. La belga si conferma campionessa europea ed aggiunge un nuovo podio alla sua ricca collezione, mentre il georgiano ottiene il suo primo titolo, dando ragione a chi lo vedeva favorito al di là della posizione nel ranking mondiale.

RIMANDATI

Valentina Moscatt (48 kg): due vittorie, un incontro perso contro la numero uno ungherese Éva Cernoviczki ed una sconfitta senza spiegazione contro la rumena Monica Ungureanu nel match per il bronzo. Il risultato di Valentina Moscatt ha una grande importanza in ottica olimpica, ma lascia l’amaro in bocca per una nuova medaglia sfumata a pochi passi dal traguardo.

Carmine Di Loreto (60 kg) e Maria Centracchio (57 kg): eliminati dai futuri campioni europei. Di Loreto ha pescato Khyar sin dal primo turno, mentre Centracchio ha battuto dopo un lungo golden score l’israeliana Noa Minsker prima di perdere contro Pavia.

La Romania: Una campionessa in carica e tre atlete piazzate tra le migliori teste di serie della categoria hanno portato alla squadra rumena “solo” due bronzi. Corina Căprioriu, numero uno delle 57 kg, non ha neanche raggiunto le prime otto posizioni, mentre Monica Ungureanu ed Andreea Chițu hanno chiuso al terzo posto. Un bilancio che resterà tale, visto che la Romania non dispone di altri judoka da podio – almeno sulla carta.

Dzmitry Shershan (66 kg): Un quinto posto non è un risultato da buttare, ma dal numero uno del seeding ci si aspettava di più, soprattutto viste le assenze di alcuni atleti quotati. Tanto meglio per Fabio Basile.

La Russia: i russi hanno scelto di lasciare a casa alcuni dei propri migliori atleti, ma se l’anno scorso le categorie di peso più basse avevano regalato alla squadra di Ezio Gamba ben due ori, quest’anno il pubblco di Kazan’ si è dovuto accontentare di due bronzi con Arsen Galstyan (66 kg) e Yulia Ryzhova (52 kg). Lontani dalle medaglie, per fortuna, gli atleti coinvolti nel caso meldonium.

BOCCIATI

Elio Verde (66 kg): se vuole andare a Rio 2016, Elio Verde deve cambiare passo, altrimenti sarà Basile a staccare il ticket olimpico. Il campano ha accumulato troppi shido (sei in due incontri) e proprio uno di questi gli è costato l’eliminazione contro il belga Kenneth Van Gensbeke, atleta decisamente alla portata di Verde. Restano due tornei per invertire la rotta.

Odette Giuffrida (52 kg): inutile negarlo, Odette Giuffrida era andata a Kazan’ per salire sul podio. I quarti di finale erano l’obiettivo minimo per lei, ma la svizzera Evelyne Tschopp le ha sbarrato la strada. Quest’ultima, che sembrava in stato di grazia dopo le vittorie sulla rumena Larisa Florian e sull’azzurra, è poi uscita ridimensionata dal match perso contro la veterana francese Annabelle Euranie. Una prestazione che non pone certo dubbi sul talento della romana, ma che è certamente insufficiente per quanto visto ieri.

Mareen Kräh (52 kg) e Miryam Roper (57 kg): la Germania si affidava a queste due judoka, già presenti a più riprese sul podio europeo, per ottenere le medaglie nella prima giornata. La squadra teutonica è però rimasta ferma al palo, senza qualificare atleti in semifinale. Il perentorio ippon di Pavia su Roper ai quarti di finale è più che mai rappresentativo.

Francisco Garrigós (60 kg) e Julia Figueroa (48 kg): la Spagna puntava molto sui suoi talenti della categorie di peso più basse, ma ieri quasi nessuno si è accorto che erano in gara. Entrambi sconfitti al primo turno da atleti che poi non sarebbero andati a podio, e per Figueroa c’è l’aggravante di essere la quarta testa di serie del tabellone.

Alljudo.net: il sito tematico francese critica il proprio atleta Vincent Limare (60 kg) per essere stato “battuto dal modesto italiano Manzi“. Un aggettivo decisamente fuori posto.

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Immagine: EJU

giulio.chinappi@oasport.it

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