Judo
Judo, Europei 2016: l’Italia risorge dalle sue ceneri, ma ora si pensa a Rio
La notizia è oramai nota a tutti: dopo cinque anni, l’Italia è tornata sul podio dei Campionati Europei di judo nelle prove individuali, conquistando a Kazan’, in Russia, due bronzi con Elios Manzi (60 kg) e Fabio Basile (66 kg). Un risultato che assume un valore importante per diversi motivi, che cercheremo di analizzare di seguito.
Innanzi tutto, che l’Italia torni a vincere delle medaglie nelle grandi competizioni internazionali è già di per sé un fatto più che positivo, visto che dopo il bronzo di Rosalba Forciniti a Londra 2012 era calato il buio sui colori azzurri da questo punto di vista. Lo scorso anno si erano creati i prodromi per questo evento il il terzo posto della squadra femminile a Baku, ma il valore di una medaglia individuale è innegabilmente superiore. A confortare ulteriormente, è il fatto che questi risultati siano arrivati proprio nell’anno olimpico, a meno di quattro mesi dai Giochi di Rio 2016, anche se molto probabilmente Manzi non sarà in Brasile, mentre Basile dovrà ancora combattere nei prossimi tornei per assicurarsi un posto. Ciò che conta, però, è che le medaglie porteranno sicuramente un’aria di fiducia nell’ambiente della nazionale, trasmettendo il messaggio che l’ambìto podio non è affatto accessibile agli italiani, e smentendo dunque una percezione che forse si era diffusa negli ultimi tempi.
Altro fattore da non sottovalutare è l’età dei due medagliati: i vent’anni di Manzi ed i ventuno di Basile rappresentano perfettamente quello che gli osservatori del judo azzurro sanno già da tempo, ovvero che per l’Italia sta per arrivare un nuovo periodo di potenziali successi grazie ad una generazione che sembra essere in grado di riportare il movimento nazionale ai fasti del passato. Dopo i tanti successi nelle categorie giovanili, la generazione dei ventenni è pronta per sfondare nel mondo dei grandi, e non solamente con i due elementi sopra citati. Il quadriennio successivo, quello che porterà a Tokyo 2020, si annuncia dunque ben diverso da quello che sta per concludersi con Rio 2016.
Altro fattore che i più attenti avranno notato, e che rappresenta una novità di rilievo negli ultimi anni, è che i due podi siano arrivati dal settore maschile, mentre di recente erano sempre state le donne a difendere al meglio i colori italiani. Vero è che Edwige Gwend (63 kg) e Valentina Moscatt (48 kg) sono arrivate ad un passo dal podio, classificandosi quinte, ma è altrettanto vero che le due atlete sono delle abitudinarie dei piazzamenti tra le migliori otto, e per loro è più la delusione per aver mancato la medaglia che la soddisfazione per il risultato.
Ad ogni modo, con le sue due medaglie di bronzo, l’Italia si è riaffacciata nel mondo del judo di alto livello: “L’Italia è tornata fra noi“, come è apparso sul portale francese L’Esprit du Judo.
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Se l’Italia ha avuto motivi più che validi per sorridere, non sono però mancati gli aspetti negativi nella spedizione di Kazan’: veniamo dunque alle dolenti note. Considerando che l’obiettivo numero uno dell’anno è rappresentato dai Giochi Olimpici di Rio 2016, gli Europei di Kazan’ hanno rappresentato un mezzo disastro in ottica qualificazione a cinque cerchi: al netto degli infortuni di Andrea Regis (73 kg) e di Alessio Mascetti (+100 kg) – senza dimenticare quello ancora precedente di Walter Facente (90 kg) – e della squalifica di Assunta Galeone (78 kg), coloro che erano in bilico tra la sponda dei qualificati e quella degli esclusi non hanno infatti risposto in modo adeguato.
L’unica che ha ottenuto punti importanti è stata Valentina Moscatt, mentre al maschile Elio Verde (66 kg) ed Antonio Ciano (81 kg) non hanno mantenuto il loro rango, con il primo che oltre ad affrontare la concorrenza internazionale è oramai costretto ad inseguire Basile. Anche Domenico Di Guida (100 kg), che aveva bisogno di un buon risultato per rilanciarsi, non è riuscito nell’intento. Per i due 73 kg, Enrico Parlati ed Antonio Esposito, è invece più la delusione per aver perso al primo turno, in quanto l’obiettivo olimpico sarebbe stato comunque molto distante per entrambi.
Diverso il discorso per Odette Guffrida, che a Kazan’ poteva concentrarsi unicamente sull’obiettivo medaglia, vista la sua posizione confortante nel ranking olimpico: la romana ha subito una cocente, delusione venendo eliminata sin dagli ottavi di finale, ma nel suo caso l’eliminazione europea resterà solo un cattivo ricordo se arriverà qualcosa di più importante questa estate.
Insomma, dopo Kazan’, la situazione degli azzurri in ottica olimpica – della quale parleremo in modo più dettagliato domani – è decisamente peggiorata, con solamente Gwend e Giuffrida qualificate dirette, e Moscatt che si aggrappa alla quota continentale. Ricordiamo che i tornei validi per l’Olympic Games Qualifiers (OGQ) ancora a disposizione sono oramai solamente tre: Grand Slam di Baku, Grand Prix di Almaty e World Masters di Guadalajara.
I Giochi Olimpici, del resto, erano proprio il pensiero fisso per tutti i judoka. Al di là di quelli che speravano di ottenere punti per rientrare tra i qualificati o per difendersi dagli attacchi dei concorrenti, infatti, anche i big internazionali hanno dichiarato apertamente che questi Campionati Europei rappresentavano soprattutto una tappa intermedia in vista di Rio. Sia coloro che hanno ottenuto i titoli e le medaglie, che coloro che invece sono stati eliminati prematuramente, hanno asserito nelle loro dichiarazioni di pensare unicamente all’appuntamento a cinque cerchi.
Rappresentative le parole di Teddy Riner, il gigante francese della categoria +100 kg, che ha promesso di arrivare a Rio con una forma molto migliore ed un judo molto più rapido, arrivando anche a dire di essersi volutamente risparmiato per non dare punti di riferimento agli avversari e non far vedere tutto ciò di cui è capace.
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Immagini: EJU
giulio.chinappi@oasport.it