Judo
Judo: Rio 2016 un passaggio obbligato verso il raggiante quadriennio di Tokyo 2020
Come abbiamo avuto modo di analizzare nelle giornate precedenti, i Campionati Europei di Kazan’ 2016 rilanciato, da un lato, il judo italiano grazie alle medaglie conquistate da Elios Manzi (60 kg) e Fabio Basile (66 kg), ma dall’altro hanno allontanato diversi azzurri dalla zona qualificativa ai Giochi Olimpici di Rio 2016. Guardando le classifiche attuali, l’Italia qualificherebbe solamente tre judoka – tutte donne – ai prossimi Giochi Olimpici: Edwige Gwend (63 kg), Odette Giuffrida (52 kg) e, grazie alla quota continentale, Valentina Moscatt (48 kg). Una situazione che certamente potrebbe migliorare in base ai risultati degli azzurri nei prossimi tornei del circuito mondiale, ma che comunque è figlia di un quadriennio che nel complesso non ha regalato grandi soddisfazioni al judo made in Italy.
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Rispetto ai nove qualificati di Londra 2012, dunque, la spedizione italiana in questo sport sarà certamente inferiore nei numeri, ma ciò non significa che i partecipanti non potranno ottenere soddisfazioni. Non va dimenticato, infatti, che il judo italiano ha conquistato nel complesso tredici medaglie olimpiche, e da Barcellona 1992 ha sempre ottenuto almeno un podio in tutte le edizioni a cinque cerchi.
Detto ciò, non possiamo negare che, sebbene i Giochi di Rio 2016 siano più che mai prossimi, in molti già puntano lo sguardo sul quadriennio successivo, quello che porterà a Tokyo 2020. Da tempo, infatti, nell’ambiente del judo nazionale si dice che quelle giapponesi potrebbero essere le Olimpiadi dell’Italia, proprio sui tatami del Paese da dove quest’arte marziale proviene. Come abbiamo avuto modo di considerare già in altre occasioni, l’Italia dispone di una generazione di talentuosi judoka che proprio tra quattro anni potrebbe raggiungere una maturità tale per invadere i podi a cinque cerchi, anche se per ottenere i risultati bisognerà continuare a lavorare duramente, visto che, da soli, il talento e le medaglie delle categorie non bastano.
Pensiamo ad esempio ad Elios Manzi, che da poco ha raggiunto il risultato più importante della sua giovane carriera, ma che, molto probabilmente, non avrà la possibilità di andare in Brasile (salvo risultati clamorosi tra Baku ed Almaty), a causa di un primo anno di qualificazione olimpica passato ai box. Diverso il discorso per l’altro medagliato di Kazan’, Fabio Basile, attualmente il primo escluso dalla zona qualificativa dei 66 kg, che dunque può ancora dire la sua in maniera concreta per Rio 2016, senza dimenticare che la stessa Odette Giuffrida fa parte di questa generazione, trattandosi di un’atleta classe 1994. Ma parliamo anche di altri judoka, come Antonio Esposito, che – oramai non è più un segreto – passerà presto dalla categoria 73 kg allaa 81 kg: il napoletano è stato richiamato all’ultimo per gli Europei come sostituito dell’infortunato Andrea Regis, e non è riuscito ad esprimersi in maniera consona alle sue capacità, ma fa parte certamente degli elementi da tenere d’occhio per i prossimi quattro anni. E la lista potrebbe poi continuare con tutti quei judoka che si trovano ancora nelle categorie giovanili, e dei quali si attende l’esplosione nelle prossime stagioni.
Ricapitolando, l’Italia arriverà a Rio 2016 con una spedizione ridotta a pochi elementi, ma con possibilità intatte di confermarsi sul podio a cinque cerchi con gli atleti che parteciperanno, per poi puntare ad un radioso quadriennio che potrebbe portare soddisfazioni decisamente maggiori verso Tokyo 2020.
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Immagine: EJU
giulio.chinappi@oasport.it