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Ciclismo

Liegi-Bastogne-Liegi 2016, il percorso: novità pavé, finale sempre ad Ans

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La Liegi-Bastogne-Liegi, quarta Classica monumento della stagione, cambia. Sulle côte ardennesi arriva il pavé nelle fasi più calde della corsa per provare rivoluzionare un finale che, negli ultimi anni, ha regalato ben poche emozioni.

Con l’incognita neve che incombe, i 253 chilometri con andata e ritorno tra Liegi e Bastogne potrebbero regalare diverse sorprese. La prima fase di gara, pur priva di salite riconosciute, non regalerà tregua. Continui mangia e bevi che non lasceranno scampo al gruppo e ai coraggiosi che tenteranno la fuga. La prima vera ascesa sarà la côte de La Roche-en Ardenne, quasi 3 chilometri al 6% dopo un’ottantina di chilometri. A seguire, dopo altri 47 chilometri, sarà il turno della côte de Saint-Roch. La pendenza sale e arriva all’11% di media pur su una distanza di soli 1000 metri.

Il tratto successivo porterà relativa calma, dal punto di vista altimetrico, proprio nel cuore della gara. Gli ultimi 95 chilometri, però, saranno vere e proprie montagne russe: in rapida successione côte de Wanne (3 km al 7,5%), côte de la Haute-Levée (3,6 km al 5,6 con il tratto iniziale al 13 che poi spiana) e col du Rosier (una vera e propria salita di 4 chilometri al 6%). Il col du Maquisard sarà l’ultimo antipasto prima della scorpacciata finale: su due chilometri di lunghezza presenta une pendenza media del 5%.

La Redoute non ha bisogno di presentazioni. Due chilometri al 9%, con il tratto più impegnativo proprio nel centro. A meno di 40 dal traguardo potrebbe rappresentare il primo vero spartiacque della gara, specialmente in caso di brutto tempo. Sedici chilometri di pausa tra falsopiano e discesa per arrivare alla côte de La Roche-aux-Faucons. Qui sì, si potrà iniziare a pensare seriamente alla possibilità di attaccare per provare a vincere. Pendenze importanti (11%) su un chilometro e trecento metri: una volta in cima, la strada continuerà a salire e chi avrà le gambe potrà fare il vuoto, dopo oltre 230 chilometri di sofferenza.

La côte de Saint-Nicolas viene definita anche la salita degli italiani. E per la forte presenza di emigrati nostrani e per l’abitudine degli azzurri di fare la differenza su questo chilometro abbondante all’8 per cento. Pendenza da capogiro sulle prime rampe che poi vanno a scemare ma senza regalare nulla agli atleti, che dovranno spingere sino alla cima. Qui possono nascere azioni importanti: in vetta mancheranno solo 6 chilometri e 500 metri al traguardo.

In questa fase la vera, grande novità di questa edizione numero 102. Seicento metri al 10% che sembrano esportati dalle Fiandre, un drittone in pavé che lascia senza respiro anche ad un’occhiata fugace. È la côte de la Rue Naniot, a 3 chilometri dal traguardo. Poi brevissima discesa verso la côte d’Ans, che terminerà in concomitanza con la linea d’arrivo. Pendenze dolci, ma una strada senza fine. Un chilometro tutto dritto tra due ali di folla, a 250 metri svolta secca a sinistra e rettilineo finale dove i migliori si dovranno giocare il successo in una volta basata sulla brillantezza e la forza sia fisiche che mentali.

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gianluca.santo@oasport.it

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