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MotoGP
MotoGP, GP Americhe 2016: Marquez tenta l’allungo nell’amato Texas. Valentino Rossi contro il tabù-vittoria, mentre in casa Ducati…
Il Gran Premio Motociclistico delle Americhe si è svolto per la prima volta nel 2013 sul “Circuito delle Americhe” di Austin, Texas. È il terzo GP della storia del Motomondiale istituito sul territorio statunitense, dopo quelli corsi sui tracciati di Laguna Seca e Indianapolis. Marc Marquez ha vinto tutte e tre le edizioni precedenti, quindi, anche alla luce dell’ottima performance argentina, il centauro di Cervera si presenterà ai nastri di partenza con i favori del pronostico. Occhio anche al redivivo marpione Pedrosa domenica: la Honda è sempre andata molto forte qui e Dani può vantare due piazze d’onore su due partecipazioni.
Un eventuale poker texano di Marquez sarebbe sinonimo di allungo in testa alla classifica piloti, visto che lo spagnolo guida ora la graduatoria con 41 punti, 8 in più rispetto a Valentino Rossi. Il Dottore, a Termas de Rio Hondo, ha beneficiato del pasticcio-Ducati, conquistando un secondo posto d’oro che molto probabilmente sarebbe stata la seconda “medaglia di cartone” consecutiva di questo Mondiale, senza l’involontario strike intestino inventato da Iannone. Ad Austin, Vale sarà chiamato a confermarsi pretendente credibile per il podio, dunque, ma anche a sfatare un tabù chiamato vittoria: sesto nel 2013, ottavo nel 2014 e terzo lo scorso anno.
Vittoria che in casa Yamaha manca solo da parte rossiana, in questo inizio di stagione, poiché Jorge Lorenzo il suo primo scalpo lo ha già conquistato in Qatar, nella gara d’esordio. Il maiorchino arriva negli States incavolato nero, dopo la fatale “macchia bagnata” di Termas de Rio Hondo che lo ha estromesso dai giochi. Anche Lorenzo non può pregiarsi di una grande tradizione sul tracciato texano, tuttavia c’è da scommetterci, farà di tutto per tornare subito a fare ciò che gli riesce meglio: salire sul gradino più alto del podio. Non è nemmeno abituato a vedere gli altri colleghi precederlo nella classifica generale, poi…
Infine, “Casa Ducati“. La nuova sit-com (più un noir, a dire il vero…) italiana inaugurata in Argentina, ma che affonda le sue tetre radici in un pregresso psico-contrattuale ben più profondo, deve rivedersi, quasi smentirsi, negli Stati Uniti. Andrea Iannone ha già chiesto indirettamente scusa al compagno di squadra per il fattaccio di domenica scorsa (perderà tre posizioni in griglia), ora deve iniziare a racimolare punti, podi, possibilmente; la sua moto è competitiva, anche se attesa dalle prove del nove sui tracciati più “guidati” e meno scorrevoli (sulle piste veloci la GP16 avrà pochi rivali quest’anno). Urge stemperare qualsivoglia nervosismo/frustrazione da cupa lungimiranza agonistica…
Andrea Dovizioso, da par suo, “sale” in Texas forte di numeri e di un curriculum che gli sorridono, nonostante l’enorme delusione per il finale del GP d’Argentina. Il forlivese, secondo a Losail, avrebbe conquistato un meritato podio anche a Termas de Rio Hondo ed i suoi recenti precedenti relativi al Gran Premio delle Americhe sono incoraggianti: terzo nel 2014, secondo nel 2015.
E i vari Laverty, Barberá, Pol Espargaró, Bradl, Smith, Rabat saranno capaci di riconfermarsi dopo l’ecatombe albiceleste che due giorni or sono li ha proiettati verso insperati lidi di classifica? Bah…
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giuseppe.urbano@oasport.it
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