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Motomondiale 2016, MotoGP: Lorenzo e battaglia fratricida. La Ducati rischia di farsi male da sola

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La Ducati versione 2016 è partita forte, dimostrando in pista che il lungo e duro lavoro invernale svolto a Borgo Panigale dall’équipe coordinata da Gigi Dall’Igna può produrre frutti gustosi in questo Mondiale MotoGP. I primi due appuntamenti iridati hanno confermato l’enorme potenziale della GP16 (e nemmeno le vecchie GP15 stanno andando piano); capitomboli a parte, anche i due piloti italiani in Rosso sembrano in assoluta sintonia con i loro bolidi, un po’ meno con se stessi

In quanto a velocità assoluta, la nuova Desmosedici non ha nulla da invidiare a nessuno, ora bisognerà testarla sui tracciati meno veloci, più tecnici ed insidiosi, eppure l’unico podio di scuderia fin qui conquistato (il secondo posto di Dovizioso a Losail) grida ancora vendetta: il passo di Iannone era da top 3 sia in Qatar sia in Argentina, mentre il suo compagno di squadra domenica scorsa poteva tranquillamente bissare la piazza d’onore dell’esordio. Ma sappiamo tutti com’è andata…

Il domino polemico innescato dall’Andrea di Vasto a Termas de Rio Hondo, privando il suo team di un preziosissimo, molto probabile doppio podio, si è trasformato nella proverbiale benzina sul fuoco delle tensioni e del nervosismo che ormai già da un po’ divampa nel box Ducati. L’errore di Iannone (sì, perché di fallo figlio di svariate inquietudini personali s’è trattato) alla penultima curva del GP d’Argentina gli costerà tre posizioni di penalizzazione in griglia ad Austin e un punto sulla “patente”. Ma, in realtà, il conto da pagare potrebbe essere ancor più salato, per pilota e squadra.

L’abruzzese, punito dalla Direzione Gara per il sorpasso azzardato (ancor più fuori luogo poiché controproducente per tutta la scuderia), s’è beccato la ramanzina dei vertici e, in ottica-rinnovo, s’è posto adesso in una posizione di svantaggio rispetto al team mate, se mai verrà confermato in Ducati un azzurro per il Mondiale 2017

E sì, perché, salvo clamorosi dietrofront, la prima moto della prossima stagione è stata già assegnata… Di sicuro, Ducati vuole a tutti i costi – sic – un top rider per il Mondiale che verrà: il tester di lusso Casey Stoner pare non sia convinto di voler tornare a battagliare per Gran Premi e classifiche, al contrario di Jorge Lorenzo che è molto tentato dall’idea di accettare l’offerta faraonica pervenutagli ab illo tempore dall’Emilia. Per il maiorchino, inoltre, provare a fare meglio dell’eterno nemico Rossi con i colori che tutt’ora costituiscono il peggior passaggio a vuoto nella carriera del tavulliese, rappresenta uno stimolo senza eguali, una vera e propria “sfida nella sfida a distanza”.

Puntualizzato ciò, appare inevitabile che almeno uno dei due italiani sia destinato a lasciare Borgo Panigale a fine Campionato e, poiché un’eventuale riconferma unica passerebbe dai risultati e dai comportamenti di questo Mondiale 2016, la convivenza domestica rischia di trasformarsi in duello fratricida. Senza esclusioni di colpi? Tutti sperano di no, ma le premesse sono da Guerra degli Andreas

In Argentina, il d.s. Paolo Ciabatti a caldo ha detto: “Un attacco così ad un compagno non deve accadere, abbiamo perso un grande risultato”; gli ha fatto eco l’ingegner Dall’Igna che ha parlato di “manovra che non andava nemmeno provata” e della necessità di “iniziare a pensare al grande lavoro che fa tutta la squadra”. Per non parlare delle bordate sganciate nel post-gara dalla prima parte lesa, Andrea Dovizioso, che ha appesantito il sarcastico pollice in alto mostrato al collega una volta finito a terra con queste parole: “Inaccettabile perdere un risultato in questo modo, mi dispiace che la squadra non abbia raccolto quanto meritava, ma per me è solo la conferma di cose che già sapevo…”.

Non sarà affatto facile raccogliere i cocci e raddrizzare, in tempi brevissimi, una situazione che rischia di sfuggire di mano a tutti; però in casa Ducati c’è in ballo la partenza (o la continuazione, dipenderà dai risultati di quest’anno) dei lavori di ricostruzione di un progetto vincente. Gli investimenti sono e saranno ancora tanti per risalire ai vertici della MotoGP, la Rossa non vince un Mondiale nella classe regina dall’ormai lontano 2007 ed è proprio l’indeciso Stoner a rappresentare l’ultimo pilota cintosi dell’alloro iridato in quel di Borgo Panigale. Strano scherzo del destino o congiunzione cercata?

Chissà, ma adesso conta non disperdere né il grande potenziale tecnico delle GP16 né quello agonistico ed umano di Dovizioso e Iannone.

 

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giuseppe.urbano@oasport.it

 

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