Scherma
Scherma, Mondiali a squadre 2016: Dream Team tra l’argento e l’addio alla Vezzali, delude la sciabola maschile
Si chiudono con una sola medaglia d’argento i Mondiali a squadre 2016 per l’Italia, che non è riuscita a difendere i titoli conquistati nel fioretto femminile e nella sciabola maschile lo scorso anno nella rassegna iridata di Mosca.
Nell’antipasto olimpico di Rio de Janeiro l’Italia delude soprattutto con gli sciabolatori, mentre le fiorettiste si sono dovute inchinare in finale ad una Russia fortissima e che ormai ha raggiunto i livelli massimi del nostro Dream Team. Un mondiale completamente russo, visto che oltre al fioretto, anche nella sciabola l’oro è andato a Yakimenko e compagni.
Delusione dunque per la sciabola azzurra, con il quartetto italiano (Occhiuzzi, Berrè, Samele e Curatoli) che si è fermato addirittura ai quarti di finale per mano della Romania (45-43). Non c’era Aldo Montano, sempre alle prese con il recupero dall’operazione alla spalla, ma questo non basta a giustificare un risultato comunque negativo (alla fine sesto posto complessivo) e che non si avvicina all’obiettivo minimo che era il podio.
Nell’ennesimo scontro tra Italia e Russia nel fioretto femminile questa volta hanno prevalso Deriglazova e compagne. Russe che sono subito partite bene fin dai primi assalti, costringendo le azzurre a seguire per tutta la sfida. Il momento critico lo si è avuto con il settimo ed ottavo assalto con la Russia capace di allungare fino al+8. Arianna Errigo ha provato una rimonta disperata, ma dopo il 6-0 iniziale non è riuscita a completare l’opera. Un Dream Team che ha probabilmente pagato la giornata no di Elisa Di Francisca, che aveva faticato in semifinale e non è stata poi schierata in finale. La sensazione è quella che per battere questa Russia non si puó fare a meno di una tra Errigo e Di Francisca.
Rio, peró e soprattutto, ha coinciso con il ritiro dalle competizioni ufficiali di Valentina Vezzali. Si chiude dunque con una medaglia d’argento la straordinaria carriera della sportiva italiana più vincente di sempre, capace di conquistare nove medaglie olimpiche, di cui 6 d’oro. Vezzali ha rappresentato la scherma azzurra per vent’anni e lascia dopo aver contribuito a creare una squadra di fioretto femminile che non ha mai avuto eguali nella storia e che a Londra 2012 ha scritto uno dei momenti più alti della storia dello sport italiano.
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andrea.ziglio@oasport.it
Foto da: Augusto Bizzi/Federscherma
Gabriele Dente
29 Aprile 2016 at 00:35
Peccato che la RAI abbia troncato il collegamento appena finita la finale. Sarebbe stato bello carpire le emozioni di Valentina sul podio.
Sapete la cosa che mi impressiona di più? Certo, 6 ori olimpici e 16 mondiali sono tanti. Ma le SETTANTANOVE prove individuali di coppa del mondo rendono più di ogni altra cosa l’idea del “cannibalismo” di questa eccezionale campionessa. Più o meno fanno 3 o 4 vittorie a stagione per 22 stagioni (stagioni in cui quasi sempre ha vinto o l’oro olimpico o l’oro mondiale o quello europeo, se non più di una di queste medaglie).
Personalmente ammiro il suo carattere e mi chiedo da dove abbia tratto la forza per tutti questi anni, dopo aver collezionato tutti quei successi, di tornare in palestra ogni volta come se fosse il primo giorno per provare a vincere una qualsiasi gara di coppa del mondo poche settimane dopo. Molto spesso riuscendoci.
Spesso gli atleti al vertice cominciano a perdere perché qualcosa “dentro” cambia. Ma in Valentina no. Lei ha avuto la stessa voglia anche mercoledì sera. Lo si vedeva chiaramente sul suo volto.
Si può dire che Valentina sia stata battuta dal tempo che passa. Ma il carattere no. Quello è sempre intatto…