Scherma

Valentina Vezzali, la più grande di sempre. Una delle leggende del ventennio d’oro italiano

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E’ finita un’era esaltante, gloriosa, chissà se irripetibile. Valentina Vezzali era una delle ultime esponenti ancora in attività del ventennio d’oro dello sport italiano che ha abbracciato gli anni Novanta e Duemila.

Armin Zoeggeler, Antonio Rossi, Josefa Idem, Stefania Belmondo, Alberto Tomba, Deborah Compagnoni, Yuri Chechi, Paolo Bettini e Roberto Cammarelle sono solo alcuni dei grandissimi che hanno segnato un’era. Non semplici campioni, ma fuoriclasse autentici, capaci di trionfare a ripetizione e, soprattutto, durare nel tempo.

Una generazione leggendaria, caratterizzata da un identico filo conduttore: la fame implacabile di vittoria, quel desiderio inappagabile di continuare a rincorrere l’ebbrezza che solo le note dell’Inno di Mameli sul podio sanno regalare. Vivere con un unico obiettivo: essere più forte di tutti. 

Erano fenomeni, naturalmente, con doti innate e speciali, ma anche professionisti indiscutibili che hanno fondato le loro fortune sulla cultura del lavoro: la vittoria, da sempre, esige il suo tributo in termini di rinunce e sacrifici.

Resta ancora qualche grande interprete di questa nidiata memorabile: pensiamo a Giovanni Pellielo, Federica Pellegrini, Clemente Russo e Valentino Rossi, tutti ancora pienamente sulla breccia dell’onda nonostante una fulgida carriera alle spalle.

Oggi, tuttavia, si ritira la più grande sportiva italiana tout court di tutti i tempi, con un palmares impressionante e probabilmente inavvicinabile per le future generazioni (6 ori olimpici, di cui 3 individuali, 16 Mondiali, 13 Europei, 79 vittorie in Coppa del Mondo, con ben 11 sfere di cristallo).

Valentina Vezzali è la scherma. Valentina Vezzali è stata per oltre vent’anni la pietra miliare di uno sport italiano dominante. Oggi, nell’alveo dei miti immortali, di coloro le cui gesta resisteranno all’inesorabile vortice della storia, c’è anche colei che mai come nessun’altra ha incarnato dentro di sé il fuoco ammaliante della vittoria.

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federico.militello@oasport.it

1 Commento

  1. ale sandro

    27 Aprile 2016 at 09:09

    Bel pezzo Federico, uno dei migliori che ho letto in questi giorni sull’argomento Vezzali. Mi piace sempre quando per un’atleta o un periodo si fa il punto della situazione alla fine dei conti,e vedere Valentina rappresentare quasi un gruppo di straordinari fuoriclasse e campioni che abbiamo avuto, mette in evidenza sia le gesta e il livello che il nostro paese ha saputo trarre da giganti come lei o gli altri. E a mio parere fa da riferimento a ciò che si dovrebbe fare per avere delle stagioni così importanti.
    Finalmente poi, nulla che dia adito ai classici distinguo che si fanno persino con i supercampioni (per capirci ,un quarto di complimento e sei bastonate nella stessa frase, parlando di fatti extrasportivi) , tipico di una nazione incapace di celebrare e ricordare gli eventi e le imprese nel contesto più adeguato.
    Potrei citare la marea di vittorie, dalle tre gemme olimpiche individuali ai titoli mondiali , compreso il ritorno vincente dalla maternità a tempo record. Personalmente però resta nel cuore, tra le imprese più belle , la rimonta di Londra ’12 sulla coreana Nam, altra grande atleta, per la finale del bronzo individuale. Ulteriore testimonianza della voglia di vincere di questa fiorettista unica e leggendaria.

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