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Vela: un conto olimpico da saldare, Gianfranco Sibello guida Conti-Clapcich

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Brave le danesi. Jena Mai Hansen-Katja Salskov-Iversen si sono pienamente meritate il titolo continentale grazie a un’ultima giornata quasi perfetta.  4-2-1 nelle regate di flotta e il secondo posto in Medal race hanno consentito al forte equipaggio nordico di superare le nostre Giulia Conti e Francesca Clapcich. L’amarezza per aver perso all’ultima regata il secondo titolo continentale consecutivo, svanisce dando uno sguardo a quanto fatto dalle due azzurre in questo quadriennio olimpico.

Seste agli Europei e quarte ai Mondiali del 2013, bronzo ai Mondiali di Santander 2014 con Francesca Clapcich tornata in tempi record dall’infortunio alla caviglia, doppio oro continentale e iridato nel 2015, quarto posto ai Mondiali e argento due giorni fa a Barcellona. Il 49er FX italiano sarà la punta di diamante della squadra italiana ai Giochi di Rio de Janeiro. Numeri, talento e caparbietà amalgamati e gestiti da un allenatore, Gianfranco Sibello, che con i Giochi olimpici ha un conto aperto.

“Sono la mia rivincita olimpica” aveva dichiarato lo scorso anno il tecnico che in coppia con il fratello Pietro non è mai riuscito a portarsi a casa una medaglia a cinque cerchi. L’epilogo di Pechino 2008, quando gli azzurri chiusero al quarto posto rimane una delle vicende più controverse della vela olimpica. Una scuffia a un centinaio di metri dal traguardo dell’ultima regata permise infatti ai fratelli tedeschi Peckolt di raggiungere gli azzurri in classifica: alla beffa dei teutonici davanti in classifica per il miglior piazzamento nell’ultima regata si aggiunse l’incredibile impresa dei danesi (sempre loro) Warrer-Ibsen. Rimasti senza barca prima dell’ultima regata, i nordici presero in prestito quella dei croati, riuscendo, nonostante i ricorsi, a laurearsi campioni olimpici.

Quattro anni dopo fu problema fisico di natura neuro-vascolare riscontrato a Pietro a mettere fine alle velleità di riscatto dei fratelli di Albenga. Lo stop di Pietro, il tentativo in extremis di partecipare ai Giochi e il no definitivo del Coni. Alla fine l’idoneità non arrivò e Gianfranco dovette prender parte ai Giochi di Londra insieme a Giuseppe Angilella. Arrivò un bel nono posto che pose fine alla carriera a cinque cerchi da prodiere. Tra qualche mese in Brasile inizierà quella da allenatore ma l’obiettivo rimarrà il medesimo: il podio olimpico.

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francesco.drago@oasport.it

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