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Volley, Champions League – Trento incanta, sfiora l’impresa e la Coppa. Kazan rimonta da 0-2, Campione d’Europa

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A un passo dal sogno. L’impresa sfuma per un soffio. Il miracolo sportivo non si concretizza per un paio di dettagli. Trento commuove, guida per larghi tratti, sfiora la Coppa ma perde la Finale della Champions League 2015/2016 di volley maschile.

Alla Tauron Arena di Cracovia, i Campioni d’Italia si devono inchinare al cospetto della Dinamo Kazan che trionfa per 3-2 (23-25; 22-25; 25-17; 27-25; 15-13), rimontando l’iniziale svantaggio di 2-0 che i dolomitici si erano guadagnati con pieno merito. Sul 13-11 del terzo set tutto sembrava apparecchiato per l’apoteosi italiana ma il massimo trofeo italiano gira purtroppo lontano dal nostro Paese, a secco dall’ormai lontano 2011.

Cinque anni fa furono proprio gli uomini di Stoytchev a imporsi schiacciando la corazzata russa che oggi restituisce il favore con gli interessi. I Campioni d’Europa si confermano sul Tetto del Vecchio Continente e conquistano la loro quarta Champions League mentre Trento rimane ferma a quota tre. La Finale non sorride più all’Italia che perse anche nel 2013 quando Cuneo dovette ammainare bandiera bianca sempre al tie-break contro la Lokomotiv Novosibirsk.

Prosegue il dominio della scuola russa in Champions League: quinto sigillo consecutivo con tre squadre differenti. Dal 2012 nessuno riesce più a batterli. Trento perde invece la sua prima Finale dopo la leggendaria tripletta trionfale 2009-2011.

 

Lo Zenit Kazan era nettamente favorito ma ha dovuto sudare le fatidiche sette camicie per avere la meglio sulla caparbietà, il cuore, la volontà e i validissimi mezzi tecnici dei Campioni d’Italia, motivatissimi da uno scatenato Rado Stoytchev. Il coach bulgaro oggi perde la battaglia delle panchine dopo aver schiacciato Blengini nella semifinale vinta contro Civitanova, ma Alekno si impone solo grazie al talento dei suoi uomini: una collezione di figurine invidiata da tutto il Mondo e che ha dovuto faticare più del previsto per portare a casa un trofeo che sembrava già assegnato a settembre.

Onore a Trento che ha giocato una signora Finale in cui è mancato solo il guizzo finale, senza dimenticarsi un videocheck dubbio nelle battute conclusive del tie-break. Zenit più forte ma mai padrone del campo nonostante una rimonta scatenata. L’impossibile è sembrato possibile per due ore e mezza di battaglia campale prima che il condottiero più forte piazzasse il colpo mortale.

 

A fare la differenza è stato il solito illegale Leon, bomber cubano da 27 punti (67% in fase offensiva), mvp della Finale, marcatore del punto decisivo. Ottima prova anche dell’opposto Maxim Mikhaylov (22 punti, 69% in fase offensiva). Decisivo l’ingresso del palleggiatore Butko che era partito come riserva di Kobzar. Al centro Ashchev e Gutsalyuk, Anderson sottotono (13), Salparov e Verbov i liberi.

Trento è stata trascinata da Mitar Djuric (17), da un indemoniato Oleg Antonov (13 punti, weekend da incorniciare) e dalla prestazione di Simone Giannelli. Bene anche Tine Urantu (15, 56%), 4 muri di Van De Voorde accanto a Solé, Massimo Colaci sontuoso libero. Filippo Lanza ancora in panchina.

 

Trento inizia bene, Djuric sale in cattedra e con 8 punti mette in ginocchio Kazan. Percentuali vertiginose in attacco, regia di Giannelli sontuosa.

I dolomitici creano il break a metà del secondo set (16-12) grazie a Djuric, Antonov e Urnaut. Attacco spavaldo che costringe Kazan a cambiare palleggiatori e liberi, Leon torna dirompente, Kazan inizia ad attaccare a tutto braccio. Mikhaylov inizia a colpire, Urnaut e Antonov ci credono ma le bordate dell’opposto e il servizio di Butko creano il 16-13 del terzo set.

Stesso copione nel quarto set, nel tie-break Trento avanti 7-5 poi lotta punto a punto prima della resa finale.

 

(foto CEV)

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