Atletica

Atletica, Diamond League Rabat 2016: Tamberi si ferma a 2,25 in un meeting con pochi squilli

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Nella terza tappa della Diamond League, che per la prima volta si è svolta in territorio africano, in quel di Rabat, le attese erano tutte, in casa Italia, per il campione del mondo indoor del salto in alto, ma la sua prova non è stata di alto livello.

Gianmarco Tamberi si è dovuto accontentare di 2,25, ottenuto al terzo tentativo, nella gara vinta dall’ucraino Bohdan Bondarenko in 2,31, davanti allo statunitense Erik Kynard con 2,28; la competizione è stata, inoltre, condizionata, come il resto della riunione, dal forte vento, con le misure a testimoniarlo.

L’azzurro si è arenato a 2,28, con tanto di smorfia finale, per un 6° posto che dice poco, se non la conferma del fatto che il marchigiano sia stracarico di lavoro, come da lui stesso annunciato prima del meeting. L’altro italiano in gara, Marco Fassinotti, gli finisce subito dietro con un modesto 2,20, litigando col vento dal primo salto.

La tappa di Rabat, che ha rimpiazzato New York ed il suo ridicolo stadio, non è stata contraddistinta da gare indimenticabili, seppur con una buona cornice di pubblico, ivi compreso il sovrano regnante Mohamed VI.

La performance migliore di serata è stata senza dubbio in chiusura la grandissima vittoria dell’etiope Almaz Ayana nei 5000 metri con il crono di 14’16”31, impressionante la facilità di corsa dell’iridata di Pechino, seconda la keniana Viola Kibiwot in 14’29”50, davanti all’altra etiope Senbere Teferi.

Di notevole valore anche l’1’56”64 negli 800 dell’imbattibile (e discussa) sudafricana Caster Semenya, tornata ad altissimi livelli; seconda Francine Nyonsaba del Burundi 1’57”74, terza la francese Renelle Lamote al personale di 1’58”84.

Molto bene gli europei nel mezzofondo veloce maschile, con la netta vittoria del transalpino Pierre-Ambroise Bosse negli 800, dopo tante gare buttate al vento per scarsa sapienza tattica, anche il tempo non è male, visto l’1’44”51. Terzo il bosniaco Amel Tuka, quarto il polacco Marcin Lewandowski, solo l’olimpionico algerino Taoufik Makhloufi ha interrotto, con la piazza d’onore, la sinfonia europea.

Rimanendo nel mezzofondo, i 3000 siepi hanno visto il successo del keniano Consesius Kipruto, con tanto di show finale a condizionarne il tempo che sarebbe stato sotto gli 8’ tranquillamente; invece si è dovuto accontentare (si fa per dire) di 8’02”77. Ha confermato il buono stato di forma l’italiano Jamel Chatbi, in 8’21”92, che sarebbe anche il minimo olimpico, secondo in pochi giorni centrato dall’atleta della Riccardi, dopo i 5000 metri.

Il pubblico di casa è andato in visibilio per il successo di Abdalaati Iguider nei 3000 metri, prova fuori dalla Diamond League; il tempo finale del marocchino è stato di 7’36”85.

I 110 hs, orfani di Omar McLeod leader stagionale, sono stati terreno di caccia dello statunitense David Oliver in 13”12, un centesimo meglio dello spagnolo Orlando Ortega.

La velocità non ha espresso grandi emozioni, con Alonso Edward di Panama a vincere i 200 in 20”07, ma con quasi 4 m/sec. di vento alle spalle, meglio il giro di pista che ha visto tagliare per primo il traguardo lo statunitense LaShawn Merritt in 44”66, davanti al belga Kevin Borlèe ed a Isaac Makwala del Botswana, partito come un ossesso e piantatosi sul rettilineo finale.

Bella la conferma del sudafricano Rushwal Samaai nel salto in lungo, vinto con 8,38, battendo di due centimetri l’australiano Fabrice Lapierre; più staccato il terzo Marquise Goodwin, USA, con 8,11.

Piotr Malachowski ha confermato il dominio polacco nei lanci, dominato il disco con un eccellente 67,45, davanti al connazionale Robert Urbanek poco sopra la fettuccia dei 65 metri, con 65,04.

Nel peso femminile si è assistito al ritorno alla vittoria di Valerie Adams; la neozelandese si è imposta con 19,68, per lei misura mediocre, ma importante per ritornare alla confidenza con il successo. Le siepo premiano l’etiope Etenesh Diro Neda in 9’16”87.

Impressiona Elaine Thompson, giamaicana, sui 100 metri, chiusi in 11”02, con 1,3m/sec. di vento contro; per la vice-campionessa del mondo sulla doppia distanza un grande accelerato che le ha permesso di precedere la nigeriana Blessing Okagbare con 11”11 e l’altra giamaicana Kerron Stewart ferma a 11”19.

Catherine Ibarguen, colombiana, si conferma imbattibile nel triplo, conquistato con 14.51, in un contesto non di elevato livello, vista la deludente prova della venezuelana Yulimar Rojas; nel giavellotto paesi balcanici sugli scudi con il primo posto della lettone Madara Palameika con 64,76, davanti all’estone Liina Lasma arrivata al record nazionale di 63,65.

I 400 hs , in conclusione, sono stati appannaggio della giamaicana Janieve Russell con un buon 54”16,

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gianluca.pessoni@oasport.it

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