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Calcio, Euro 2016: la prima volta dell’Albania targata Gianni De Biasi

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Lo speciale sapore della prima volta. Tra le squadre esordienti a Euro 2016 c’è anche l’Albania, trascinata da un allenatore italiano – Gianni De Biasi – alla qualificazione francese con 14 punti in otto partite in gruppo I, dietro al Portogallo di Cristiano Ronaldo (addirittura battuto nel match d’andata) e davanti alla Danimarca, poi sconfitta agli spareggi dalla Svezia, che negli ultimi trent’anni aveva saltato solo una rassegna continentale, nel 2008.

La formazione rossonera sfiderà nel girone A i padroni di casa, tra i favoriti per il successo finale, la Romania e la Svizzera. Passare il turno non sarà facile ma per l’Albania non sarebbe giusto parlare di obiettivi, bensì di un (molto più retorico) particolare gusto della situazione di matricola. Una matricola al primo giorno di scuola che ha unito un popolo intero a suon di vittorie sul campo e nell’orgoglio, come quando, nell’ottobre 2014, la partita con la Serbia fu interrotta per un conflitto diplomatico scatenato da un drone. 

Fino a due anni fa il calcio in Albania era quasi nullo. Campionato locale tra i più truccati d’Europa e nazionale mediocre, tant’è che la folla festeggiò per le strade della capitale il trionfo iridato della Germania sull’Argentina. Preistoria, comunque. Perché Gianni De Biasi, 59 anni da Sarmede, Treviso, ha compiuto un vero e proprio miracolo riscattando un piccolo stato che si credeva povero di talento e che invece, adesso, non vede più scappare i propri calciatori in Paesi più prestigiosi.

C’erano i potenziali Adnan Januzaj, Xherdan Shaqiri, Granit Xhaka e Valon Behrami e ci sono ora i contenti e motivati Etrit Berisha, Lorik Cana e Elseid Hysaj. Dalla Kategoria Superiore, la massima divisione albanese, non proviene quasi nessuno, anche perché il bomber Hamdi Salihi è infortunato, ma proprio l’esterofilia è la vera forza di un gruppo che si presenterà in Francia con la faccia sporca e il coltello tra i denti, con lo stupore dell’esordio ma anche la grinta di voler vendere cara la pelle. Popolo di migranti, ma popolo che non dimentica le sue origini.

L’Italia, a novembre 2014, vinse solo 1-0 in un’amichevole disputata a Genova (gol di Stefano Okaka). Mese dopo mese l’Albania è cresciuta sempre di più e, pareggiando 0-0 in casa della Danimarca nonostante molte assenze, ha definitivamente preso atto del proprio valore. Erjon Bogdani, ex attaccante di Serie A – che resta il campionato più seguito a Tirana e dintorni – ora collaboratore di De Biasi, ha rivelato al Fatto Quotidiano: “È un momento di rivalsa per un popolo che per anni ha sofferto tanto. Siamo davvero una grande famiglia: giocatori di ieri e di oggi, tecnici, dirigenti. Tutti fratelli. Questo è stato il nostro segreto. Non abbiamo campioni magari, ma la nostra stella è il collettivo. Non ci poniamo limiti“.

Così De Biasi:Lo avevo detto, quando sono arrivato (nel dicembre 2011, ndr) non c’erano giocatori ma ero certo di poter far bene. Dissi che se mi avessero dato retta avremmo potuto ottenere risultati importanti, alcuni hanno riso…“. Dopo il 3-0 sull’Armenia che ha sancito il pass per Euro 2016, la nazionale albanese è stata accolta con un tappeto rosso in aeroporto. Ai giocatori, eroi nazionali, è stata consegnata una medaglia d’onore. In Francia, con la mente sgombra e il cuore pieno, sarà interessante vedere fin dove riusciranno a spingersi Hysaj e compagni.

 

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Twitter: @FCaligaris

Foto da: pagina Facebook Federata Shqiptare E Futbollit

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