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Ciclismo, Danilo Di Luca: “I corridori sono delle bestie. O ti dopi o non puoi fare il professionista”

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Danilo Di Luca torna a scagliarsi contro il sistema del ciclismo e lo fa in un’intervista rilasciata a Libero Quotidiano, in edicola questa mattina.

I corridori sono bestie, come ho scritto nel titolo del mio libro. Nessuno ti obbliga, è vero, ma quando scegli di diventare professionista ti devi adeguare al sistema oppure non corri più. Da professionista mi sono trovato davanti ad una sola scelta: doparmi“. le parole del 40enne di Spoltore.

L’abruzzese ammette che il doping fa male: “Io dico che mi sono dopato con misura nel senso che quando accetti di stare in quell’ambiente, poi decidi se doparti in modo scriteriato o no, e io non l’ho fatto. Ma il doping fa male, certo. Di più o di meno, ma fa male“.

Di Luca riflette poi su un sistema che, a suo dire, sembrerebbe decidere arbitrariamente chi coprire: “Sono stato trovato positivo in carriera due volte. Tutte le altre volte ero dentro il sistema. Facevo i controlli, ero negativo, mi sono attenuto alle regole“.

Il vincitore del Giro d’Italia 2007 si sofferma poi sulla nuova frontiera del doping tecnologico, ovvero i motorini installati nelle bici: “Questa pratica è molto peggio del doping, perché col motorino vinci anche se sei un brocco. Per me aumenta del 40% la prestazione di un ciclista. Il doping solo il 7%: pensare che uno sia campione solo per l’Epo è follia“.

Infine sul marciatore Alex Schwazer, tornato a vincere dopo una lunga qualifica di quasi 4 anni: “Deve avere un’altra chance. Ha sbagliato, magari ha detto anche cose non vere, ma l’hanno massacrato. Se ha scontato la pena, è giusto che torni“.

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1 Commento

1 Commento

  1. Luca46

    9 Maggio 2016 at 15:17

    Parole sacrosante. Dice cose che ho avuto modo di constatare di persona. Non è solo il ciclismo, ogni sport funziona così.

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