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Nuoto artistico

Cosmopolita e senza “io”: così l’Italia del nuoto sincronizzato si è presa Londra

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E’ la nazionale del momento, strabiliante agli Europei di Londra e, prima, sorprendente a Rio con la qualificazione olimpica di squadra. L’Italia del nuoto sincronizzato si è presa una settimana di meritatissima vetrina con tre argenti e sei bronzi nella rassegna continentale, un en plein di nove medaglie ovviamente unico nella storia azzurra di questo sport. Che è gerarchico, sì, ma che una volta scalato regala un fiume di medaglie. 43, per l’esattezza: le ha portate tutte capitan Manila Flamini, seguita da un gruppo coeso come pochi, venerdì davanti alle telecamere di RaiSport.

LE IMPRESE – Dopo il pass per i Giochi, sarebbe dovuto essere l’Europeo della consacrazione e così è stato. Superata la Spagna, che con la squadra nemmeno sarà a Rio 2016 mentre il duo Gemma Mengual-Ona Carbonell prepara in gran segreto l’esercizio olimpico per portare il controsorpasso, l’Italia ha raccolto medaglie ovunque. Con un solo ormai da livello mondiale (la 23enne Linda Cerruti, stacanovista savonese), con il duo Linda Cerruti-Costanza Ferro che nuota insieme da 14 (!) anni, con il misto in cui Giorgio Minisini è ormai leader tecnico e carismatico ma anche desideroso di migliorarsi sempre di più, e con la squadra, addirittura argento nel libero sfruttando l’assenza della Russia.

IL PERCORSOPatrizia Giallomardo è la responsabile della società Rari Nantes Savona, ormai il polo principale del nuoto sincronizzato italiano. L’attività è iniziata nel 1986 e le prime medaglie sono arrivate già tre anni dopo. Nel 2012 è diventata anche il commissario tecnico di una nazionale a forti tinte romane ma che ha subito accolto al meglio lo zoccolo ligure. Un anno di “transizione”, passato a cambiare la mentalità delle atlete, e nel 2014 la prima gioia, il bronzo europeo nel libero combinato a Berlino. Il primo passo verso la gloria, transitata attraverso uno stage di tre settimane in Cina, a contatto con il secondo paese più forte del mondo, e numerosi scambi con nazioni più “deboli”, per imparare ulteriormente dall’entusiasmo di chi è solo all’inizio. Sembra un paradosso, ma ha funzionato. Fondamentale infine lo studio a tavolino della Spagna: cronometro alla mano, tutti i dettagli dell’esercizio iberico su cui è stato poi impostato un percorso d’allenamento ad hoc. Che ha pagato a marzo con il pass a Cinque Cerchi proprio davanti a chi, solo nel 2013, raccoglieva argenti iridati in casa.

UNO STAFF COESO – Nell’Italia del nuoto sincronizzato l’io non esiste. C’è un solo grande noi che lavora, diviso per competenze, con la massima professionalità possibile. Tre le “regole” principali: umiltà, educazione e consapevolezza nei propri limiti. Senza queste basi, difficilmente sarebbe arrivata la consacrazione. Invece, in un mondo che tende sempre di più ad accentrare i ruoli, Patrizia Giallombardo ha creato uno staff di assoluto livello tecnico e, prima ancora, di ottime persone. Come Roberta Farinelli, che dopo l’Olimpiade da atleta nel 1996 sarà a Rio da allenatrice, come le coreografe russe Gana Maximova (doppia figlia d’arte, il padre ha unito acqua e teatro) e Anastasia Ermakova (quattro medaglie d’oro tra Atene 2004 e Pechino 2008), dal ruolo imprescindibile nell’ascesa italiana, come l’artista Michele Braga, che ha composto musiche ad hoc per esaltare le sfumature di Cerruti e compagne, e come alcuni giudici, la cui collaborazione sotto forma di consigli ha permesso di rompere le opprimenti gerarchie.

IL FUTURO – Eppure Londra, ma anche Rio, non sarà ricordata come il punto di arrivo del nuoto sincronizzato italiano. Il gruppo si metterà presto al lavoro per cercare il sorpasso sull’Ucraina, ormai non più imbattibile, per garantirsi un quadriennio di crescita costante. Del resto è quello che questa squadra ha saputo fare meglio, nelle ultime tre stagioni. C’è già una nazionale B da cui attingere forze fresche al momento del ritiro, già annunciato, di quattro veterane. Linda Cerruti e Costanza Ferro, entrambe classe 1993, potrebbero andare avanti ancora per un decennio: sono le più giovani nel solo e nel duo. Il ricambio generazionale è in corso ed è già vincente. Giorgio Minisini attende l’inserimento del misto a Tokyo 2020 per salire definitivamente alla ribalta. E in Brasile? Obiettivo quinto posto – sarebbe record – con il quarto nel mirino. Si può fare, con tali premesse.

Di questo, ma anche di molto altro, aveva parlato Patrizia Giallombardo al programma tv Victory lo scorso aprile (seconda parte della trasmissione):

https://www.youtube.com/watch?v=rzoFmdR_Hm8

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francesco.caligaris@oasport.it

Twitter: @FCaligaris

Foto da: Fin/DeepBlueMedia

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