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Ciclismo
DOMINUS NIBALI! Lo Squalo azzanna il Giro d’Italia! Impresa indelebile
Vincenzo Nibali ha vinto il Giro d’Italia 2016. Un’impresa sorta negli ultimi due giorni di gara, in cui ha riscritto la storia di una corsa che sembrava ormai chiusa, risorgendo dalle sue ceneri e andando a conquistare una vittoria di tappa e la maglia rosa. Oggi un altro capolavoro a Sant’Anna di Vinadio, al termine di una giornata durissima da 134 chilometri con la partenza da Guillestre, Francia. Un’Astana perfetta oggi come ieri che ha condotto il suo capitano, guidata da un superlativo Beppe Martinelli in ammiraglia, alla vittoria più bella e sofferta dell’intera carriera.
Partenza in salita con il Col de Vars nelle prime fasi. Scatti e controscatti che hanno consentito ai seguenti uomini di avvantaggiarsi: Giovanni Visconti (Movistar), Mikel Nieve (Team Sky), Darwin Atapuma (BMC), Alexander Foliforov (Gazprom-RusVelo), Gianluca Brambilla (Etixx-QuickStep), Tanel Kangert (Astana), Stefan Denifl (Iam) e Joe Dombrowski (Cannondale). Verso la vetta della salita sono rientrati Alexey Ribalkyn (Gazprom-Rusvelo) e Rein Taaramae (Katusha), mentre Diego Ulissi (Lampre-Merida) è riuscito a raggiungerli solamente nella prima fase della discesa. Importante la lotta per la maglia azzurra, con Damiano Cunego (Nippo-Vini Fantini) che non è riuscito a tenere le ruote dei primi, abbandonando la possibilità di portare il simbolo del primato della classifica dei Gpm a Torino.
Nella prima parte della salita ci sono stati movimenti anche tra i big, con Alejandro Valverde (Movistar) che ha sfruttato un buco per prendere margine salvo poi venire riassorbito dagli altri contendenti per la classifica generale. A parte questo momento, il plotone ha impostato un ritmo blando che ha consentito ai fuggitivi di arrivare oltre i 10′ di vantaggio. Anche sul Col de la Bonette, seconda ascesa di giornata, nessuno ha preso veramente in mano la situazione, con la sola Tinkoff ad alzare il ritmo in vista dello scollinamento.
Tra i fuggitivi, invece, i giochi si sono aperti sin dalle prime rampe, con Nieve che ha alzato il ritmo provando una lunga azione in solitaria a poco meno di 100 chilometri dal traguardo. Alle sue spalle anche il gruppetto si è sgretolato e quando lo spagnolo è stato ripreso, nella discesa verso il Colle della Lombarda, con lui si sono trovati solo Atapuma, Foliforov, Visconti, Kangert, Taaramae e Dombrowski, mentre Brambilla è rientrato a 7 chilometri dall’inizio della salita. L’azione di Nieve, in ogni caso, gli ha consentito di assicurarsi la maglia azzurra, un riconoscimento importante per lui e per la Sky sfortunatissima per il ritiro di Landa. Sul Colle della Lombarda, ultima salita di prima categoria del Giro d’Italia, Dombrowski ha attaccato e alla sua azione hanno risposto solo Visconti e Atapuma, molto brillante nell’arco di tutta la tappa e pronto a reagire in ogni situazione. A metà salita, di passo, sono rientrati anche Taaramae e Kangert
Nel gruppo principale, ridotto a 25-30 unità, è stata la Tinkoff ha scandire il ritmo per tutta la prima parete di ascesa, rilevata dall’Astana a 13-14 chilometri dalla vetta. Sotto l’impulso di Fuglsang sono rimasti solo una quindicina alla sua ruota e una volta esaurito il suo lavoro è stato il momento di Scarponi che ha tenuto sull’attenti tutti gli uomini di classifica con un ritmo asfissiante per diversi chilometri.
Al comando, Taaramae ha attaccato in maniera decisa a 4 chilometri dalla cima, mentre dal quartetto alle sue spalle si è rialzato Kangert per aspettare l’attacco di Vincenzo Nibali sulla fase finale della salita. E l’attacco è arrivato a 3 chilometri e mezzo dal Gpm: lo Squalo si è prima alzato sui pedali per rimanere da solo con Chaves e Valverde, poi ha accelerato nuovamente da seduto, imprimendo un ritmo insostenibile per i due avversari. NIbali e Kangert hanno scavato un vantaggio di 10”, poi di 20” e di 30” su Chaves e Valverde, raggiunti da un Uran ritrovato che ha provato ad aiutare il connazionale Chaves. La maglia rosa, però, è andata in netta difficoltà nell’ultimo chilometro di salita, dove è stato raggiunto da Kruijswijk, Jungels e Scarponi, sfilandosi virtualmente la maglia rosa e transitando in vetta con una cinquantina di secondi di ritardo.
Davanti, quasi dimenticato, Taaramae ha gestito alla perfezione la situazione andando a vincere la sua prima tappa al Giro e regalando il successo all’Estonia e alla Katusha. Secondo Atapuma, a 52” ancora beffato, mentre Dombrowski ha completato il podio.
In discesa il vantaggio di Nibali sulla maglia rosa è aumentato, fino a sfiorare il minuto e 10” all’attacco dell’ultima salita, di 2 chilometri con pendenza sempre prossima al 10-11%. Una cronoscalata verso la gloria, verso la storia, verso il secondo Giro d’Italia dopo quello del 2013. Un’impresa enorme, infinita, maturata dalla sconfitta e dalla fatica patita nella prima parte del Giro d’Italia. Chaves, in difficoltà, ha pagato oltre 1’30” da Nibali, sfiancato dall’azione dell’Astana cui si è dovuto inchinare.
In classifica, quando manca solo la passerella di domani a Torino, Nibali ha un vantaggio di 52” su Chaves e 1’17” su Valverde, oggi alle spalle dello Squalo sul traguardo.
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gianluca.santo@oasport.it
Foto: Cometto Boschetti