Ciclismo

Giro d’Italia 2016, le speranze degli italiani tra classifica, volate e cacciatori di tappe

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Il Giro d’Italia, da sempre, è una vetrina importante per i corridori nostrani. Dai pretendenti alla maglia rosa fino ai cacciatori di tappe passando per i velocisti, andiamo a vedere con quali ambizioni si presenteranno ad Apeldoorn i rappresentanti del Bel Paese

UOMINI DI CLASSIFICA

Quasi non serve dirlo. Vincenzo Nibali sarà il faro dell’Astana e degli italiani nella lotta per la maglia rosa. Dopo due anni d’assenza torna al Giro d’Italia da favorito d’obbligo dopo aver vinto, tra le altre cose, il Tour de France e il Lombardia. Se tutto dovesse andare secondo i piani, è quasi difficile trovargli un avversario all’altezza, ma lo spagnolo Mikel Landa (Team Sky) è molto insidioso. Poco più indietro il suo connazionale Alejandro Valverde (Movistar). Nibali, dal canto suo, ha maggiore esperienza nelle corse di tre settimane e può contare su una completezza che manca ai suoi avversari, specialmente in una corsa come il Giro.

Ambizioni da podio, o più realisticamente top 5, per Domenico Pozzovivo. Lo scalatore lucano dell’AG2R insegue ormai da quasi un decennio il sogno del podio al Giro e le opportunità iniziano a scarseggiare. È maturo per provare a compiere quell’ultimo step ma deve limitare i danni, specialmente nella terza settimana che spesso l’ha respinto.

Questi sono i nomi principali ma Diego Ulissi e Gianluca Brambilla potrebbero provare ad entrare tra i migliori 10. Il toscano della Lampre-Merida ha destato buone sensazioni sulle Ardenne ma il suo obiettivo principale potrebbe essere quello di una o più tappe. Brambilla, in forze alla Etixx-QuickStep, è un discreto scalatore ma non ha mai chiusa una corsa di tre settimane tra i migliori 10. A 28 anni potrebbe cominciare e nella prima parte di stagione ha dimostrato di andare forte.

Foto: Pier Colombo

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VELOCISTI

Nelle ultime due stagioni ha preso le misure, ora per Giacomo Nizzolo è arrivato il momento di far fruttare le ottime doti in volata per cogliere il primo successo al Giro. La Trek gli metterà a disposizione un treno di alto livello e toccherà a lui finalizzare nel migliore dei modi.

Dopo le due vittorie dello scorso anno, Sacha Modolo è chiamato alla conferma. Al Giro di Turchia ha tagliato per due volte il traguardo in prima posizione, sintomo di un buono stato di forma che potrebbe tramutarsi in ottime prestazioni anche sulle strade nostrane. A pilotarlo in volata il connazionale Roberto Ferrari, con cui forma una coppia d’eccezione.

Lo scorso anno ha vinto a Genova e di certo non si accontenta: Elia Viviani (Team Sky) è un corridore ambizioso e ambivalente. Probabilmente non ha ancora raggiunto i massimi livelli cui può aspirare e anche per questo fa paura. In stagione due vittorie (di cui una davanti a Kittel, mica l’ultimo arrivato) nonostante la partecipazione ai Mondiali su pista e l’obiettivo Rio 2016 sempre in velodromo.

Passando ai giovani, il nome nuovo che sta uscendo con prepotenza è quello di Jakub Mareczko (Wilier-Southeast), fresco 22enne. Viene da un ottimo Giro di Turchia e può trovare tappe piatte e adatte alle sue caratteristiche esplosive. Stesso discorso per Matteo Pelucchi (IAM Cycling), che per quanto faccia fatica a superare le salite quando riesce a trovarsi nel posto giusto al momento giusto non teme nessuno sullo sforzo secco. Sempre in casa Wilier Southeast, potrebbe provarci Manuel Belletti.

Due punte per la Bardiani-CSF. Nicola Ruffoni è un velocista puro, mentre Sonny Colbrelli, terzo all’Amstel Gold Race, potrebbe dire la sua in particolar modo nelle tappe più impegnative. Supera bene salite e asperità pur mantenendo un ottimo spunto veloce. Anche lui è alla ricerca della prima affermazione alla corsa rosa ma i tempi sembrano maturi.

Foto: Pagina Facebook Team Sky

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CACCIATORI DI TAPPE

 

Partiamo, in questo caso, dalla Bardiani-CSF. Anche qui tre uomini che potrebbero fare bene, specialmente in salita con fughe da lontano. Stefano Pirazzi e Manuel Bongiorno non hanno bisogno di presentazioni: sanno andare forte in salita e sono propositivi con azioni a lunga gittata. Curiosità per il giovane Giulio Ciccone, da valutare in prospettiva anche come uomo di classifica. Lo stesso Bongiorno potrebbe provare a tenere per un’eventuale top10.

Triplete nostrano anche per la Cannondale. Davide Formolo è esploso 12 mesi or sono proprio sulle strade del Giro, mentre Davide Villella e Moreno Moser devono ancora trovare la loro dimensione tra i professionisti. Attenzione a Moser in particolar modo nella terza settimana, quando tende a crescere di livello. La fuga giusta è alla sua portata.

Velocista atipico e in grado di tenere bene, Matteo Trentin, come al solito, dovrà sudarsi ogni occasioni in seno alla Etixx-QuickStep. Sarà un vagone fondamentale del treno di Kittel ma nonostante questo potrebbe togliersi soddisfazioni nelle frazioni più difficili per il tedesco. Caratteristiche simili anche per Kristian Sbaragli (Dimension Data): lo scorso anno ha vinto una tappa alla Vuelta e potrebbe ripetersi anche qui.

Alessandro De Marchi e Daniel Oss, se liberi da compiti di gregariato, sono ottimi pedalatori adattissimi al Giro e alle fughe. Non temono la fatica e la distanza: il rosso di Buja è più adatto alle tappe più impegnative mentre Oss ha uno spunto veloce che in una fuga non può essere sottovalutato.

Giovanni Visconti (Movistar) è chiamato ad essere l’ombra di Alejandro Valverde, ma nelle tappe intermedie, con il benestare della squadra, potrebbe provare a ripetere quanto già fatto nel 2013 con le due vittorie parziali. È in forma e conosce questa corsa come le sue tasche essendo arrivato all’ottava partecipazione. Per le cronometro, oltre Moser, potrebbe fare bene Manuele Boaro (Tinkoff) atteso al salto di qualità per il World Tour. Da segnare il nome di Matteo Busato (Wilier Southeast), scalatore di buone prospettive che ha fatto vedere ottime cose al Trentino. Qui deve confermarsi.

Chiudiamo con Filippo Pozzato (Wilier Southeast) e Damiano Cunego (Nippo Vini Fantini): corridori esperti che hanno superato la fase migliore della cariera. Sono capitani di squadre professional che nel Giro hanno interessi economici e sportivi di fondamentale importanza. Sono chiamati ad una corsa di sacrificio e lotta ma non vanno esclusi dalla lotta per la posizioni parziali.

Foto: By Geof Sheppard (Own work) [CC BY-SA 3.0 or GFDL], via Wikimedia Commons

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