Ciclismo
Giro d’Italia 2016: Nibali, crollo verticale. Ci prova ma desiste, anche Rio adesso è in dubbio
Per l’ennesima volta in questo Giro d’Italia, purtroppo, ci troviamo costretti a parlare di una nuova controprestazione di Vincenzo Nibali, grande favorito della vigilia e speranza italiana di riportare nello Stivale il Trofeo senza fine che manca dal 2013, quando ad imporsi fu proprio il siciliano.
Già attardato in classifica dopo la debacle nella cronoscalata dell’Alpe di Siusi, il Nibali di oggi, nella Bressanone-Andalo, sembrava aver ritrovato il giusto colpo di pedale. Sul Passo della Mendola, prima salita di giornata, aveva acceso la miccia assieme a Valverde e Zakarin, arrivando quasi a mettere in difficoltà la maglia rosa Steven Kruijswijk in vista del Gpm. Da lì in avanti, però, si è spenta la luce, in particolare sul Fai della Paganella. Pendenze costante all’8% ma il Nibali baldanzoso di solo un’ora prima ha lasciato il posto a quello imballato e incapace di rispondere agli avversari cui ormai ci siamo abituati.
Quando Valverde è partito, lo Squalo ha provato a tenere il passo ma dopo pochi metri è stato costretto a proseguire con un ritmo inferiore, totalmente avulso dalle dinamiche di corsa. Cambio di ritmo, si dirà, ma la sensazione non è solamente questa bensì che Nibali faccia semplicemente fatica a tenere ritmi alti, ad andare a produrre quello sforzo fuorisoglia necessario per tenere il passo dei migliori e provare eventualmente a staccarli. Anche sull’ultimo strappo della salita Nibali ha perso contatto da corridore due, tre o anche quattro gradini inferiori alle sue potenzialità. Da lì in avanti, abbandonato al proprio destino, è letteralmente naufragato perdendo oltre un minuto in pochi chilometri per arrivare alla conclusione 1’47” dopo Valverde.
Di una possibile preparazione sbagliata ne abbiamo già parlato, nostalgici di un Nibali arrembante da gennaio ad ottobre, mentre nelle ultime tre stagioni ha preferito concentrare la preparazione su pochi obiettivi (e presentandosi comunque con una condizione approssimativa anche con questo metodo). Adesso il dubbio che è sorto anche in seno all’Astana è stato quello di un malessere che ha colpito lo Squalo, che nei prossimi giorni si sottoporrà a tutti gli esami del caso. In effetti il siciliano, nonostante non abbia mai rubato l’occhio sin dalle tappe in Olanda, ha subito un brusco ridimensionamento nelle prestazioni negli ultimi tre giorni, proprio quando doveva fare il salto di qualità per andare a conquistare la maglia rosa.
Da qui in avanti il Giro di Nibali, a meno che trovi insperate forze per rispondere agli avversari, sembra avere poco da dire con vittoria finale e podio ormai lontanissimi per quanto emerso negli ultimi due giorni. Anche una vittoria di tappa sembra difficile da cogliere perché in fondo ha solo 5′ di distacco in classifica e difficilmente gli consentiranno di entrare in fuga e nello scontro diretto con gli altri big non ha mostrato di avere armi per difendersi e controbattere. Per ora sembra scongiurato il rischio di un ritiro prematuro, ma l’ipotesi potrebbe anche ripresentarsi nei prossimi giorni.
Da questo Giro d’Italia rischiano di uscire ridimensionate anche le ambizioni del vincitore del Tour 2014 per il resto della stagione. Il linea teorica dovrebbe presentarsi al via della Grande Boucle in supporto di Fabio Aru, ma se non dovesse riuscire a metabolizzare le tante fatiche della corsa rosa la sua ingombrante presenza potrebbe risultare controproducente per il sardo. A rischio anche le Olimpiadi di Rio 2016: come sottolineato dal CT Davide Cassani, Nibali è sempre stato al centro del progetto a Cinque Cerchi ma con queste prestazioni la maglia azzurra verso Copacabana sarebbe pura utopia.
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gianluca.santo@oasport.it
Foto: Pier Colombo