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Ciclismo
Giro d’Italia 2016, non è mai finita: Nibali ci regala una bellissima lezione di vita
“It ain’t over until the fat lady sings“. Dall’altra parte dell’oceano corrisponde al nostro “non dire gatto se non ce l’hai nel sacco”. Vietato cantare vittoria troppo presto, nello sport come nella vita, ma allo stesso modo è un invito a non arrendersi fino a quando esiste anche solo un piccolo barlume di speranza da coltivare.
Alzi la mano chi, solo due giorni fa, avrebbe scommesso un centesimo sulla vittoria di Vincenzo Nibali al Giro d’Italia. Lo Squalo sembrava perso, incapace di ritrovare se stesso e la sua capacità di andare in bici. Si è ritirato in se stesso, ha cercato la forza e le risposte dentro di sé, per superare un blocco che probabilmente era più psicologico che fisico.
Ci ha creduto, è stato aiutato dal fato, dal Destino. La caduta di Steven Kruijswijk ha aperto il già citato spiraglio, lui vi si è lanciato con tutte le forze, con ogni spilla di energie che gli era rimasta, con ogni goccia di convinzione che è sgorgata dal suo corpo sotto forma di sudore sui passi alpini che lo hanno incoronato re del Giro d’Italia.
Un’impresa che, proprio per questa sua matrice inaspettata, ha un sapore ancora più speciale. Crederci era difficile ma non impossibile, per lui come i tifosi che l’hanno spinto sulle strade delle ultime due tappe. Non sono mancate le critiche per un momento nero che è andato dalla cronoscalata alla tappa di Andalo, quando il siciliano è letteralmente crollato in classifica generale.
Da lì la risalita, il ciclismo che ancora una volta si è trasformata nella più passionale metafora di vita. Vincenzo si è rialzato, preso per mano da Michele Scarponi, l’ultimo fondamentale uomo rimasto con lui su ogni salita, reale quanto psicologica, sorreggendolo anche nei momenti bui. Una spalla su cui poggiarsi e da cui ripartire per tornare a volare e sognare. Fino a prendersi quella maglia rosa che è e sarà per sempre una delle imprese più straordinarie nello sport del nuovo millennio.
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gianluca.santo@oasport.it
Foto: Pier Colombo