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Ciclismo

Giro d’Italia 2016: tutti i possibili trabocchetti tra sterrati, discese e ‘mangia e bevi’

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Il Giro d’Italia, prima corsa di tre settimane della stagione ciclistica, si caratterizza spesso per la presenza di tappe insidiose e trabocchetti nell’arco dei 21 giorni di corsa, favorito anche dalla composizione morfologica del territorio italiano.

Già la quarta tappa sarà molto complicata da interpretare, anche per gli uomini di classifica. Il finale è mosso e a 8 dal traguardo ci sarà uno strappo di circa 2 chilometri al 7% con pendenze che arriveranno fino al 18% prima dell’arrivo a Praia a Mare. Solo un piccolo antipasto nella prima giornata di corsa in Italia.

La frazione numero 8, per come è stata concepita, è un trabocchetto infinito negli ultimi 225 chilometri. Una salita in sterrato, e quindi insidiosa sia per la difficoltà del manto stradale che per eventuali forature, poi discesa. All’imbocco dell’ultimo chilometro 300 metri in salita con punte all’11% di pendenza, poi pavé e gli ultimi 500 metri al 5%. Anche qui si può fare la differenza e guadagnare qualche secondo importantissimo in ottica classifica generale.

Montagne russe nel finale della Modena-Asolo, 227 chilometri validi per l’11esima tappa della corsa rosa. Il Gpm di Forcella Mostaccin dovrebbe selezionare il gruppo prima di un paio di salitelle, l’ultima a 3 chilometri dal traguardo con un tratto in pavé a cavallo dello scollinamento.

500 metri al 13% di media, punte al 20% di pendenza. Lo strappo di San Maurizio, a 2 chilometri dal traguardo di Pinerolo, avrà l’ultima parola su una frazione di 244 chilometri con il Pramartino da affrontare poco prima. Anche in questo caso, impossibile abbassare la guardia fin sul traguardo e mantenere una piccola riserva di energia per evitare di inchiodarsi nel finale. Ogni secondo, alla 18esima tappa, può risultare decisivo.

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gianluca.santo@oasport.it

Twitter: Santo_Gianluca

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