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Ciclismo
Giro d’Italia 2016: volate e cadute, argomento spinoso anche per gli uomini di classifica
La quinta tappa del Giro d’Italia 2016, 233 chilometri con arrivo a Benevento, può essere un buon punto di partenza per trattare un argomento che spesso e volentieri torna di moda. Come vanno trattate le tappe per velocisti, considerando gli alti rischi di uno sprint a ranghi compatti con la possibilità di influenzare tre settimane di gare anche per uomini di alta classifica per cadute o ritardi sul traguardo?
Nella tappa di oggi l’estone Rein Taaramäe è caduto a circa 1 chilometro dalla conclusione quando era nelle prime posizioni del gruppo, creando scompiglio nello stesso. A pagare le maggiori conseguenze è stato Giacomo Nizzolo, costretto quasi a fermarsi e a rinunciare ad una volata adattissima alle sue caratteristiche. Sfortuna, sì.
Ma, quantomeno per gli uomini di classifica, questo può essere evitato? Si può scongiurare il pericolo che una corsa con cronometro e salite venga decisa in una tappa innocua e destinata alle ruote veloci? Per fermarci al Giro d’Italia, la corsa rosa solo un anno fa ha rischiato di lasciare per strada un Alberto Contador in maglia di leader proprio perché coinvolto in una caduta di questo genere.
Anche oggi, Vincenzo Nibali e Mikel Landa hanno perso 4” da Alejandro Valverde. La giuria ha deciso che il frazionamento nel gruppo non è stato causato dalla caduta, che però ha sicuramente aiutato il processo che ha condotto il plotone a sfilacciarsi fino a rompersi all’interno dell’ultimo chilometro.
È possibile, anche per lasciare maggiore libertà ai treni dei velocisti, selezionare tappe in cui neutralizzare il tempo a tre chilometri dalla conclusione? Difficile trovare una risposta definitiva e che mantenga l’equilibrio tra la sicurezza dei corridori, lo spettacolo della singola tappa, lo spettacolo della corsa e la lotta sportiva ma lascerebbe l’amaro in bocca un Giro d’Italia, così come un Tour de France o una Vuelta a España, deciso da una caduta nelle fasi finali di una frazione pianeggiante. Fortunatamente non sarà il caso dei 4” conquistati da Valverde oggi, ma una riflessione sul tema potrebbe dare dare maggiori certezza e tranquillità al plotone.
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gianluca.santo@oasport.it
Foto: Pier Colombo