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Golf, US Open: il rientro di Woods e il dubbio che non torni mai più quello di prima

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Manca poco, ormai, al rientro della leggenda Tiger Woods sui green mondiali, la data è ormai tracciata sul calendario ed è quella del 13 giugno, quando si apriranno le danze agli US Open di Oakmont, Pennsylvania.

Tra gli intenditori, ma anche tra tutti gli appassionati, la domanda che circola è sempre la stessa: riuscirà la “Tigre” a tornare ai livelli di qualche anno fa o, comunque, ad avvicinarvisi?

Onestamente sembra quasi impossibile rivedere il Woods dei tempi d’oro, per molteplici ragioni, anagrafiche, fisiche e non solo; il fuoriclasse statunitense ha raggiunto la quarantina e di per sé ciò non risulterebbe un problema, diversi golfisti hanno successo anche ad età più avanzata, ma la disabitudine alle gare e la difficile accettazione di essere “uno dei tanti” potrebbero minare le convinzioni del californiano.

Un atleta che ha vinto 79 tornei PGA e che è stato il leader indiscusso del circuito mondiale per un decennio, oltre ad aver accumulato qualcosa come un centinaio di milioni di dollari di soli montepremi, si trova, infatti, a ripartire dal numero 321 del ranking mondiale, con un 2015 che gli ha regalato una sola top 10, mentre il suo ultimo successo risale al 2013; una situazione che si può invertire solamente se già dai primi tornei Tiger ritrovasse una confidenza col green che gli permetta di lottare subito per le prime posizioni.

Ci vorrebbero un colpo di classe, e lui ne ha di frecce nel suo arco, il ritorno ad una buona condizione fisica e un pizzico di fortuna; il suo grande amico Michael Jordan è stato molto chiaro in una recente intervista, dichiarando che “ormai Tiger non sa, in realtà, come ritirarsi. Lui è esausto, ma non vuole lasciare il suo mondo da perdente, personalmente non so come dirgli che non tornerà più come prima”.

Per una curiosa coincidenza proprio un altro Jordan, che di cognome fa Spieth, è indicato come il possibile “nuovo Woods”; una definizione che potrà essere calzante in futuro, ma che al momento appare leggermente azzardata e tipica della voglia di alcuni media di fare paragoni con leggende del passato (e in questo caso del presente).

Senza nulla togliere a Spieth, sarebbe meglio aspettare ancora un po’ prima di emettere sentenze, perlomeno guardando cosa è accaduto all’ultimo Masters….

 

 

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gianluca.pessoni@oasport.it

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