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Nuoto, Europei Londra 2016. Il Pagellone. Pellegrini e Detti festa continua, Polieri la sorpresa che vale Rio

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GABRIELE DETTI 10: la ciliegina sulla torta. Indovina un 200 perfetto e riporta la 4×200 sul podio europeo ma soprattutto conferma di essere un finisseur implacabile. Indovina il miglior crono in assoluto di tutte le frazioni lanciate con 1’45”30 e fa tutto con una naturalezza incredibile, tenuto conto che con questi 200 metri raggiunge i 6000 metri di gara in sei giorni. Che iniezione di fiducia in vista di Rio.

ANDREA MITCHELL D’ARRIGO 8: allora può gareggiare anche in modo diverso rispetto a quello che lo ha condannato all’ultimo posto nella finale individuale. Coraggioso, pimpante, cattivo: ecco il D’Arrigo che piace e che fa segnare anche un tempo di lancio ottimo. Vola a Rio con i compagni e ha le potenzialità per conquistare palcoscenici importanti.

FILIPPO MAGNINI 8: che cuore! Il capolavoro lo compie al mattino quando gli azzurri restano impantanati in tre frazioni non ottimali e ci pensa il “nonno” a portarli fuori dalle sabbie (o acque) mobili, piazzando una super frazione finale e regalando la finale all’Italia. Al pomeriggio non è da meno. Cambio perfetto, prima parte da velocista e ultima vasca da puro combattente. Quando mancano le forze lui si aggrappa alla riserva e piazza un 1’47”8 decisivo per la medaglia.

LUCA DOTTO 8: la giornata parte con una qualificazione risicata alla finale dei 50 che ormai non sente più “suoi” come a Shanghai. Domani comunque ci sarà e proverà a nuotare controcorrente con un lotto di avversari di primissimo livello. In staffetta conferma lo stato di grazia e tiene a galla l’Italia nella frazione più difficile con tanti rivali di spessore. I 200 non sono casa sua ma in questa fase tutto gli riesce molto bene,

SIMONA QUADARELLA 7: si conferma la quinta mezzofondista di questa kermesse. Niente male per una esordiente giovanissima che resta lontana, sì dai suoi migliori crono perché la condizione non la sorregge ma che non si tira indietro quando c’è da soffrire e mostra classe e potenzialità. Ottimo prospetto.

MARTINA CARRARO 6: in semifinale fa quasi tutto bene, pagando un piccolo calo nel finale che la mette in bilico fra qualificazione ed eliminazione dalla seconda finale europea. Scende in vasca in chiusura di sessione, piazza un 31” netto che è miglior crono nuotato qui a Londra sui 50 ma non basta perché la russa Ivaneeva tocca cinque centesimi prima. Non cambia granchè. Esperienza positiva, condizione comprensibilmente non ottimale.

ARIANNA CASTIGLIONI 6: fallisce la qualificazione alla finale per 3 centesimi ma mostra di essere in crescita soprattutto nella efficacia della nuotata. Paga la preparazione affrettata ma con un mese in più nelle gambe a Roma potrebbe provare a completare la rimonta per Rio. Qui gli va male perché in finale sarebbe potuta andare con qualche piccolo accorgimento in più.

PIERO CODIA 6.5: i 100 lo scorso anno erano un’entità abbastanza sconosciuta per lui. Quest’anno si è dovuto sforzare per allungare la distanza e puntare a Rio ma ancora una volta forse si è fatto prendere la mano dal passaggio troppo veloce che gli costa un pizzico di mancata brillantezza nel finale. Il quarto posto comunque è un ottimo risultato.

MATTEO RIVOLTA 6: non è il Rivolta migliore, come non lo era stato a Riccione dove comunque erano arrivati tempi di tutto rispetto. Ha impostato la preparazione su Rio e qui non può essere competitivo ad altissimi livelli. Avrebbe bisogno di vincere qualcosa in vasca lunga per fare il salto di qualità definitivo ma è comunque una sicurezza.

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FEDERICA PELLEGRINI 9: è un’artista della piscina, capace di generare emozioni anche quando non te le aspetti. Con il tempo di Riccione e il crollo finale avrebbe dominato la povera Heemskerk che ormai quando la vede si nasconde. Invece sceglie la strada più difficile, quella più tortuosa, poi pennella un’altra rimonta da leggenda, si affianca all’olandese ai 180 metri e la spolvera un’altra volta. Che capolavoro, di quelli che ti lasciano senza fiato. Il crono non è da favola ma prendiamoci l’oro di passaggio e al resto si penserà da domani.

FEDERICO BOCCHIA 6.5: vince la battaglia interna con Marco Orsi al mattino che gli schiude le porte di Rio e poi sembra appagato in semifinale dove paga a caro prezzo una partenza non straordinaria. Può e deve fare meglio.

MARCO ORSI 8: sì, otto. Perché si può reagire alla sfortuna imprecando, rotolandosi a terra e magari anche lanciando insulti. Lui ha reagito lavorando duramente, vivendo per un mese giorno e notte col chiodo fisso della qualificazione a Rio e la sua resa nel finale è una lezione per tutti. Ci proverà ad andare a Rio e ci deve riuscire perché per la staffetta è fondamentale. Non sarà come lo immaginava ma la storia non finisce qui.

CRISTOPHER CICCARESE 5.5: <me la sono fatta sotto>. Dieci per le dichiarazioni post gara. Una gara meno coraggiosa di quelle che gli avevano permesso di conquistare la sua prima finale europea. Ha dato l’impressione di non voler rischiare e poi al momento decisivo di non avere lo spunto giusto per provare a rientrare. Ci ha capito poco ma c’è e può crescere e provarci nella piscina di casa al Sette Colli.

LUCA MENCARINI 4.5: non è la prima volta che si perde in finale. Gara incomprensibile. Tempo altissimo, mai veramente dentro alla battaglia. Non si capisce se paga dazio all’emozione, se si accontenta di esserci, cosa scatta in lui quando ci sono in palio le medaglie. Sta di fatto che di questo passo l’Olimpiade si allontana ma non è finita. La classe c’è, bisogna tirarla fuori.

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ALESSIA POLIERI 9: incredibile. Da stropicciarsi gli occhi. Parte forte e arriva forte, sbriciola il personale (migliorato di un secondo e due decimi), fa segnare il miglior crono in tessuto all time in Italia e si prende il biglietto per Rio a suggello di una carriera che l’ha vista già tre volte sul podio continentale in vasca corta. Entra in finale dei 200 farfalla con il miglior tempo e domani, se non sarà appagata, punterà al bersaglio grosso. Un capolavoro di caparbietà e classe.

STEFANIA PIROZZI 6: è una Pirozzi diversa da quella dei 200 stile. Si prende la finale ma alla fine sbrocca nel contesto sbagliato, davanti alle telecamere Tv lanciando accuse più o meno velate al suo staff tecnico perché i risultati non arrivano. Un pizzico di rabbia ci sta ma andrebbe veicolato verso la finale di domani. Il tempo per Rio è lontano ma Polieri insegna che bisogna crederci sempre.

ANDREA TONIATO 4.5: torna per trenta secondi il Toniato pre-Londra. Incapace di gestire le emozioni da finale, il veneto disputa una gara abulica, crollando nel finale ed uscendo dal gioco medaglie che, visti i tempi, era alla sua portata. A volte ritornano, i fantasmi, ma deve imparare a scacciarli una volta per tutte.

SILVIA DI PIETRO 6.5: si prende la seconda finale individuale di un Europeo non esaltante. Non una gara trascendentale ma quanto basta per confermarsi nell’elite europea della velocità. Sperare di più, oggi, è impossibile.

ERIKA FERRAIOLI 5.5: la Ferraioli individualista non convince come quella staffettista. Resta al di sotto dei suoi standard e non riesce a conquistare la finale dei 50, deludendo ancora una volta prima di tutto se stessa. Deve e può crescere.

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