Nuoto
Nuoto, Europei Londra 2016: tutte le ambizioni di medaglia dell’Italia
In questo post, schematicamente, abbiamo riassunto giorno per giorno quando e dove potrebbero arrivare le medaglie italiane agli imminenti Europei di nuoto a Londra (16-22 maggio). Adesso, invece, approfondiremo la questione con un discorso più dettagliato sugli atleti principali della nazionale azzurra e sulle loro ambizioni nelle varie specialità.
Per seguire al meglio la suddivisione dell’articolo, ecco la suddivisione delle pagine:
PAGINA 2: le ambizioni dell’Italia maschile (stile libero e rana)
PAGINA 3: le ambizioni dell’Italia maschile (farfalla, dorso e misti)
PAGINA 4: le ambizioni dell’Italia femminile (stile libero e rana)
PAGINA 5: le ambizioni dell’Italia femminile (farfalla, dorso e misti)
PAGINA 6: le ambizioni delle staffette
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ITALIA MASCHILE – Stile libero e rana
Velocità e mezzofondo. Non conoscono mezze misure gli azzurri, anche se in realtà Gabriele Detti è definitivamente sbocciato anche nei 400 sl agli Assoluti di Riccione (3’43”97) e duellerà con l’idolo britannico James Guy a caccia di una medaglia e, soprattutto, di un riscontro cronometrico che potrà dire molto in ottica olimpica. Vedremo, il livornese è in palla. Per questo l’Italia sogna due doppiette: i gemelli del nuoto (l’altro è Gregorio Paltrinieri, che difende i due ori di Berlino 2014, qui un approfondimento sul campione del mondo) sia negli 800 che nei 1500 sl. Tutto ampiamente alla portata.
Meno agevole, invece, il compito di Luca Dotto (neoprimatista italiano in 47”96 nei 100 sl) e Marco Orsi (al rientro nei 50 sl dopo il virus e con il pass per Rio ancora da conquistare): la condizione fisica del Bomber è un enigma difficile da risolvere anche in ottica medaglia (l’oro sembra prenotato dal francese Florent Manaudou), la tenuta mentale del veneto – seppur maturato negli ultimi mesi – sarà decisiva nella gara regina. I rivali non mancano, con l’altro transalpino Jérémy Stravius in pole position. Dotto, tuttavia, vanta il miglior crono d’iscrizione.
Scarse le speranze nei 200 sl, in cui ormai l’Italia latita, e basse anche quelle per quanto riguarda lo stile più tecnico, la rana, che ha ormai in Fabio Scozzoli un leader più carismatico che tecnico. Un brutto infortunio rischia di avergli rovinato per sempre la carriera. Ma l’ex argento iridato, che sarà presente nei 100 sognando il Brasile, sa esaltarsi quando conta. Dovesse ripetere il 27”06 delle scorse Universiadi, Andrea Toniato sarebbe invece un interessante outsider nel rodeo dei 50.
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ITALIA MASCHILE – Farfalla, dorso e misti
Emozioni dal delfino? L’Italia se lo augura, sia con Piero Codia (quinto per iscrizione nei 50 e detentore del record italiano nei 100, 51”42, grazie al quale si presenta come quarta forza al via) che con il più atteso Matteo Rivolta, deciso a riprendersi il primato nazionale dopo aver comunque strappato all’amico-rivale il primo dei due pass olimpici in palio. I grandi nomi fanno paura – su tutti il veterano ungherese Laszlo Cseh, favorito anche nei 200 che vedranno l’esordio da matricola di Giacomo Carini, classe 1997 – ma Londra e Rio sono i classici momenti da “ora o mai più”.
Capitolo dorso: Simone Sabbioni è la quarta grande speranza dell’Italnuoto maschile verso l’Inghilterra. Ogni volta che scende in vasca si migliora (l’ultima impresa è il record italiano di 53”34 a Riccione) e ha dichiarato in tempi non sospetti di puntare a una medaglia europea, sicuramente più agevole di quella olimpica (ma anche la finale a Cinque Cerchi, Kazan insegna, non sarà una passeggiata). Vero è però che tra il francese Camille Lacourt, il padrone di casa Christoph Walker-Hebborn, il russo Grigory Tarasevich e il polacco Radoslaw Kawecki servirà un numero da fuoriclasse puro. E’ il suo caso? Parrebbe di sì. Nei 200 può dire la sua anche Luca Mencarini, non distante da Rio e finora sempre convincente in stagione.
Realistico ambire infine nel podio di Federico Turrini nei 400 misti: del resto sarebbe una piacevole conferma dopo il bronzo di Berlino 2014. Agli Assoluti il toscano, occhiali da studente e faccia pulita, si è preso la scena con un ottimo 4’11”95 (terzo crono mondiale del 2016). E ha trascinato anche Luca Marin, (ex) campione che quando sente profumo di Olimpiadi di esalta. Potrà far meglio del 4’14”65 di Riccione? Se sì, bentornato del tutto.
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ITALIA FEMMINILE – Stile libero e rana
Italia senza regina nel crawl: Federica Pellegrini prenderà infatti parte solo alle staffette. Sfuma l’occasione di centrare il poker consecutivo nei 200 sl, gara in cui, senza nemmeno l’ungherese Katinka Hosszu (iscritta però in altri sei eventi individuali), si potrebbe aprire uno spiraglio sul podio per Alice Mizzau. Importante la condizione che farà registrare la svedese Sarah Sjoestroem, strafavorita davanti all’olandese Femke Heemskerk. Speranze quasi nulle nella velocità pura, mentre crescendo di distanza nei 400 sl potrebbe esplodere Diletta Carli (non in gran forma però a Riccione) e, tra 800 e 1500 sl, consacrarsi il talento emergente di Simona Quadarella, classe 1998.
E le gioie maggiori arrivassero dalla rana? La lituana Ruta Meilutyte torna nell’impianto che le regalò l’oro olimpico – a sorpresa – appena 15enne, ma non ci sarà la russa Yulia Efimova, ancora in attesa di sentenza dopo il caso meldonium (e sarebbe la seconda positività della carriera). L’1’06”41 di Martina Carraro, con distacco il nuovo record italiano, ha aperto scenari da favola: adesso la genovese dovrà confermarsi, sfruttando anche l’imprevedibilità dei 50 e la concorrenza interna con la recuperata Arianna Castiglioni, bronzo nei 100 in carica, finalista mondiale a Kazan e a caccia del pass per Rio.
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ITALIA FEMMINILE – Farfalla, dorso e misti
Silvia Di Pietro fu quinta nei 50 farfalla a Berlino 2014 ma a Riccione non è riuscita a esprimersi al meglio perché bloccata da qualche problemino. La concorrenza è tosta – il delfino sarà facile terreno di caccia per la svedese Sarah Sjoestroem – ma nella vasca secca tutto può accadere. Bronzo due anni fa e da poco qualificata per la sua terza Olimpiade della carriera, nei 100 Ilaria Bianchi si presenta al via con il terzo miglior tempo (dietro a Sjoestroem e alla campionessa in carica, la danese Jeanette Ottesen) ed è stata l’unica, oltre alle due scandinave, a scendere sotto i 58” in stagione. Può fare molto bene, anche perché negli anni pari la bolognese si esalta.
L’Italia non sta benissimo a pancia in su: si fatica a rompere la barriera del minuto nei 100 (mentre ai Trials australiani in cinque vanno sotto i 60”) e ne soffre anche la staffetta mista. Per il posto olimpico sarà sfida a distanza tra Elena Gemo e Carlotta Zofkova (a Londra la farà quest’ultima) ma lottare per il podio, anche individualmente, sembra utopia. Qualche speranza in più per Margherita Panziera nei 200, anche se l’obiettivo principale della veneta sarà il pass per Rio 2016 sfumato agli Assoluti causa influenza.
Chance nei misti infine affidate a Ilaria Cusinato (200) e Luisa Trombetti (400), con la piemontese che si è rilanciata ad alti livelli e dista solo mezzo secondo dalle Olimpiadi. Le medaglie, anche europee, sembrano comunque lontane.
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STAFFETTE
Fondamentali, in ottica Rio, le prestazioni della 4×100 sl maschile della 4×200 femminile, entrambe chiamate a difendere in estate le recenti medaglie mondiali seppur con probabilità diverse. Federica Pellegrini, a Londra solo per nuotare le staffette, proverà a trascinare e spronare le compagne a bissare l’oro vinto in rimonta due anni fa a Berlino. Svezia e probabilmente Gran Bretagna le rivali principali, nella velocità degli uomini, invece, spauracchio Francia ma assenza della Russia.
La 4×200 maschile, come anticipato, deve ancora qualificarsi alle Olimpiadi. Conterà più questo che un podio che, ora come ora, è francamente impossibile. Così come quello della 4×100 mista femminile, carente nel dorso (e con concorrenza spietata). Potenziali carte da medaglia anche la 4×100 sl femminile terza nel 2014 a la 4×100 mista maschile (ma molto dipenderà dalla rana). Totalmente impronosticabili ma con l’Italia più che competitiva, infine, la mista stile libero e la mista mista.
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francesco.caligaris@oasport.it
Foto d’apertura: LaPresse/Gian Mattia D’Alberto/ufficio stampa Arena Italia