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Triathlon
Triathlon, Europeo Lisbona 2016, donne. Trionfo Gran Bretagna, discreta gara per le azzurre
Trionfo britannico nella gara elite donne del Campionato Europeo di Triathlon a Lisbona. A dominare la gara femminile è stata India Lee che ha sfruttato una grande frazione in bici per andarsi a conquistare un titolo europeo, snobbato a dire il vero, dai grandi nomi del circuito internazionale, tutti intenti a preparare la seconda parte della stagione che culminerà con la gara olimpica di Rio.
Buona la prova delle azzurre, che erano alle prime apparizioni in una gara internazionale: Sara Papais ha concluso con un buon dodicesimo posto a meno di due minuti dalla vincitrice, mentre Verena Steinhauser ha concluso al diciottesimo posto. L’argento è andato all’ucraina Yuliya Yelistratova, il bronzo all’ungherese Zsofia Kovacs, mentre fuori dal podio sono rimaste le grandi favorite della vigilia, la tedesca Anne Haug, quinta e la britannica Lucy Hall, 10ma.
Subito gara dura nella frazione a nuoto con la Hall, assieme alla “solita” ungherese Vanek, specialista delle acque libere e la portoghese Santos che prendono il largo. Si rimescolano le carte nei 40 km in bici: si forma un gruppone con le migliori e India Lee prende decisamente l’iniziativa andando in fuga e staccando tutte le rivali, giungendo alla T2 con circa un minuto di vantaggio su tutte le rivali più accreditate. Un margine che permette alla britannica di gestire al meglio la frazione a piedi e di mantenere un vantaggio considerevole sulle specialiste della corsa.
Negli ultimi dieci km Hall e Haag perdono terreno e dalle retrovie avanzano Yelisastrova e Kovacs che si prendono i due gradini più bassi del podio.
In casa Italia ottima frazione a nuoto per Papais che ha chiuso molto vicina alle prime, perdendo qualcosa di troppo in bici e disputando una discreta frazione a piedi. Prova equilibrata (con qualche problema in più nella corsa) anche per Steinhauser che ha confermato la confidenza particolare con la bici. Domani sarà la volta delle staffette e a questo punto l’Italia può guardare in alto.
Foto Viviane Sloniewicz