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Atletica, Desirèe Rossit, la nuova stella del salto: “Mi interessa volare sempre più in alto, prima ancora dei piazzamenti”

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Domani, giovedì 16 giugno, al Bauhaus Galan di Stoccolma, vi sarà l’esordio, in una gara di altissimo livello, dell’azzurra Desirèe Rossit, entrata in una nuova dimensione internazionale, grazie all’1,97 della scorsa settimana a Bressanone, che l’ha proiettata in cima alle graduatorie mondiali stagionali.

Desirèe, nel giro di pochi giorni, sei passata da “saltatrice di buon livello” a leader mondiale, che effetto fa ?

“Onestamente sto ancora realizzando la cosa, avevo programmato la stagione in funzione di un miglioramento del mio livello, sino a 1,93, massimo 1,95, questa misura, fatta al primo, ha sorpreso anche me e il mio staff. Comunque non vado in giro a dire, ehi, sono la prima al mondo, ho fatto 1,97…sono pur sempre una friulana, anche un po’ chiusa come carattere. Saltare lo posso considerare, ormai, come un lavoro per me”.

Il tuo nome, pur essendo giovanissima, circola da qualche anno nell’ambiente, poi c’è stato uno stop nella crescita e questa improvvisa esplosione, come ce lo spieghi?

“Già lo scorso anno avevo fatto 1,91, mentre, in effetti, dal 2011 in avanti non c’erano stati progressi. Tutto è cambiato da quando mi segue Gianfranco Chessa (l’allenatore anche di Alessia Trost, ndr) e da quando ho proprio rivisto il mio modo di fare atletica. Non faccio più solo salto e pesi, ma altre specialità, a tutto tondo, pensa che, ad esempio, ho migliorato il mio personale di 2” sui 60 metri! Da ottobre scorso grazie a Valter Bertoli sto seguendo un programma di “core stability”, un piano personalizzato di prevenzione e stabilità e con Marzio Angeli curo la postura e la camminata, una rivoluzione insomma; devo molto a loro e al mio coach, oltre ovviamente alle Fiamme Oro che mi hanno sempre supportato”.

In tutto questo, come funziona la coabitazione con Alessia Trost?

“Con Alessia ci conosciamo da tempo, siamo entrambe friulane e abbiamo solo un anno di differenza, siamo amiche, in pratica; tra l’altro lei è una persona molto umile. La concorrenza è stimolante e ci sta anche un po’ di sfida tra di noi, rispettando i nostri momenti privati nella preparazione dei salti”.

Ora l’esordio in Diamond League a Stoccolma, quali sono le tue sensazioni?

“Sicuramente salterò in tutta tranquillità e senza pressione, come dicevo prima non ragiono da leader mondiale. Per la gara tutto dipenderà dal tempo, purtroppo le previsioni danno pioggia e vento, vedremo. Ciò che mi rende serena è il fatto di aver immagazzinato tutte le indicazioni del mio allenatore, anche in questi momenti in cui lui non può seguirmi per motivi personali; tutti i meccanismi funzionano e questo mi dà tantissima sicurezza”.

Si stanno avvicinando gli Europei di Amsterdam, con quale obiettivo?

“Prima di tutto raggiungere la finale, poi si vedrà, tenendo presente che tra qualificazioni e finale non ci sarà il consueto giorno di riposo, essendo un programma molto compresso. L’importante è ripetersi su buone misure e dare continuità ad alto livello. A tal proposito la settimana prima ci saranno anche gli Assoluti a Rieti”.

Con l’1,97 di Bressanone hai conquistato anche la qualificazione olimpica: cosa rappresenta per te?

“Senz’altro è un traguardo raggiunto, ma io non mi accontento, pur se non avrei certamente creduto di andare a Rio quest’anno. Personalmente do molta importanza alle misure, più che ai piazzamenti; paradossalmente dovessi vincere una medaglia con 1,90, parlando per assurdo, non sarei assolutamente soddisfatta di me stessa”.

L’ultima frase dice molto del carattere della ventiduenne friulana, che si definisce chiusa, ma che dimostra di essere al contempo umile ed ambiziosa quanto basta. Le motivazioni di Desirèe e il suo modo assai professionale di intendere l’atletica possono far presagire, senza paura di sbilanciarsi troppo, che la poliziotta non entrerà a far parte di quel nutrito gruppo di promesse mai sbocciate in toto. Il suo non accontentarsi, unito ad un’ottima tecnica di base e ad uno staff tecnico-atletico di prim’ordine rappresentano la base per far sì che l’1,97 sia solo un gradino del percorso di crescita della campionessa italiana dell’alto, che con la corregionale Alessia Trost forma una coppia di assoluto valore.

“Fogolar Furlan” sul tetto del mondo!

 

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gianluca.pessoni@oasport.it

Foto: Twitter FIDAL

1 Commento

1 Commento

  1. pizzoumbro

    15 Giugno 2016 at 18:09

    Siamo messi veramente bene sia nel salto in alto femminile che in quello maschile!!!

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