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Atletica, doping: Lysenko e Kolodko positive a Londra 2012; si attendono le controanalisi

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Ancora una notizia riguardante atlete russe di alto livello, quella resa nota in queste ore dal Comitato Olimpico canadese. Tatjana Lysenko (chiamata Belobodorova col nome del marito) ed Evgenija Kolodko sarebbero risultate positive alle recenti rianalisi dei campioni di sangue conservati dopo Londra 2012.

La notizia è arrivata dal Canada, che ha ripreso l’emittente russa Match TV, in quanto la Kolodko è la moglie del pesista canadese Dylan Armstrong dallo scorso settembre.

Attualmente si è in attesa dei risultati anche del campione B; se confermassero i valori, le due lanciatrici andrebbero incontro alla squalifica e all’impossibilità di gareggiare a Rio.

Tatjana Lysenko è una delle martelliste più forti di sempre, ex primatista del mondo con 78,80, ottenuto a Mosca nel giorno del suo secondo titolo iridato, proprio a Londra si è laureata campionessa olimpica, quindi sarebbe destinata a perdere l’alloro a cinque cerchi.

La russa, che in carriera ha vinto anche un europeo, ha già alle spalle una vicenda doping relativa al 2007, quando venne sorpresa nell’uso di metil-androstendione e fermata per 2 anni dalla sua federazione; tale decisione le costò l’annullamento di tutti i risultati ottenuti dal 2007 al 2009, ivi compreso il record mondiale di 78,61 allora in suo possesso.

Evgenija Kolodko, pesista, nella capitale britannica conquistò invece la medaglia d’argento a soli 22 anni con 20,48, ma in realtà la gara le assegnò la terza piazza, ma la squalifica della bielorussa Nadezhda Ostapchuk al termine delle Olimpiadi le fece scalare un gradino…

L’ironia della sorte non si ferma qui, perché il marito della moscovita, Dylan Armstrong, a sua volta pesista di grande livello, con un personale di 22,21, riuscì a fregiarsi del bronzo di Pechino 2008 solo in virtù dello stop imposto ad un altro bielorusso, Andrei Mikhnevich.

Il canadese ha dichiarato alla emittente nordamericana CBC:” Questa è una notizia molto difficile da commentare per me, perché riguarda tutta la comunità olimpica, di cui mi onoro di far parte ed una persona che amo profondamente. Ho provato sulla mia pelle quanto sia stato scoraggiante attendere 6 anni per ricevere una medaglia a causa dell’imbroglio di un mio rivale; ho sempre sostenuto con forza la mia posizione di tolleranza zero nei confronti di chi bara. Sarò vicino ad Evgenija nel momento in cui farà le sue dichiarazioni, ma non posso parlare in sua vece”.

Ora non rimane che attendere l’esecuzione delle analisi sul secondo campione, anche se difficilmente ci saranno sorprese; conosceremo così, con ogni probabilità, 2 nomi della lista di 23 positivi comunicata dalla Wada.

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gianluca.pessoni@oasport.it

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