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Calcio, Europei Francia 2016: Italia torna a vincere all’esordio dopo 16 anni. Conte colpisce ancora

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Sono ancora vivi nei nostri occhi e cuori le emozioni provate per il primo match degli Europei 2016 in Francia giocato dalla nostra Nazionale di Calcio vittoriosa sul Belgio 2-0, secondo del ranking Fifa alle spalle dell’Argentina di Leo Messi. Un incontro carico di tensione e paura, dove molti davano per spacciata la nostra squadra, troppo poco qualitativa per affrontare una compagne che del talento, invece, fa un prooprio marchio di fabbrica.

Ebbene, possiamo dirlo: vittoria meritata giocando all’italiana. Un’organizzazione difensiva che non si vedeva da tempo e il ricordo di quel possesso di palla insistito e perfettamente improduttivo della selezione in Brasile di Cesare Prandelli è un pallido ricordo. Ora è tutta un’altra musica: 2 o 3 passaggi, verticalizzazioni improvvise e giocatore lanciato a campo aperto per realizzare. Sono queste le caratteristiche messe in campo nel successo contro i “Diavoli Rossi” valso i 3 punti all’esordio che mancavano da 16 anni.

Era infatti l’edizione del 2000 in Olanda quando la squadra di Dino Zoff, affrontò ad Arnhem la Turchia e in campo c’era un giocatore, anello di congiunzione col presente, il cui nome è Antonio Conte. L’attuale ct dell’Italia, infatti, in quella partita fu uno dei protagonisti, sbloccando il risultato con una splendida rovesciata che diede il vantaggio agli azzurri. Il successo poi arrivò grazie ad un rigore realizzato da Pippo Inzaghi, dopo che i turchi ottennero il pari con Okan Buruk anche per un’uscita incerta di Francesco Toldo. Tornando a Conte, dunque, riviviamo l’azione che portò a quella realizzazione di pregevole fattura.

In passato dunque fu un colpo in acrobazia, ieri sera è stato un colpo al cuore per tutti i tifosi che hanno seguito la partita con viva partecipazione, esultando per le segnature di Emanuele Giacchierini e Graziano Pellè e soffrendo nei momenti più complicati dell’incontro quando il Belgio costringeva la nostra a squadra a ritrarsi indietro. Ma questo gruppo ha l’anima di quel calciatore che andò a segno con la Turchia, capace di stupire con gesti inaspettati e lottare a perdifiato per tutti i 90 minuti ed oltre. La corsa di Antonio Candreva al 92′ col cross al bacio per la girata al volo di Pellè è l’esempio lampante di cosa voglia dire essere squadra.

Quel successo di 16 anni fa, portò l’Italia fino in finale quando a 20 secondi dal termine il goal di Sylvain Wiltord, nel match contro la Francia di Zinedine Zidane a Rotterdam, pareggiò la rete di Marco Del Vecchio, costringendoci ai supplementari ed a subire l’atroce smacco del “Golden Goal” firmato da David Trezeguet. Chissà, forse il destino è in debito col ct e vorrà concedergli un’altra chance. Questa è una Nazionale che, per spirito di abnegazione e sacrificio, può far sognare ma nello stesso tempo obbligata a rimanere coi piedi per terra. I fantasmi della spedizione brasiliana ancora aleggiano e il prossimo incontro con la Svezia sarà la prova del nove per capire se puntare a traguardi ambiziosi è mera immaginazione o solida realtà.

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