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Calcio: Lionel Messi meglio di Maradona? Un fuoriclasse che non è ancora leggenda

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508 goal in carriera, 55 in Nazionale, battendo il record di marcature di Gabriel Omar Batistuta, 348 realizzazioni nella Liga e miglior marcatore in un anno solare (91 goal). Sono solo alcuni dei dati della carriera calcistica del 5 volte pallone d’oro Lionel Messi, fenomeno del calcio mondiale di questa epoca che, insieme a Cristiano Ronaldo, rappresenta la figura di spicco dello sport più diffuso del mondo. Statistiche che parlano chiaro sulla grandezza di un giocatore straordinario che ha cambiato, in un certo qual senso, il modo di giocare: creatività e velocità al servizio della squadra. Un calciatore più unico che raro, in altre parole, un numero uno.

https://www.youtube.com/watch?v=UwiKkOSQFbg

Scontato, per un atleta di queste qualità, il confronto con i geni del calcio del passato, vale a dire Pelè e Maradona. In particolare con quest’ultimo, il dualismo tra chi sia il più forte ed il più decisivo è all’ordine del giorno, soprattutto in corrispondenza delle grandi competizioni internazionali, con la maglia del club e la Selección. Se guardassimo solo alle cifre, probabilmente, Messi già da ora, a 29 anni, avrebbe fatto meglio di Diego per la continuità avuta nel tempo e le vittorie conquistate con la maglia del Barcellona. Il vero grande appunto però mosso nei confronti del 10 blaugrana è il suo essere leader dentro e fuori dal campo con la maglia dell’Argentina. Nonostante le 55 segnature, menzionate precedentemente, ed il ruolo di capitano Messi non è mai riuscito a conquistare un successo con la sua Nazionale, come fece Maradona in Messico nel 1986. Un’incidenza diversa, dunque, da parte dei due che porta a delle riflessioni. Per un giocatore di questo calibro, il non vincere qualcosa di importante con la maglia albiceleste è un grosso limite, nonostante annoveri in squadra calciatori di grande livello, al di là del campione del Barça. Certo, si vince in 11 e si perde in 11, tuttavia si ha sempre l’impressione che la sua presenza carismatica, all’interno dello spogliatoio, incida meno di quello che si potrebbe pensare. Sarà perchè lui è un argentino atipico cresciuto in Spagna? Sarà perchè questo costante confronto con Maradona lo metta sotto pressione ancor più di quando gioca col club? Tutto domande lecite. Resta il fatto che, dopo la sconfitta di due giorni fa in Copa America contro il Cile ai rigori e l’errore dal dischetto di Leo, le finali perse dall’Argentina sono salite a quattro e il capitano argentino a caldo si è lasciato andare a queste dichiarazioni: “Ci sono state quattro finali, tre di seguito, e non mi sono bastate per vincere. Ci ho provato. Era la cosa che desideravo di più, ma non ci sono riuscito. E’ un peccato, ma è così. Per me l’esperienza con la Seleccion termina qui. Penso che sia meglio per tutti, per me e per molte persone che lo vogliono. La decisione è presa”. 

Un vincente non dovrebbe trovare nelle sconfitte la forza per continuare a lottare? “Maradona non ci avrebbe mai lasciato” –  gridano dall’Argentina. Probabile. Chissà, forse, la risposta è che ci sono giocatori numero uno, sul rettangolo verde, ma altri invece, anche per il loro modo di essere, sono stati leggende.

 

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giandomenico.tiseo@oasport.it

Twitter: @Giandomatrix

Immagine: pagina FB Leo Messi

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