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Ginnastica, Europei 2016 – Italia, cosa non ha funzionato? Pressione, esperienza, errori: azzurre, ora il riscatto in Finale!

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C’è qualcosa da rivedere in casa Italia dopo la brutta gara di ieri pomeriggio. Il turno di qualificazione degli Europei 2016 di ginnastica artistica femminile ha bocciato la nostra “nuova” Nazionale, andata letteralmente in crisi e incappata in ben 5 cadute oltre che a diversi errori.

Le azzurre si sono salvate per miracolo da un’umiliante eliminazione, salvando la partecipazione alla Finale a Squadre (in programma sabato 4 giugno alle ore 17.00) per soli due decimi di punto. Ungheria e Belgio ci hanno sbuffato addosso, la buona sorte ci ha sorriso almeno per una volta al termine di quattro rotazione da dimenticare rapidamente.

L’assenza delle veterane Vanessa Ferrari, Carlotta Ferlito ed Erika Fasana si è sentita decisamente. Il quintetto sceso in pedana alla Post Finance di Berna è molto valido tecnicamente, più volte le ragazze hanno dimostrato le loro potenzialità a livello individuale ma alla prima uscita di una certa importanza hanno pagato pressione, ansia e soprattutto mancanza di esperienza.

 

Una squadra rodata sa uscire dai momenti bui, sai farsi scudo e rimediare ai propri sbagli. È mancata proprio quel quid in più, quella dote di esternarsi e ripartire da zero, quella capacità di fare finta di nulla e tornare subito al top nel giro di pochi minuti.

Tecnicamente fanno male le cadute di Enus Mariani dal Ricna alle sue parallele, alla trave il teso avvitato di Elisa Meneghini che non riesce a essere stabilizzato (in questa prima parte stagione è stato perfettamente eseguito in gara una sola volta): due errori nei loro attrezzi di punta su due movimenti importanti. Quanto successo alla trave è stato invece l’emblema della crisi psicologica di cui stavamo parlando: tutte le tre ginnaste salite sull’attrezzo hanno messo piede a terra! È proprio lì che bisogna lavorare.

 

Fortunatamente la nostra rosa ha a disposizione un succulento esame di riparazione tra ventiquattro ore: non andrà fallito. Si riparte da zero e con tanta voglia di riscatto: la medaglia di bronzo, vista la solidità della Svizzera, sembra essere più lontana di quanto previsto alla vigilia ma ora serve solo la prestazione di carattere per rimettere le cose in chiaro.

Mancano solo due mesi alle Olimpiadi: poco e tanto allo stesso tempo. Siamo in piena preparazione ma ora urge farsi anche qualche domanda e darsi anche qualche risposta. A Rio la musica dovrà sicuramente cambiare e non abbiamo dubbi che questo possa avvenire.

 

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