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MotoGP, GP Olanda 2016: Marquez gongola nel giorno della ‘prima’ di Miller. Yamaha rabbuiata

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Assen 2016 verrà ricordata, per ciò che concerne le performance in pista dei centauri della MotoGP, per la prima vittoria in carriera nella classe regina dell’australiano Jack Miller (spezzata una striscia di ben 62 gare consecutive che vedevano sul gradino più alto del podio sempre uno tra Lorenzo, Rossi, Marquez, Pedrosa!) e per il “sucidio agonistico” di Valentino Rossi.

Il Dottore, pur avendo a che fare su una delle sue piste preferite con un Marquez ed un Lorenzo non trascendentali (soprattutto il maiorchino, in palese difficoltà), ha gettato alle ortiche un’occasione enorme per superare il compagno di squadra in classifica e ridurre il suo distacco da Marc, cioè da quella vetta iridata che mai come oggi avrebbe potuto essere vicina a Tavullia…

La gara di Valentino pareva una retta in grassetto destinata a raggiungere un gradino importante del podio, con l'”aggravante” della concomitante crisi lorenziana e della prestazione contenitiva del campione di Cervera, ma la divisione della suddetta in due segmenti nettamente diversi tra loro ha deviato l’intero corso degli eventi.

Proponendo una visione più ampia delle vicende riguardanti la MotoGP in quel di Assen, giova illustrare la “fotografia” della gara prima della bandiera rossa (in passato, ci sarebbero stati lo stop definitivo e l’attribuzione della metà dei punteggi previsti per i relativi piazzamenti): Dovizioso-Petrucci-Rossi-Redding saldamente in testa alla corsa, Marquez quinto con 4.608 secondi di ritardo, Lorenzo 19° e penultimo!

L’interruzione ha azzerato praticamente in toto valori e approcci precedenti. La corsa (solo 12 giri) è ripartita con la griglia basata sulla classifica al 14° giro, quindi con i tre italiani in prima fila, Redding, Marquez, Pedrosa in seconda, Iannone graziato (17^ casella, dopo essere caduto proprio alla quattordicesima tornata) e ultima fila per un Lorenzo con tempi imbarazzanti all’attivo.

La seconda partenza ha visto pure scattare bene VR46, ma il suo “momento magico” è durato poco: al 3° giro è finito a terra, pochi secondi dopo lo scivolone di Dovizioso e il k.o. tecnico di Petrucci. Miller ha trovato il guizzo giusto e scavalcato Marquez, che da par suo si è intelligentemente accontentato di un 2° posto preziosissimo in ottica iridata.

Le conclusioni. Nonostante l’assenza del lieto fine, Valentino Rossi ha dimostrato una volta di più che quest’anno (come da lui stesso ribadito ai microfoni nel post-gara) non ha da invidiare nulla ai due antagonisti spagnoli per quanto riguarda velocità e gestione di mezzo/gomme, escluse quelle volte in cui è stato accoltellato “a tradimento” dalla sua YZR-M1…

E’ ancora esiguo anche il numero colleghi in grado di districarsi meglio di lui nelle situazioni meteo/pista insidiose, poiché il grave errore commesso è stato figlio di un “voler strafare” e non di una incapacità di affrontare una pista ormai infame per tutti ma capita da pochi.

S’allunga la lista dei rimpianti 2016 per la Ducati, con due piloti troppo “istintivi” di nuovo finiti per le terre; chissà come sarebbe andata se Iannone non fosse stato costretto a partire dall’ultima casella… Jorge Lorenzo ha confermato la sua avversione per l’umido/pioggia e, a suo dire, per le Michelin dure. Di sicuro: non c’è feeling tra il maiorchino e la pista olandese; se aumentano le incognite in gara, diminuiscono anche di più le sue possibilità di vittoria.

Marc Marquez, infine. Furbo, attento, maturo, intelligente e, nell’occasione, abbastanza fortunato. Ma il +42 su Rossi e il +24 su Lorenzo iniziano ad assumere le sembianze degli indizi che, dovessero essere costantemente avallati dalla rinnovata solidità del 93 Repsol Honda Team (fin qui sempre a punti), diventerebbero la prova inconfutabile che il Cabronçito può servire il suo personale tris in MotoGP quest’anno.

 

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giuseppe.urbano@oasport.it

Foto: Marco Fattori

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