Precisione
Storia delle Olimpiadi: Andrea Benelli. Per vincere un oro olimpico non è mai troppo tardi…
Alle Olimpiadi del contentino ad Atene (per qualcuno, quelle dell’inizio della fine, per le finanze statali greche…), l’Italia confermò la sua grande tradizione nel tiro a volo, una nazione che da sempre non si accontenta di fornire le armi ai concorrenti provenienti da ogni parte del mondo, ma porta sistematicamente i propri atleti nelle finali e sui podi che contano…
Dopo l’argento di Johnny Pellielo nella fossa olimpica, dalla Grecia arrivò anche l’oro di Andrea Benelli, quarantaquattrenne di Firenze e tifosissimo della Viola introdotto al tiro a volo dal padre Luciano, il suo primo allenatore.
In mattinata, durante le qualificazioni, il tiratore italiano aveva commesso un errore, mentre quello che si sarebbe rivelato poi il suo avversario numero uno, nessuno: 125 piattelli rotti, record per il finlandese Marko Kemppainen, e finale conquistata con il secondo miglior score per Andrea Benelli (124, +2 sul terzo). Ma al Markopoulo Shooting Centre, sotto un caldo africano, il capolavoro azzurro si compì in tutto il suo splendore…
Fu un atto conclusivo da infarto. Benelli si dimostrò il più preciso nella serie di 25 piattelli della finale, colpendoli tutti. Kemppainen “bucò” la quarta pedana, un singolo. E mentre alle spalle gli altri finalisti sbagliavano e in tre si raggruppavano per il bronzo, l’azzurro e il finlandese rimasero affiancati al primo posto, sbriciolando colpo su colpo singoli e doppi, da ogni posizione.
Sul 149 pari, i duellanti del Vecchio Continente poterono (teoricamente) raccogliere la concentrazione mentre il cubano Juan Miguel Rodriguez vinceva lo spareggio a tre per la medaglia del metallo meno prezioso. Lo shoot-off per l’oro fu dominato dalla tensione. Il nordico sbagliò già al secondo tiro…il fiorentino pure! Ma Kemppainen non riuscì più a raccapezzarsi e centrò solo un piattello della successiva serie di due. Benelli, invece, mano ferma e istinto del tiratore esperto, non fallì.
Quella che andò in scena in mondovisione fu un’epica corsa liberatoria sul campo gara, con il cappellino bianco e quegli occhiali da sole che lo rendevano impenetrabile, brandendo la doppietta e abbracciando infine i suoi primi tifosi: la famiglia. A 44 anni e alla quinta partecipazione olimpica, per festeggiare l’oro di tutta una vita. E poi, subito, una promessa ai giornalisti: “In carriera avevo vinto tutto e mi mancava solo l’oro olimpico. Oggi ho realizzato il sogno. Mi basta così. Dopo quasi trent’anni che sparo e quattro tentativi. Da oggi in poi non sparo più. Anzi, sparerò solo a caccia, la mia passione”. Ovviamente, fu una promessa da marinaio…pardon, da uomo di sport mai pago.
In oltre vent’anni di competizioni internazionali, Andrea Benelli ha vinto due titoli mondiali ed un titolo europeo. Ha partecipato a sei edizioni delle Olimpiadi, vincendo il bronzo ad Atlanta 1996 prima dell’oro vinto ad Atene 2004. E’ stato Commissario Tecnico della Nazionale di tiro a volo di Cipro, dal 2013, è Direttore Tecnico della Nazionale italiana. Per (ri)vincere un oro olimpico, anche da guida e mentore, non è mai troppo tardi…
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giuseppe.urbano@oasport.it