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Ancora tu, ma non dovevamo vederci più? Italia-Germania: la sfida infinita conduce alla gloria

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Non è dato sapere se la celebre frase cantata da Lucio Battisti sia stata pensata in questi giorni più dagli italiani o dai tedeschi. Una cosa, però, è certa: questa sera, ore 21, a Bordeaux si replicherà una delle sfide simbolo del calcio europeo e mondiale.

Dalla “partita del secolo“, il 4-3 del 1970, al tiro a giro di Fabio Grosso, 2006, è sempre Italia-Germania. Passando per la gioia che paradossalmente è meno ricordata in quando a empatia nazionalpopolare: il trionfo mondiale del 1982. E il perché è semplice da capire: quella volta a Madrid l’Italia ebbe tutto sommato vita facile contro i rivali di sempre. Sul 3-0, all’80’, il presidente della Repubblica Sandro Pertini disse: “Non ci riprendono più“. Ma Italia-Germania, come del resto anche la storia extracalcistica insegna, è soprattutto sofferenzaguerra in senso figurato. E allora, senza nulla togliere all’urlo liberatorio di Marco Tardelli, lunga vita al diagonale rasoterra di Gianni Rivera e al destro all’incrocio di Alessandro De Piero. Sì: prepariamoci a un’altra battaglia.

L’Italia sogna, ma l’Italia dovrà anche essere molto pragmatica. Ha battuto il Belgio e la Spagna e conosce ormai i suoi punti di forza: difesa invalicabile (un solo gol subito, 0 invece quelli della Germania che però ha affrontato avversari più agevoli), centrocampo dinamico e instancabile, attacco affiatato e mai domo. Queste le armi per battere i campioni del mondo che, rispetto al passato, sembrano vulnerabili specialmente sulle fasce. L’enorme qualità tedesca, quasi una logica conseguenza degli anni di Pep Guardiola al Bayern Monaco, non può tuttavia non spaventare Gianluigi Buffon e compagni, chiamati agli straordinari d’attenzione e concentrazione. L’equilibrio pare massimo anche confrontando le probabili formazioni. Ma un vincitore dovrà esserci.

Sbilanciarsi è tanto complicato quanto inutile: la tradizione sorride al 100% agli azzurri, ma è la classica eccezione che conferma la regola e suggerisce l’enorme valore della Germania, 10 volte sul podio negli ultimi 13 Mondiali e 8 su 11 nella storia degli Europei. L’Italia è dunquel’unica chimera tedesca, ma non ci si può aggrappare solo a questo perché si è visto con la Spagna quanto sia stato facile ribaltare tre insuccessi consecutivi. Per entrambe, comunque, si tratterà della porta verso la gloria, non solo verso la semifinale: hanno dimostrato di essere le formazioni più forti di Euro 2016 e potranno davvero arrivare in fondo. Vietato arrendersi senza combattere.

 

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francesco.caligaris@oasport.it

Twitter: @FCaligaris

Foto da: profilo Twitter Uefa Euro 2016

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