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Atletica
Atletica, Europei 2016 – L’Italia colpisce con le stelle Tamberi e Grenot, delude Trost, Meucci c’è. Alle Olimpiadi però…
L’Italia esce promossa dagli Europei 2016 di atletica leggera ma solo grazie alle sue consuete punte che nel Vecchio Continente riescono a fare la differenza. Il livello generale della nostra Nazionale, infarcita di tanti giovani e nuove leve, non è però dei più soddisfacenti.
Insomma nulla di nuovo sotto il sole, come in fondo dimostra il medagliere: nono posto finale con 2 ori, 2 argenti e 3 bronzi ma il tutto è inflazionato dalle due medaglie a squadre conquistate nella mezza maratona. Ottavo posto nella classifica a punti (82). In sostanza gli azzurri rimangono a galla, fanno la loro figura ma di certo siamo ben lontani dall’essere rinati. Non ce lo si aspettava, sia chiaro. Dopo i disastrosi Mondiali 2015 non si poteva invertire la rotta in un lasso temporale così ridotto. Risultati che vanno calibrati anche in base al parterre dell’evento (mancavano diversi big in alcune discipline) e senza dimenticarsi dell’assenza della Russia.
Le note più liete sono firmate da Gianmarco Tamberi e Libania Grenot. Super Gimbo si è laureato Campione d’Europa con una facilità disarmante, confezionando un percorso netto fino al 2.32 saltato al primo tentativo che gli è valso la medaglia d’oro. Il marchigiano impressiona per la facilità del gesto tecnico, per la convinzione nei suoi mezzi e per la capacità di non sentire la pressione del superfavorito della vigilia, in un panorama privo di Bondarenko e dei russi. Il Campione del Mondo Indoor prosegue nella sua stagione da record e ora volerà a Rio presentandosi per conquistare una medaglia assolutamente alla sua portata.
Tamberi non ha avuto problemi, anzi il 2.32 è ormai una misura quasi banale per lui ormai abituato a ben altre quote. Tenta ancora il 2.40, lo fallisce per poco e sente già il profumino delle Olimpiadi.
La Panterita si conferma sul Trono d’Europa: la Regina del Giro della Morte è sempre e solo lei. Una gazzella come si è autodefinita, protagonista di una semifinale sbalorditiva con cui si è avvicinata al suo mitico record italiano. La finale è stato un assolo verso il meritato scettro. Come due anni fa a Zurigo ci ha pensato lei a rompere il ghiaccio e aprire il forziere per l’Italia, alle Olimpiadi può ambire alla finale ma il podio al momento sembra difficile. Confidiamo in una sua graffiata come ci ha ben abituato. La donna degli Europei è lei perché trascina letteralmente la staffetta 4x400m verso una storica medaglia di bronzo.
Piace Daniele Meucci che, inutile nascondersi, si è allenato sulla mezza maratona preparando così l’appuntamento a cinque cerchi. Era la scelta più corretta, intelligente e lungimirante. Azzeccata e produttiva, anche perché conclusa con una bella medaglia di bronzo. Il Campione d’Europa sui 42km prosegue il suo cammino verso Rio, fa capire di avere un buon passo nelle gambe e ai ritmi da gara che ci saranno ai Giochi può seriamente sperare nel colpaccio. Gli africani sembrano una spanna sopra ma…
Questi Europei ci hanno regalato due nomi “nuovi”, un piccolo polmone per un’Italia che prova a rinascere: Filippo Tortu e Veronica Inglese. Il velocista scende sotto i 10.20, sfiora la finale, esibisce una tecnica sopraffina e fa capire di avere enormi margini di miglioramento: in futuro, se continuerà a lavorare in questo modo, potrà togliersi grosse soddisfazioni. La pugliese, invece, si mette al collo una bellissima medaglia d’argento nelle mezza maratona e si è comportata in maniera eccellente sui 10000 metri.
La grande delusione è arrivata da Alessia Trost, il nostro talento del salto in alto che si è smarrita nelle ultime due stagioni dopo averci fatto sognare con i 2 metri. Le gambe non girano come dovrebbero e come un’atleta del suo calibro dovrebbe fare. Si arena a un mesto 1.92, quota che dovrebbe essere di routine e che invece sembra essersi trasformato in un muro invalicabile. A Rio riuscirà a compiere un miracolo? Ce lo aspettiamo tutti.
Flop totale anche di Matteo Galvan che era tra i più accrediti per una medaglia sui 400m e che invece si è letteralmente spento in finale. Occasione sciupata e delusione immensa. Ha pagato i due turni ravvicinati ma era lecito aspettarsi di più.
Marcell Jacobs avrebbe dovuto realizzare il minimo per Rio, il mega volo di due settimane fa 8.48 (con mega folata alle spalle) ci aveva fatto ben sperare e invece tra problemi fisici e quant’altro ha steccato completamente l’evento. Dariya Derkach ha confermato un buono stato di forma dopo aver strappato il pass per le Olimpiadi, peccato per il micro nullo su un salto che l’avrebbe spedita verso il sogno.
Per il resto tante sonore bocciature, tante eliminazioni al primo turno, diverse prestazioni non all’altezza e qualche prestazione nella media che non può farci né gioire né entusiasmare. Molto male anche Gloria Hooper, decisamente sottotono rispetto alle promesse della vigilia. Meritano invece un elogio i ragazzi dei 3000m siepi e Chatbi che ci ha provato nel mezzofondo.
Per una pattuglia con ben 75 atleti è forse un po’ troppo poco e non ci si può nascondere dietro le assenze di Fassinotti, Chesani, Greco, Del Buono, Donato e Straneo, oltre non presenza nel programma delle prove di marcia, per giustificare il risultato.
ale sandro
11 Luglio 2016 at 13:45
Mi aspettavo più o meno ciò che è accaduto in casa Italia. Le punte hanno ottenuto il loro obbiettivo, rimarcando sempre che si tratta di gara di passaggio per un’altra ben più importante.
Mi aspettavo la Inglese battere un colpo importante ,anche se più in pista sui 10000, dove tra l’altro ha fatto il personale, continuando a migliorarsi da tempo in maniera quasi sistematica.
Il fatto che abbia ottenuto il risultato sulla ‘mezza’ , distanza ancora digeribile più agevolmente per le atlete forti nel mezzofondo prolungato, spiega molto non solo la condizione ma anche secondo me la rinascita di quest’atleta dagli infortuni delle stagioni precedenti. Abbiamo una fondista di grandi prospettive, mi auspico un doppio utilizzo nei prossimi anni tra 10 km , per affinare una certa velocità (tutto relativo ovviamente) , e maratona dove ci sono le maggiori possibilità.
Mi piace sottolineare finalmente qualcosa di tangibile, a prescindere dalla Russia assente, per le staffettiste del miglio, nella cui gara tutte a cominciare da Grenot ,hanno fatto perfettamente ciò che serviva e nella maniera migliore. E non sempre era accaduto questo.
Interessante poi il fatto che non sono da escludere a mio parere neppure le ostacoliste come Folorunso e Caravelli da un gruppo di ragazze molto compatto.
La Folorunso e Tortu meritano più di altri il discorso a parte ,perchè si tratta dei migliori prospetti ,tra i 18 e i 20 anni non ancora compiuti, emersi nella stagione. E continuano regolarmente a migliorarsi.
L’incidente (incredibile, da comiche fantozziane) di Tortu , credo nei Giochi giovanili, e “l’assestamento fisico” della stagione passata, sono alle spalle. Proprio nel suo caso, applausi per chi lo ha gestito, perchè ci si è presi tutto il tempo senza inutili e pericolose forzature.
Per me la Folorunso ha margini anche nella distanza piana, e qui mi fermo.
Plauso personale per Floriani e Abate, che spero di rivedere entrambi sulle piste italiane e non ,anche nel prossimo quadriennio, sperando per Floriani l’azzeramento dei fantomatici tre centesimi di troppo.
Ecco qui mi sento di dire una cosa. Visto che da altre parti ,qualche centesimo o decimo di troppo, mi pare sia stato dimenticato, non vedo perchè il Coni non debba portare tutti coloro che ,regolamento internazionale alla mano, abbiano ottenuto il pass.
Non si riuscirà mai a mettere bene un punto chiaro sulla situazione senza far completare il quadriennio con la gara più importante. Solo allora si potranno tirare le somme per i prossimi quattro anni, vedendo chi è il più meritevole di considerazione nei piani federali, e chi magari raggiunta una certa età debba iniziare a gestirsi diversamente e in maniera più autonoma. Mi auguro che in Fidal facciano la cosa tecnicamente giusta, e non la cosa politicamente giusta.
Soprattutto in virtù di tanti giovani di prospettiva sui quali vale davvero la pena di lavorare bene.
Intanto , alla luce delle decisioni della clownesca IAAF , che ad personam riesamina chi vuole e come vuole, condanna chi vuole con ripensamento anche qui ad personam (o ad sponsor , per chi preferisce), aspetto definitivamente cosa si deciderà per i cosiddetti running target, che potrebbero ripescare dalle graduatorie internazionali qualche azzurro.
Di sicuro l’impegno che ci stanno mettendo a far vacillare un appassionato pluridecennale come me (e non credo di essere il solo), dal seguire questo sport, sta cominciando a dare i suoi frutti. Difficilmente guarderò alcune gare “orfane” stile Mosca/L.A (anche peggio forse), tipo i 110 ostacoli.
alebi
12 Luglio 2016 at 11:25
A proposito della Grenot, questo mi è sembrato il primo campionato in cui abbia confermato “con le gambe” quello che nella testa aveva già… Nella staffetta non proprio tutte hanno corso bene, mi sembra palese chi sia stato l’anello debole e senza una Grenot così, la medaglia restava un’utopia. Schierando invece la formazione migliore (con Caravelli e Folorunso) ce la si giocava tranquillamente con la Francia ma Ayomide era fortunatamente già impegnata in qualcosa di altrettanto grande. Insomma, grazie alla Grenot ci accontentiamo e non stiamo qui a parlare come sempre di rimorsi.
Rimorsi che aumentano visto che anche la 4×100 femminile è uscita dalle migliori sedici nazioni…. Anche se sembra che alcuni risultati eclatanti dell’ultima ora siano sotto osservazione (ma, personalmente, mi sembra tanto una sparata per distogliere l’attenzione dal vero problema che ha portato le nostre staffette veloci a non potersela giocare al meglio)
A proposito di Abate, ma è vero che si vuole già ritirare? A me dispiacerebbe tantissimo, è stato fuori troppo a lungo e dopo averlo visto ad Amsterdam sembrava un atleta rinato. Spero non sia vera la diceria (forse nata dalla delusione di aver mancato il minimo), perchè si meriterebbe ancora tante soddisfazioni =(
Sul caso Klishina non oso pronunciarmi… Non uscirebbero belle parole (non certo rivolte all’atleta).
ale sandro
12 Luglio 2016 at 13:24
E’ proprio questo il discorso sulla staffetta del miglio. Dalla Grenot cosa ci si aspetta?
Io sinceramente mi aspettavo esattamente una frazione così, perchè è nelle sue corde quando è in una buona condizione di forma scendere ampiamente sotto i 49 da lanciata. Dato che per me, tra l’altro , vale già da ora un tempo sotto il muro dei 50 nella gara individuale di alcuni decimi. Questo a prescindere dal discorso medaglia possibile o meno.
Sembra un’impresa perchè forse c’è stato il finale emozionante col tempone, grazie anche finalmente a una distribuzione eccellente, ma per me ha fatto ciò che può fare.
Se non le riusciva prima era ,come tu stessa sottolineavi, un “problema” suo di interpretazione della gara.
Non per fare l’avvocato difensore della Bazzoni o delle altre, ma davvero , non mi aspettavo nulla di diverso da ciò che hanno fatto in questo periodo da loro ,e ripeto, in passato con stati di forma e fasi di carriera superiori a quelle attuali , ci sono state prestazioni delle altre azzurre che delle volte non avevano confermato le attese su di loro. Una media tra 52″5 -53 basso, con l’ultima di Grenot ,ed ecco che per un europeo a un mese dai Giochi, c’è una prestazione molto interessante.
Poi come dici , il discorso delle ostacoliste per me è assolutamente fondamentale. Folorunso e Caravelli ,con situazioni diverse, sono atlete ancora in grado di migliorare nella distanza piana, a differenza forse di alcune delle staffettiste viste in staffetta in Olanda, e potranno perciò dare quel valore aggiunto per migliorare ulteriormente il tempo.
Certo che se l’impostazione del lavoro ricalca ciò che è stato fatto con le staffette veloci, le cose si complicano sempre. Cambiare ordine di partenza dopo aver fatto diverse prove, aver mancato l’occasione del mondiale di specialità avranno sicuramente pesato, ma per me mai quanto il non vedersi organizzare delle gare apposite per potersi testare più volte ed avere quindi più chance, oltre a migliorare sempre di più l’affiatamento. C’era da aspettarselo che tante nazioni avrebbero tentato il colpo e che qualcuna si sarebbe potuta migliorare.
Se non ci si decide a capire che lavorare sulla staffetta con un blocco di ragazzi/e vuol dire creare una base importante e dare anche opportunità in più di “costruirsi” atleti forti ,se non addirittura campioni, con un progetto che preveda non solo allenamenti o stage temporanei, ma anche periodi lunghi di lavoro insieme e gare in avvicinamento ai grandi eventi, si rimarrà sempre in questo stato semi-comatoso.
Su Abate (e su Floriani) mi è sembrato di leggere/sentire cose simili a propositi di fine carriera, ovviamente spero non sia così , e in caso sia vero che ci ripensi , ma anche dopo i tanti infortuni , non biasimerei mai un atleta come lui per una decisione simile, lo capirei anche. Certo è che l’Olimpiade rappresenta sempre un importante snodo della carriera, sia che si tratti di capolinea già messo in conto o di rinascita e rilancio, e mancarla è sempre una grave perdita per qualsiasi atleta.
alebi
12 Luglio 2016 at 14:53
Pienamente d’accordo con quanto affermi sulla Grenot. Lei è quella che deve fare la differenza e credo di poter dire che forse questa è stata la prima volta che abbia veramente mostrato tutto il suo potenziale (fermo restando che da lei ci si aspetta ancora quel fatidico 49… Ma secondo me potrà venire più in un meeting che in una competizione su più turni). La Chigbolu è diventata una certezza e la Spacca ha tirato fuori le unghie dopo una stagione tutt’altro che esaltante. Non so il motivo della preferenza della Bazzoni sulla Caravelli, purtroppo però quella frazione ci stava veramente costando cara. Comunque ribadisco, si guarda al risultato finale e per fortuna, grazie a tutte e quattro, siamo contenti e soprattutto loro hanno finalmente vinto una medaglia dopo tutto quello che di buono hanno dimostrato negli anni. E fa sempre piacere sapere che dietro ci sono valide alternative (e grazie al cielo la 4×400 non ha bisogno di provare i cambi).
Il problema staffette veloci è che si è tentato di lavorare su un gruppo (piuttosto ristretto aggiungerei), per poi subire gli infortuni di alcuni, le rinunce di altri, le mancate partecipazioni a manifestazioni ad hoc, le mancate organizzazioni di gare per testarsi, lo stravolgimento degli ordini degli staffettisti, il cambio di 3/4 di staffetta perchè si è scoperto che i prescelti sono tutti fuori forma eccetera eccetera eccetera eccetera (potremmo non finire più). Ma la cosa più drammatica è che nessun organo di informazione generalista ne parla, abbagliato dalle medaglie vinte all’Europeo (poi qualcuno mi spiegherà perchè se uno fa semplicemente il suo dovere, nulla più, nulla meno, deve sentirsi trionfante). Questo fallimento sembra dover rimanere nella nicchia di appassionati, gli unici che hanno una visione completa della situazione e non credono/conoscono solo quello che gli si viene detto.
alebi
11 Luglio 2016 at 10:43
Contenta di non essere l’unica che giudica così questo Europeo =)
Non ho ancora letto dichiarazioni ufficiali e quindi non so se sono partiti toni trionfalistici o meno, ma da parte mia dico che si è fatto quello che si doveva fare, né più né meno. Perciò una spedizione positiva nel senso di sufficientemente buona.
Poi ci sono i vari distinguo ma anche delle considerazioni che non si possono ignorare.
La considerazione più importante è ovviamente il fatto che mancava la Russia e quindi c’era minore concorrenza (tra l’altro proprio nelle gare dove avevamo le nostre punte). Per il resto, in realtà, hanno partecipato molti big e per quanto ci riguarda forse solo Bondarenko avrebbe potuto cambiare il nostro risultato.
Poi c’è da dire che le medaglie vinte erano quelle prefissate, quindi non abbiamo assistito a nessuna sorpresa sbalorditiva o delusione cocente.
Questo guardando il mero medagliere. In realtà ci sono da fare dei distinguo.
La medaglia della maratona femminile non ce la si aspettava certo dall’Inglese, che comunque più gareggiava e più faceva intravedere una condizione veramente incredibile. E convinta dei suoi mezzi, la medaglia se l’è andata proprio a cercare. Di testa e di gamba. Bravissimissima!! Le altre e gli altri (escluso Meucci) tutti fuori dagli 8 e questo non va mica tanto bene. Ovvio che una mezza ad un mese da Rio non vuol dire proprio nulla, però qualcuno doveva pur essere consapevole che il risultato lo poteva fare solo qui. Un risultato complessivo, nella gara più lunga, che lascia un po’ di amaro in bocca.
Folorunso fantastica. Prima finale tra le grandi a 19 anni, primato personale e medaglia sfiorata. Ecco, se l’avesse vinta sarebbe stata la sorpresa clamorosa, ma già così è un risultato da copertina che non si può sorvolare. Così come Tortu (sempre più gioiellino), Lambrughi e Fofana che escono con il PB e la finale/minimo per Rio sfiorati. Questi sarebbero stati tutti risultati non pronosticati che avrebbero dato veramente lustro alla spedizione.
Dall’altra parte invece abbiamo la prima delusione grande, quella della Trost. Se la Rossit deve comunque abituarsi a questo genere di gare, dalla Trost ormai è difficile accettare ancora una controprestazione. Attenzione, non dico una mancata medaglia, perchè in un contesto comunque molto equilibrato può arrivare come può non arrivare. La cosa brutta è che non arriva proprio a lottare per le medaglie. Ed è inquietante sentire da lei che ogni salto le esce diverso… Ma cosa le sta succedendo?? =(
L’altro obiettivo mancato, ma non per colpa degli atleti che hanno dovuto improvvisare all’ultimo la cosa, è il minimo nella 4×100 maschile. Questo è il più grande fallimento di questa gestione atletica, per i mille motivi che sono stati ribaditi in questi 4 anni. Immagino già che non sprecheranno una parola a proposito e il problema passerà inosservato così rimarranno tutti allegri e felici.
Per quanto riguarda Galvan non parlerei di flop. Galvan è nuovo a questi tempi e nell’arco di una stagione ne è sempre rimasto molto lontano, a differenza dei suoi avversari decisamente più consolidati. E’ stato grande a ripetersi subito, in semifinale, ma non gli si può chiedere ora che magicamente ogni volta avvicini i 44 o non risenta della fatica di aver corso il suo limite il giorno prima ecc ecc…. Per me era chiaro che dopo una semi corsa così non ci sarebbe stato il botto il giorno dopo. E credo che anche per lui siano tutte sensazioni nuove che deve imparare a conoscere. Insomma, lui per me è uno di quelli che ha fatto il suo dovere, né più né meno. Così come i mezzofondisti.
E un discorso simile lo si può fare per Derkach, Jacobs e Rossit. La prestazione monstre ti può capitare una volta nella vita. Discorso diverso è stabilizzarsi ad un livello alto e quindi crearsi più opportunità per fare il colpaccio. Vedere e imparare da Rutherford. Fortunatamente sono atleti giovani, quindi è questo che ci si aspetta dall’anno prossimo, perchè hanno dimostrato che il potenziale c’è tutto.