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Atletica, Olimpiadi Rio 2016: l’Italia si aggrappa a Daniele Meucci ed Anna Eleonora Giorgi
Il forfait di Gianmarco Tamberi dalle Olimpiadi di Rio 2016 rappresenta un colpo durissimo per l’atletica italiana: viene a mancare di colpo il personaggio più atteso, indiscutibilmente candidato ad una medaglia del metallo più pregiato.
Gli infortuni, purtroppo, fanno parte del gioco e la legge dello sport impone sempre di guardare avanti. Dopo il fallimentare Mondiale 2015, con zero medaglie in saccoccia, l’atletica tricolore aveva approcciato la stagione in corso con ben altre prospettive: Tamberi ed Alex Schwazer, due nemici alla resa dei conti accomunati da un medesimo e beffardo destino, avevano le carte in regola per sbancare in Brasile.
Non tutto è perduto e non è detto che l’atletica debba tornare a casa senza alcun podio. Certo, le speranze non abbondano, anzi. Possono riassumersi in due nomi e cognomi: Anna Eleonora Giorgi e Daniele Meucci.
La marciatrice ha vissuto un quadriennio di costante ascesa tecnica e cronometrica, non corredata tuttavia dal risultato di prestigio, spesso svanito nel finale per squalifica. Se riuscirà a gestirsi senza strafare nei chilometri iniziali, la lombarda potrà davvero afferrare una medaglia che appare alla portata, soprattutto senza la presenza delle atlete russe. Sempre nella 20 km di marcia, non vanno sottovalutate due possibili outsider come Elisa Rigaudo, già bronzo a Pechino 2008, e l’emergente Antonella Palmisano.
Daniele Meucci si sta avvicinando alla maratona olimpica in maniera maniacale, con una preparazione curata nei minimi particolari, nella quale il bronzo nella ‘mezza’ di Amsterdam ha rappresentato un utile tappa di passaggio. Già campione d’Europa nel 2014 ed ottavo ai Mondiali 2015, il 30enne toscano è dotato di un rush finale che non teme neppure i fuoriclasse africani, derivante da una velocità di base importante e sviluppata negli anni in pista con i 5000 e 10000 metri. Se, come accade di solito nei grandi eventi, i ritmi della gara dovessero rivelarsi piuttosto blandi (dalle 2h10′ in su, per intenderci), allora Meucci sarà un osso duro per chiunque. Anche in questo caso non va dimenticato un altro outsider come Ruggero Pertile, 42enne che lo scorso anno sfiorò la medaglia nella rassegna iridata di Pechino.
Le chance di medaglia, oggettivamente, sembrano finire qui. Libania Grenot, bi-campionessa d’Europa in carica dei 400 metri, può ambire ad una finale, ma sperare in qualcosa di più sembra un azzardo. Stesso discorso per Alessia Trost nel salto in alto, alle prese con diversi problemi di natura tecnica, mentre Valeria Straneo appare in ritardo di preparazione per la maratona dopo l’infortunio patito in primavera.
L’atletica azzurra offre poco in termini di campioni assoluti. Per questo, in un contesto di carte da medaglia risicate, le assenze di Tamberi e Schwazer peseranno doppiamente. Non resta che aggrapparsi a Giorgi e Meucci per cercare di non tornare indietro fino a Melbourne 1956, l’ultima Olimpiade dove l’atletica azzurra non conquistò neppure un alloro.
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federico.militello@oasport.it