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Atletica, Tortu, Folorunso e i loro fratelli: il futuro azzurro sarà più roseo?

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I recenti Campionati Europei di Amsterdam ci hanno consegnato un’Italia brillante, soprattutto tra i giovani e i giovanissimi, un’inversione di tendenza rispetto agli anni precedenti e rispetto ad atleti che da sempre timbrano il biglietto e partecipano alle grandi manifestazioni con l’unico obiettivo di salutare casa davanti alle telecamere.

Tenendo presente che Gianmarco Tamberi e Veronica Inglese, giusto per citare due medagliati, sono ancora nella parte ascendente della carriera e già sono certezze per la nazionale azzurra, si può be dire che la linea verde funziona in casa Italia.

Scendendo a livello junior o ai primi anni di categoria promesse, appare chiaro come Ayomide Folorunso e Filippo Tortu siano stati assoluti protagonisti nelle loro gare, prima di tutto per l’interpretazione tattica ed il carattere mostrato.

La nigeriana-emiliana, a soli 19 anni, ha sfiorato la medaglia nei 400hs, conquistando un 4° posto a suon di primati personali, quando già l’accesso alla finale sembrava un sogno solo un mese fa. Folorunso, che aveva debuttato ai Mondiali dello scorso anno in staffetta, da tempo era considerata una realtà nei 400 piani e ad ostacoli, ma, pur con ottimi risultati, appariva ferma nei suoi progressi, come da lei stesso dichiarato, con le parole “avevo il 57 davanti nelle mie gare, ora ho il 55 stabilmente”.

Il 55”50 vale moltissimo e la proietta già ora verso una possibile semifinale olimpica, ma i margini di miglioramento sono ancora molti, ora tocca ai tecnici non disperdere questo grande talento, come troppe volte accaduto in passato.

Su Filippo Tortu sono stati spesi, meritatamente, fiumi d’inchiostro e lui ha accontentato tutti vincendo la batteria dei 100. Siglando, quindi, in semifinale il record italiano juniores con 10”19; la sua rabbia per la mancata finale è un ulteriore segnale positivo.

Il diciottenne sardo di Lombardia viene, tra l’altro, da un lungo infortunio e, fallendo la qualifica la 4×100 per Rio, lo vedremo settimana prossima ai mondiali junior di Bydgoszcz dove può puntare molto in alto; per scelta quest’anno ha privilegiato i 100 metri, ma in proiezione è anche una speranza sulla doppia distanza.

Se aggiungiamo a questi due atleti altri giovanissimi come Marta Zenoni, che non era ad Amsterdam perché infortunata ma che è una forza della natura negli 800, Ilaria Verderio, Rebecca Borga, Stefano Sottile ed altri ancora, possiamo ben dire che la potenzialità di avere azzurri nell’èlite mondiale, o europea in alcuni casi, nei prossimi anni è elevata, ma ovviamente adesso viene il difficile, per gli atleti stessi e per chi deve loro assicurare mezzi e personale adeguati per assecondare ciò che madre natura è stata generosa nel concedere.

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gianluca.pessoni@oasport.it

Foto: Twitter Filippo Tortu

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