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Ginnastica, Olimpiadi Rio 2016 – L’Italia può davvero salire sul podio a squadre? A caccia della missione impossibile

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Enrico Casella ha annunciato battaglia: l’Italia della ginnastica artistica femminile volerà alle Olimpiadi 2016 per attaccare, osare, provarci fino in fondo. I proclami della vigilia sono stati chiari e preannunciano (consapevolmente) quella che è una missione impossibile: tentare di salire sul podio della gara a squadra, l’evento più prestigioso e importante, quello che valuta la forza del movimento ginnico di un intero Paese.

L’Italia è reduce dal quinto posto dei Mondiali di Nanning 2014 e dalla settima piazza dei Mondiali di Glasgow 2015 (quinte nel turno di qualificazione con annessa conquista del pass per i Giochi Olimpici prima di operare un turnover nell’atto conclusivo).

A Londra 2012 il quintetto composto da Ferrari, Fasana e Ferlito (che saranno in pedana anche questa volta), Campana e Preziosa concluse in settima posizione, disputando la prima Finale della storia.

L’Italia può seriamente sperare di mettersi al collo una medaglia alle Olimpiadi di Rio 2016? Valutiamo nel dettaglio la situazione.

 

Partiamo comunque dal presupposto che sarà tutt’altro che facile accedere alla Finale. Il Canada di Ellie Black, il solido Giappone, la Germania del terzetto Seitz/Scheder/Schaefer, la sorprendente Olanda, Francia e Belgio saranno ossi duri da superare per entrare tra le magnifiche otto.

L’Italia dovrà essere perfetta o quantomeno rasentare la perfezione. L’impresa passa in primo luogo dalle nostre gambe. Considerando gli esercizi difficili che le nostre ragazze porteranno in gara (l’incremento dei D Score era l’unica strada percorribile per potersela giocare concretamente) non sarà certamente facile evitare l’errore.

Possiamo già individuare i crocevia della nostra gara. La trave di Elisa Meneghini, un possibile 6.1 di D Score grazie al complesso teso avvitato da cui però la comasca è caduta diverse volte in svariate stagioni. Non sbagliandolo, però, si è sempre spinta sul 14.500, un punteggione per le nostre casse.

Molto dipenderà anche dalle parallele di Martina Rizzelli, dotata di uno spettacolare esercizio caratterizzato da una nota di partenza di 6.2. La nuova trave di Vanessa Ferrari, capace di toccare un esorbitante 6.3, potrà davvero farci sognare come successo sabato pomeriggio agli Assoluti.

Passiamo al corpo libero. Qui sarà sempre la nostra capitana a dettare legge, esibendosi sulle note del Nessun Dorma che la fece trionfare ai Mondiali: coglierà l’effetto sperato? Al quadrato Erika Fasana dovrà sparare tutte le cartucce di cui è dotata, come fatto durante gli ultimi due Mondiali quando ha agguantato la Finale di Specialità. Sono due prove che sfondano abbondante il 6 di D Score e che devono farci volare.

Una delle richieste principali di Enrico Casella era che le ragazze riuscissero a eseguire il doppio avvitamento al volteggio. Ferrari, Fasana e Rizzelli sono le nostre tre atlete di punta che non avranno problema a esaltarsi sulla tavola. Si parlava di un contributo in merito anche da parte di Ferlito ma staremo a vedere.

 

È chiaro che però l’Italia dovrà guardare alle avversarie e non potrà dipendere solo da se stessa. La formula 5-3-3 che si adotterà in Finale (iniziamo ad arrivarci…) non lascerà spazio a errori ed è proprio per questo motivo che la classifica si può stravolgere.

Gli USA si laureeranno Campionesse Olimpiche con ampio margine (salvo cataclismi) ma dietro si apre la lotta. La Cina di Shang Chunsong e Fan Yilin parte fortissima tra parallele e trave ma accusa qualcosa a corpo libero e volteggio. Le asiatiche, vicecampionesse del Mondo in carica, sbagliano raramente (anche se a Glasgow incapparono in un brutto turno di qualificazione che rischiò di farle finire alle nostre spalle) e dovrebbero strabiliare anche a Rio.

Le avversarie più temibili potrebbero essere la grande Russia e la Gran Bretagna, terza agli ultimi Mondiali casalinghi. Il team dei Rodionenko può contare sull’infinita Aliya Mustafina, Zarina del circuito e grande trascinatrice, ma anche su due Campionesse del Mondo di specialità come Maria Paseka (volteggio) e Daria Spiridonova (parallele) e sulla completezza della giovane Angelina Melnikova. Certo l’errore è dietro l’angolo ma…

La Gran Bretagna potrebbe pagare la pressione del grande evento, come già successo un mese fa agli Europei di Berna. Le sorelle Downie e Claudia Fragapane sono dei punti di riferimento: parallele esorbitanti, un corpo libero e un volteggio di qualità. È una squadra però che può sbagliare e che soprattutto nelle ultime due stagioni non abbiamo mai affrontato nel nostro miglior stato di forma, pur battendole nella Finale dei Mondiali 2014.

Attenzione però al Brasile, padrone di casa che potrà magari usufruire di qualche piccolo aiutino e soprattutto su una crescita ginnica esponenziale: negli ultimi due anni si sono visti degli sviluppi esorbitanti, esplosi durante il Test Event. La freschezza di due talenti assoluti come Flavia Saraiva e Rebeca Andrade, l’esperienza di veterane come Daniele Hypolito (ai Giochi per la quinta volta!) e Jade Barbosa sorprenderà sicuramente tutti.

 

La missione dell’Italia, come si è vista, sarà tutt’altro che semplice e avremo poche possibilità di riuscire nel nostro intento. Lo sanno benissimo il nostro DT e le nostre ragazze ma i proclami della vigilia sono giustamente bellicosi e ambiziosi. Di una cosa siamo certi: ci sarà da divertirsi.

Si parte per sognare e non per limitarsi alla prova pulita e ordinata, magari per conquistare un quinto posto che però non ti spedisce certamente nella leggenda sportiva. Abbiamo vinto solo una medaglia femminile alle Olimpiadi, proprio con la squadra: ad Amsterdam 1928, l’argento alle spalle dell’Olanda. In campo c’era Carla Marangoni, attualmente meravigliosa centenaria, la medagliata più anziana della storia ancora in vita. Chissà che non si rinverdiscano quei fasti…

 

(foto Giorgia Urbani)

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