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Golf, Rio 2016 tra incertezze e forfait. E se la fobia Zika fosse soltanto uno dei tanti motivi?

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Inserendo il golf nel programma olimpico, la candidatura di Rio de Janeiro ha certamente assunto un peso di rilevanza maggiore vero il CIO, impegnato nella delicata fase di analisi delle varie proposte. L’effetto vintage dovuto ai 112 anni di assenza di suddetto sport dal panorama a cinque cerchi, ha fatto indubbiamente da traino, facendo pendere l’ago della bilancia verso l’immensa nazione sud-americana, la prima delle sue cugine ad accaparrarsi i Giochi.

Oggi però, a poco più di un mese dall’avvio dell’Olimpiade, ed a 10 giorni dalla chiusura degli Olympic Rankings, le prospettive di rilancio del golf come sport olimpico sono vertiginosamente crollate, ed il chiacchiericcio che si sta scatenando intorno all’evento che manca dal 1904 non è certo ciò che gli organizzatori auspicavano.

Prima i dubbi sollevati dai reali rischi dovuti al proliferare del virus Zika, autentico spauracchio di queste settimane, poi d’improvviso le prime clamorose rinunce. Ecco che di colpo il field maschile perde, uno dopo l’altro, il nordirlandese Rory McIlroy, numero 4 del mondo, ed addirittura il numero 1 Jason Day, il formidabile australiano capace di aggiudicarsi gli ultimi PGA Championship. Ma non potrebbe finire qui a causa dei dubbi degli americani Jordan Spieth e Rickie Fowler, rispettivamente secondo e settimo giocatore dell’Official World Golf Ranking, e dell’inglese Danny Willett, vincitore a sorpresa dell’Augusta Masters. Forfait che si sommerebbero a quelli già annunciati dai sudafricano Branden Grace (12), Louis Oosthuizen (14) e Carl Schwartzel (24), oltre che al ritiro degli australiani Adam Scott (8) e Marc Leishman (39), degli irlandesi Shane Lowry (9° nella Race to Dubai) e Graeme McDowell, chi per paura di Zika, chi per altri motivi più o meno precisati.

Non bastasse un’allerta medica poco chiara, molto meno pericolosa rispetto alle possibilità di contrarre virus nelle inquinatissime acque carioca, in Brasile la situazione non è particolarmente invitante per i golfisti anche pensando soltanto al green di Barra de Tijuca, dove campeggia un cartello che recita: “Attenzione a caimani ed alligatori”. Le conosciute situazioni politiche, economiche e sociali (qualche giorno fa un atleta paralimpico ed il suo allenatore sono stati aggrediti a mano armata) fanno il resto. Le stesse autorità brasiliane riferiscono che la quantità di crimini violenti resta alta nei centri urbani, e che le truffe ed i furti dei bancomat sono endemiche. Una nota apparsa sul sito dell’LPGA mette i brividi, segnalando casi di stupro, rapine e sparatorie in zone centrali.

Nonostante ciò proprio le donne sembrano proiettate verso Rio con una gran dote di entusiasmo, mentre gli uomini si susseguono in una escalation di ritiri. “Ad essere onesta sono molto più entusiasta di partecipare ai Giochi, alla Cerimonia d’Apertura, che preoccupata per Zika”, ha fatto sapere la numero 1 Lydia Ko.

Insomma, davvero una situazione imbarazzante per la manifestazione che dovrebbe racchiudere il meglio dello sport universale. La domanda però sorge spontanea. Perchè nel golf maschile si registra il maggior numero di ritiri? La risposta può essere abbastanza semplice. Nel golf, come nel tennis, esistono una miriade di eventi che gli atleti ritengono ben più importanti dei Giochi Olimpici. Può sembrare paradossale, ma è la scomoda realtà. McIlroy, Day, Spieth e tutti i migliori giocatori al mondo si godono a pieno la visibilità dei 4 Major, per questo motivo possono “snobbare” a cuor leggero l’evento a cinque cerchi. Inoltre non essendoci montepremi, e non avendo il supporto degli sponsor personali (basti pensare ai loghi di abbigliamento sportivo), il viaggio a Rio graverebbe sulle proprie finanze. Infine, l’assenza di punti utili ai fini di qualsivoglia ranking, è un ulteriore deterrente. Colui che si classificherà al quarto posto, pagato fior di quattrini e remunerato con una gran dote di punti nei Major e nei tornei più prestigiosi, tornerà a casa con un pugno di mosche.

Insomma, questioni e dinamiche che allontanano agilmente e velocemente il golf dal panorama olimpico, dato che il CIO esaminerà il torneo di Rio per poi prendere una decisione verso Tokyo 2020. Golf che quindi, dopo 112 anni di assenza dai GIochi, potrebbe fare soltanto un’apparizione fugace…

Foto: GFGOLF

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