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Nuoto: il mistero Sun Yang nei 1500 stile libero alle Olimpiadi di Rio 2016

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Se nel 1996 Elio e le storie tese al Festival di Sanremo cantavano “Italia sì, Italia no” nella celeberrima “La terra dei cachi”, vent’anni dopo, con le Olimpiadi di Rio alle porte, Gregorio Paltrinieri e tutti gli appassionati di nuoto possono benissimo sostituire il fortunato ritornello della band milanese con “Sun Yang sì, Sun Yang no” in vista dei 1500 stile libero, una delle ultime gare del programma.

Il misterioso cinese, che per altro sarebbe anche campione in carica con tanto di record del mondo (14’31”02), non si cimenta infatti nelle 30 vasche da quasi un anno e, anche se a parole dice altro, non sembra poter tornare a confrontarsi con l’azzurro nonostante i numerosi “inviti” ricevuti.

LA RINUNCIA DI KAZAN – Ma cos’ha, esattamente, Sun Yang contro i 1500 stile libero? Ancora non è dato sapersi. Il rapporto burrascoso ha tuttavia una precisa data d’inizio, e non una data qualunque: il 9 agosto 2015, ai Mondiali di Kazan, nella finale iridata, il cinese non si presentò ai blocchi di partenza dopo aver superato agevolmente le batterie e con due ori (400 e 800 sl) e un argento (200 sl) già al collo. Gregorio Paltrinieri vinse quella gara rischiando per giunta il contraccolpo psicologico: tutti rimasero stupiti dalla clamorosa corsia lasciata libera dal campione in carica. Che, additato di una rissa pre-gara, si difese parlando di problemi al cuore: “Dopo la finale degli 800 il mio corpo non stava bene. Avevo dolori al petto e anche nel riscaldamento di oggi non mi sentivo bene e ho preferito non gareggiare. Mi dispiace. E’ la prima volta che ho problemi al cuore prima di una gara. Ora torno subito in Cina per fare i controlli del caso appena possibile. Ho deciso di ritirarmi da solo, senza parlarne coi tecnici. La litigata con un’atleta brasiliana? Non ho alcun commento da fare, è stato un problema di questa mattina“.

L’ULTIMA VOLTA – Di fatto, Sun Yang dunque non nuota i 1500 stile libero dalla scorsa estate. Dopo il modesto 14’55”11 delle batterie dei Mondiali di Kazan, infatti, fece registrare un ancor più lento 15’12”89 durante i campionati cinesi. Poi, il nulla.

L’INFORTUNIO E IL RIENTRO – Un nulla denso di rinunce, misteri e ancora rinunce. Per un infortunio al piede annunciato a fine gennaio Sun ha infatti saltato i Trials olimpici cinesi di Foshan (forte dei successi mondiali) osservando circa sei settimane di stop. A inizio giugno è tornato in gara negli Stati Uniti durante la tappa di Santa Clara delle Arena Pro Swim Series: 1’44”82 nella finale dei 200 sl (tutt’ora il miglior tempo mondiale stagionale), 3’43”55 nella batteria dei 400 (2° nel 2016, ma senza finale) ed ennesimo forfait senza spiegazioni nei 1500.

IL RANKING STAGIONALE – Non ci sono quindi riferimenti recenti né tanto meno diretti per prevedere il livello della sua prestazione nel caso di un’eventuale partecipazione a Rio 2016. Al momento l’italiano Gregorio Paltrinieri guida il ranking in 14’43”04 (record europeo e secondo miglior crono all time), seguito dall’australiano Mack Horton (14’39”54) e dal connazionale Gabriele Detti (14’46”48). Quarto lo statunitense Connor Jaeger (14’47”61), argento mondiale e unico in grado di battere Greg negli ultimi due anni, seppur in vasca corta, lo scorso dicembre al Duel in the Pool americano. Un Greg che, a onore del suo immenso talento, a marzo aveva già nuotato 14’40”61 al Trofeo Città di Milano e ad aprile si era fermato a 14’42”91 agli Assoluti di Riccione definendola una gara “da schifo”.

QUINDI? – Poste tutte queste premesse, dunque, Sun Yang sì o Sun Yang no? C’è una dichiarazione, anche abbastanza recente, dello stesso cinese. A giugno, durante l’ennesima campagna pubblicitaria, ha infatti spiegato: “Per le Olimpiadi l’obiettivo è chiaro: voglio difendere il titolo dei 400 e 1500 e spero di avere un buon ‘break’ nei 200”. Ma bisogna ancora credergli, per giunta dopo che nel 2014 scontò una squalifica di tre mesi causa doping svelata solo a stop terminato?

 

 

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francesco.caligaris@oasport.it

Twitter: @FCaligaris

Foto da: ufficio stampa Arena Italia/LaPresse/Gian Mattia D’Alberto

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